Scrittore tedesco (Berlino 1874 - Seeheim, Costanza, 1969). Prossimo inizialmente a P. Ernst, ebbe sempre vivo un senso rigoroso della forma, in vista di una poesia di restauro classico. A vivo contrasto, la predilezione per i temi dell'imponderabile, fin dentro la sfera dell'occulto e del mistico. Fra le varie raccolte di liriche, significativamente orientate sui modelli di Goethe e di C. F. Meyer: Frühlingsfahrt (1896), il ciclo di ballate Hohenklingen (1898), Der Spiegel (1902), Neue Gedichte (1913), Die Häuser (1923), Das Jahr (1927), Lebensjahre (1939); fra i drammi, ispirati al modello di F. Hebbel classicheggiante: Der Gast (1900), Der Jude von Konstanz (1905), Meroë (1906), Der Wettlauf mit dem Schatten (1920), Die gläserne Frau (1924), Die Frankfurter Weihnacht (1938), Claudia Colonna (1940), Ewige Jugend (1949); fra i romanzi di rilievo quelli rievocativi di tempi storici religiosamente agitati e intensi (come Perpetua, 1926; e Der Weg nach Ilok, 1930). Ricca anche la saggistica, fra cui: Gedanken zum Drama (1905), Der klingende Sinn (1937), fino al tardo Mein Theater (1964).