RADLOFF, Wilhelm (negli scritti russi: Vasilij Vasil′ev Radlov)
Insigne turcologo, nato a Berlino il 5 gennaio 1837 da famiglia prussiana, morto a Pietrogrado il 12 maggio 1918. Studiò alle università di Berlino, Halle e Jena filologia indoeuropea con F. Bopp, linguistica generale con G. Steinthal e specialmente lingue altaiche con W. Schott. Addottoratosi a Jena nel 1858, partì l'estate stessa per la Russia, allo scopo di dedicarsi allo studio delle lingue dell'Altai. Rimase un anno a Pietroburgo, studiando specialmente il manciu; nel 1859 partì per la Siberia, avendo ottenuto la nomina a professore di latino e tedesco nella scuola media della piccola cittadina mineraria di Barnaul, con un sussidio di 700 rubli annui per escursioni estive. A Barnaul rimase fino al 1872, studiando intensamente con gl'indigeni il calmucco e altri dialetti turchi e mongolici e compiendo ogni estate lunghi viaggi di esplorazione, nei quali raccolse ingenti materiali linguistici e folkloristici. Nel 1872 si trasferì a Kazan′ come ispettore delle scuole tatare, baschire e kirghise in tutto quel distretto; quivi rimase fino al 1884, compiendo altre importantissime esplorazioni e adunando enorme materiale. Nominato membro dell'Accademia delle scienze, si trasferì nel 1884 a Pietroburgo e quivi si dedicò specialmente allo studio delle lingue turche antiche, non trascurando però di compiere altri importanti viaggi (in Crimea, nel Turfan, ecc.). Dal 1894 fu direttore del Museo di antropologia ed etnografia. La novità e il valore delle sue opere fanno sì che il Radloff sia considerato come il vero fondatore della turcologia.
Fra le sue numerosissime opere ricorderemo: Briefe aus dem Altai (in Archiv f. wissenschaftl. Kunde von Russland, 1860-63); Reise durch den Altai nach dem Telezker See und dem Abakan (ibid., 1865); Observations sur les Kirghis (in Journal Asiatique, 1863); Beobachtungen über die Kirgisen (nelle Mitteilungen del Petermann, 1864); Über die Formen der gebundenen Rede bei den altaischen Tataren (in Zeitschrift f. Völkerpsychologie u. Sprachwissenschaft, IV); ecc. Di particolare importanza la raccolta Proben der Volkslitteratur der türkischen Stämme che contiene testi turchi in trascrizione cirillica, con traduzione tedesca. La detta raccolta comprende dieci parti e si pubblicò dal 1866 al 1907 (gli ultimi tre volumi redatti da altri studiosi) e precisamente: 1. Die Dialekte des eigentlichen Altai: der Altaier und Teleuten, Lebed-Tataren Schoren und Sojonen (Pietroburgo 1866); 2. Die Abakan-Dialekte (der Sagaische, Koibalische, Katschinzische), der Kysyl-Dialekt und der Tscholym-Dialekt (Küärik, ivi 1868); 3. Kirgisische Mundarten (ivi 1870); 4. Die Mundarten der Barabiner, Taraer, Toboler und Tümenischer Tataren (ivi 1872); 5. Der Dialekt der Kara-Kirgisen (ivi 1885); 6. Der Dialekt der Tarantschi (ivi 1886); 7. Die Mundarten der Krym (ivi 1887); il vol. 8 contiene Die Mundarten der Osmanen ed è redatto dal Kunos (ivi 1899); il vol. 9 Mundarten der Urianchaier (Sojonen) Abakan-Tataren und Karagassen è redatto dal Katanoff (ivi 1907); il vol. 10 Mundarten der bessarabischen Gagausen è redatto dal Monschkoff, 1904. Questa imponente raccolta doveva formare la prima parte di una più vasta opera Die Sprachen der türkischen Stämme Südsibiriens und der dsungarischen Steppe. Specialmente notevole è la sua Phonetik der nördlichen Türksprachen (Lipsia 1882) che doveva formare il primo volume di una grammatica comparativa delle lingue turche settentrionali che purtroppo non vide mai la luce. Il libro Aus Sibirien: Lose Blätter aus dem Tagebuche eines reisenden Linguisten (Lipsia 1884) non è solo una descrizione di viaggio con note etnografiche di prim'ordine, ma un completo studio sullo sciamanismo. Fra gli studî di dialettologia turca il più importante, e, per così dire, il frutto di tutti i precedenti lavori, è il grande dizionario comparativo dei dialetti turchi: Opyt slovarja tjurkskich narečij - Versuch eines Wörterbuches der Türk-Dialekte pubblicato dall'Accademia di Pietroburgo dal 1888 al 1911 in quattro grandi volumi in-folio. Egli raccoglie qui in una trascrizione fonetica esatta, se pur non troppo comoda (con le lettere cirilliche arricchite da molti segni diacritici) e in un ordine alfabetico non troppo felice tuttí i materiali lessicali frutto delle sue peregrinazioni e dello spoglio delle fonti; arricchisce il tutto con comparazioni tratte dalle lingue turche antiche e con una traduzione russa e tedesca e alcune sobrie note etimologiche specialmente per le voci mutuate.
Fra gli studî sulle lingue turche antiche ricorderemo: Zur Sprache der Komanen (in Intern. Zeitschr. f. allgem. Sprachwissenschaft, I, II); Kudatku-Bilik Facsimile der uigurischen Handschr. der k. k. Hofbibliothek in Wien (Pietroburgo 1890); Das türkische Sprachmaterial des Codex Cumanicus (Mem. Acad., ivi 1887, XXXV, 6); Die alttürkischen Inschriften der Mongolei (ivi 1894-99; 5 memorie); Alttürkische Studien (ivi 1909-1911: 5 memorie); e infine la pubblicazione postuma: Uigurische Sprachdenkmäler. Materialien nach dem Tode des Verfassers mit Ergänzungen (ed. da S. Matov, Leningrado 1928), che comprende testi uigurici con trascrizione in caratteri cirillici, traduzione tedesca e note in russo.
Bibl.: L. Sternberg, Iz žizni i dejatelnosti Vasilija Vasil'eviča Radlova (Notizie sulla vita e l'attività di V. V. R.), in Živaja Starina, XVII (1909), p. 70 segg.; Ko dnju semidesjatiletija V. V. Radlova 5 janvarja 1907 goda (Per il 70° compleanno di V. V. R.), Pietroburgo 1907; B. Munkácsi, Radloff Vilmos, in Budapesti Szemle, CLXXVI (1918), pp. 425-61 (ampio necrologio con tutta la bibliografia).