RIEHL, Wilhelm Heinrich
Sociologo, storico e novelliere, nato il 6 maggio 1823 a Biebrich sul Reno, morto il 16 novembre 1897 a Monaco. Studiò teologia e filosofia a Marburgo, Tubinga, ecc., finché l'interessamento per la storia culturale e la sociologia lo distolse dalla teologia protestante e dalla carriera ecclesiastica, ed egli si dedicò all'attività letteraria. Dopo il 1848 prese un atteggiamento decisamente conservatore e occupò importanti posti direttivi in alcuni giornali (dal '51 al '54 nella redazione del principale giornale tedesco d'allora, la Allgemeine Zeitung di Augusta). Chiamato da Massimiliano II di Baviera a Monaco (1855), divenne professore universitario (tenendo corsi di sociologia, di storia economica, di dottrina politica, ecc.), funzionario all'ufficio stampa della casa reale e del Ministero degli esteri. Diresse l'opera Bavaria (descrizione della Baviera dal punto di vista statistico, storico, etnografico, topografico), per dieci anni lo Historisches Taschenbuch, e dal 1885 il museo nazionale bavarese e l'ufficio belle arti e antichità della Baviera.
Adottò come storico il metodo d'indagare i rapporti tra paese e popolo, basando la sua ricerca sull'etnografia, sullo studio delle condizioni economiche, dei caratteri specifici delle varie stirpi e regioni, traendo le sue conclusioni non solo dai libri, ma anche in gran parte dall'osservazione diretta della vita del popolo attraverso lunghe attente peregrinazioni. Tali principî informano i suoi svariati lavori sulla vita sociale, economica e culturale della Germania contemporanea e dei secoli anteriori, le sue opere su alcuni aspetti (problema del lavoro, del proletariato, delle diverse classi sociali, ecc.) e regioni (Palatinato, ecc.) e segnatamente la sua opera generale Naturgeschichte des deutschen Volkes als Grundlage einer deutschen Socialpolitik (voll. 4, 1851-1869; scelta a cura di H. Naumann e R. Haller, Lipsia 1935). Se ora metodo e conclusioni della sua indagine sono in parecchi punti sorpassati, conservano tuttora valore le sue acute osservazioni sui fenomeni della vita sociale tedesca, su tendenze della vita economica del suo tempo (egli fu uno dei primi a notare i pericoli della rapida industrializzazione, dell'urbanesimo a danno dell'economia agraria), talché alcune sue idee conservatrici intorno al contadinato, alla rivalutazione della famiglia, al movimento di emancipazione della donna, ecc., mostrano notevoli punti di contatto con recentissime riforme attuate in Germania, mentre il suo attaccamento alla tradizionale divisione delle varie classi sociali appare più vicino alle correnti antirivoluzionarie dell'Ottocento.
Delle sue novelle che abbracciano un millennio di storia tedesca (raccolte nei volumi Kulturgeschichtliche Novellen, 1856; Geschichten aus alter Zeit, 1863; Neues Novellenouch, 1868; Aus der Ecke, 1874; ecc.) non poche si sono conservate vive nelle scuole, grazie allo stile sobrio, l'esposizione chiara e semplice, all'intreccio interessante, al contenuto educativo senza unzione. Il racconto procede spedito, qua e là ampliandosi in qualche scena culminante, qua e là rallentando in qualche quadretto con una certa venatura d'umorismo. Le sue novelle, i cui intrecci sono generalmente inventati e non s'imperniano intorno a figure storiche; si raccomandano essenzialmente per il loro carattere di sana lettura da cui traspare l'animo schietto dell'autore, per assenza di difetti piuttosto che per veri pregi artistici.
Ediz.: Vom deutschen Land und Volke, scelta a cura di P. Zaunert, Jena 1922; Geschichten und Novellen (Gesamtausgabe), in voll. 7, Stoccarda 1923.
Bibl.: H. Simonsfeld, R. als Kulturhistoriker, Monaco 1898; id., W. H. R., in Allgemeine deutsche Biographie, LIII (1907), pp. 362-83; D. J. C. Schmidt, W. H. R., Straburgo 1913; Th. Matthias, Gehalt und Kunst riehlscher Novellistik, Schweidnitz 1925.