WILIGELMO
Scultore. Operò nei primi decennî del sec. XII specialmente per il duomo di Modena. Non v'è ragione di crederlo venuto di Germania, benché nella sua arte si possano isolare elementi di derivazione germanica, dagl'intagli in avorio e dalla plastica in bronzo. Più immediate sembrano le sue relazioni con la scultura aquitana (Tolosa, Moissac), non già con quella provenzale che a St.-Gilles si mostra in una fase stilistica ulteriore. Suoi rapporti con sculture pugliesi (cattedra di S. Nicola a Bari: c. 1098) potrebbero spiegarsi con origini comuni lombarde o aquitane. Ma i diversi elementi, tra cui non sono trascurabili l'influsso della pittura e della miniatura e lo studio di sculture antiche, il W. fuse in modo individuale che segna uno dei punti più importanti della plastica medievale, portando a qualità di stile le tendenze prima incerte, e fin l'apparente rozzezza. Egli diede al rilievo impronta architettonica, per incavi e risalti in forte contrasto, per forme compatte largamente spaziate; e avviò al concetto della statuaria legata architettonicamente alle membrature dei portali, che poi ebbe tanto seguito, e fu subito maturato da un suo scolaro nel portale del duomo di Cremona.
L'epigrafe della fondazione (1099) del duomo di Modena proclama, sulla facciata della cattedrale, la nobiltà del W. nella scultura. Per il duomo il W. lavorava già nei primi anni del sec. XII: lo accertano i capitelli della cripta, in parte della sua maniera, e altre sculture datate della sua scuola, a Cremona (circa 1117) e a Nonantola (circa 1121). A lui appartengono in quella facciata i quattro grandi rilievi con storie della Genesi; quelli della porta maggiore con tralci a densi sviluppi, ispirati a marmi antichi e a miniature; Enoc ed Elia; due genî e altre sculture in cui ebbe certo collaboratori. A suoi discendenti sono da attribuire il portale di S. Silvestro di Nonantola, sculture nelle cattedrali di Piacenza e di Cremona.
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