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Wundt, Wilhelm

Dizionario di filosofia (2009)
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Wundt, Wilhelm


Fisiologo, psicologo e filosofo tedesco (Neckarhau, Mannheim, 1832 - Lipsia 1920). Studiò medicina e si laureò in fisiologia (1857), e, dopo aver insegnato fisiologia ed essere stato assistente di Helmholtz, passò a insegnare filosofia prima a Zurigo (1874), poi a Lipsia (1875). L’Istituto di psicologia sperimentale, da lui fondato nel 1879, divenne il modello per gli istituti del genere che sorsero in Europa e fuori; un ruolo importantissimo svolse la sua rivista Philosophische Studien (1881-1905). Risulta essenziale il suo contributo alla fondazione di una psicologia come scienza autonoma, sia dal punto di vista metodologico – assumendo come paradigma sperimentale quello psicofisico di E.H. Weber e G.Th. Fechner –, sia dal punto di vista teorico, sia, infine, da quello della ricerca empirica in senso stretto. Lo strumento privilegiato per lo studio dei processi psichici elementari (sensazioni, sentimenti, ecc.) è, secondo l’impostazione di W., rigorosamente aderente alla tesi di un parallelismo psicofisico, alla tesi cioè dell’esistenza di due serie parallele di fenomeni, quelli fisici in generale e quelli psichici, che si rivelano all’introspezione. Dal punto di vista metodologico, l’introspezione va esercitata su contenuti psichici semplici e precisamente quelli che insorgono nella coscienza del soggetto in situazioni appropriate (quelle del laboratorio) con la somministrazione di stimoli opportunamente scelti in base alle loro proprietà fisiche. I processi psichici superiori (per es., il pensiero) non possono essere colti dall’indagine sperimentale e W. ne tratterà, in un’ottica di evoluzionismo sociale e culturale, nella sua Völkerpsychologie (2 voll., 1904, 3a ed. 10 voll., 1911-20; trad. it. parziale La psicologia dei popoli) dove prenderà altresì in considerazione lingua, mito, costumi, ecc., sintetizzando i risultati delle indagini etnografiche, filologiche, linguistiche e storico-religiose del suo tempo. Nel campo della psicologia sperimentale si devono a W. direttamente o alla sua scuola una messe vastissima di ricerche (ricerche sui processi sensoriali, sulla visione in partic., determinazione di soglie percettive, studi sull’associazione, cronometria, ossia ricerche sui tempi di reazione al fine d’individuare la durata dei singoli processi psichici, come discriminazione, decisione, ecc.). In filosofia, pur accogliendo la concezione, propria del positivismo, del sapere filosofico come sistemazione delle conoscenze fornite dalle singole scienze, pervenne a una sorta di idealismo spiritualistico, con una particolare accentuazione della nota volontaristica. Grandissima fu la fama di W. presso i contemporanei e notevolissima la sua influenza sugli sviluppi della moderna psicologia scientifica. Tra i suoi allievi numerosi furono gli stranieri, che dopo un periodo di formazione a Lipsia, fondarono in altri paesi europei e negli Stati Uniti laboratori di psicologia. Tra le su opere si ricordano: Vorlesungen über der Menschen- und ­Tierseele (1863-64); ­Grundzüge der physiologischen Psychologie (1873-74; 6ª ed. 1911); Logik (3 voll., 1880-83); Ethik (1886); System der ­Philosophie (1889); Grundriss der ­Psychologie (1896; trad. it. Elementi di psicologia); ­Einleitung in die ­Philosophie (1901); Einführung in die Psychologie (1911).

Vedi anche
psicologia Scienza che studia i processi psichici, coscienti e inconsci, cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero ecc.) e dinamici (emozioni, motivazioni, personalità ecc.). Il termine sembra sia stato usato per la prima volta dall’umanista dalmata M. Marulo nell’opera Psychologia de ratione ... neopositivismo Movimento filosofico (anche detto positivismo logico, neoempirismo, empirismo logico) sorto, sviluppatosi ed esauritosi tra il terzo e il sesto decennio del 20° secolo. 1. I primi sviluppi La data di nascita formale del neopositivismo è il 1928, allorché un gruppo di studiosi di varie discipline – ... filosofìa della ménte filosofìa della ménte Area di studio sviluppatasi nel contesto della filosofia analitica che dibatte questioni come il rapporto tra mente e cervello, l'intenzionalità, i modelli neurobiologici della coscienza, la concezione computazionale o modulare della mente. I principali esponenti sono D.C. Dennett ... percezione L’atto del prendere coscienza di una realtà che si considera esterna a noi. filosofia Si possono distinguere due sensi con cui il termine percezione è usato nella storia della filosofia. In un senso generale esso designa ogni esperienza conoscitiva. In un senso più specifico indica l’esperienza conoscitiva ...
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    Enciclopedia Italiana (1937)
    Delio Cantimori Fisiologo, psicologo e filosofo tedesco, nato il 16 agosto 1832 a Neckerhau presso Mannheim, morto il 31 agosto 1920 a Lipsia. All'università studiò medicina, e si addottorò in fisiologia (a Heidelberg, nel 1857). Nel 1865 divenne professore di fisiologia e assistente di H. L. F. Helmholtz. ...
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