SCHÄFER, Wilhelm
Narratore tedesco, nato a Ottrau (Hessen-Nassau) il 20 gennaio 1868. Figlio di un agricoltore, fu maestro di scuola a Vohwinkel e a Elberfeld, visse poi a Berlino e quindi a Vallendar sul Reno, dove nel 1900 fondò la rivista Rheinland; ma attraverso le sue peregrinazioni aspirò sempre a ritornare alla terra e a vivere col popolo. Terra e popolo sono i concetti fondamentali della sua arte. Nelle prime opere (Anekdoten, 1908; Karl Stauffers Lebensgang, 1912) s'avvertono le inquietudini di una giovinezza tormentata. Ma già nel romanzo Lebenstag eines Menschenfreundes (1915), dov'è descritta la vita di Pestalozzi, è raggiunto un primo equilibrio tra le tumultuose inquietudini giovanili e l'aspirazione a una vita pratica, intenta al bene sociale, illuminata da una forte religiosità.
Nelle opere posteriori (soprattutto nei Gesammelte Anekdoten, 1929, e anche nel romanzo Der Hauptmann von Kopenick, 1930) s'accosta sempre di più alla realizzazione di un'arte assai curata formalmente e insieme non lontana da quegli ideali educativi che furono di Gottfried Keller.
Opere principali: (oltre a quelle citate), 33 Anekdoten (1911); Der Fabrikant Anton Beilharz und das Theresle (1933); Winckelmanns Ende (1925); Holderlins Einkehr (1925); Das Baus mit den drei Türen (1931); Huldreich Zwingli (1926); Der deutsche Gott (1923); Lebensabriss (1918); Die dreizehn Bücher der deutschen Seele (1922).
Bibl.: Bekenntis zu Wilhelm Schäfer, a cura di O. Doderer, Monaco 1928; W. Mahrholz, W. Sch., in Das literarische Echo, 1917-18; F. Graetzer, W. Sch.s. Lebensabriss, ibid., 1919-20.