WILHELM di Colonia
Pittore, documentato a Colonia dal 1358 e morto prima del 1378.Su maestro W., una personalità artistica che negli studi viene fatta coincidere con quella di Wilhelm di Herle (piccola località nei pressi di Aquisgrana), si ricavano informazioni da annotazioni nei registri, grazie alle quali è noto che, con sua moglie Jutta, nel 1358 acquistò una delle tre case poste di fronte al monastero degli Agostiniani, nei pressi della Schildergasse; dieci anni dopo divenne membro della Weinbruderschaft (Confraternita del vino); il 4 agosto 1370 ottenne 9 marchi per le miniature eseguite per il Liber iuramentorum, purtroppo non conservate. Committente di quest'opera fu la potente Corporazione dei tessitori, che nel luglio di quell'anno aveva ottenuto il governo della città. Ulteriori notizie relative al 1371, al 1372 e al 1378 attestano la sua crescente prosperità fino a che, nel 1378 viene segnalato come defunto. Nel 1387 la vedova Jutta sposò il suo seguace Herman Wynrich di Wesel (Firmenich-Richartz, 1895).A W. non può essere attribuita alcuna opera con certezza. Soltanto dalla metà del sec. 19° la ricerca storica si è occupata con maggiore attenzione dell'antica produzione pittorica coloniense, all'interno della quale, a partire da Ennen (1859), il ruolo più importante è stato riconosciuto al maestro Wilhelm di Herle, individuato nel 1810 (Reiners, 1925).Tilemann Elhen di Wolfshagen nella Limburger Chronik (MGH. Dt. Chron., IV, 1, 1883, p. 75) sosteneva che nel 1380 avesse vissuto a Colonia un pittore di nome Wilhelm che fu il miglior pittore di tutte le regioni della Germania e che fu apprezzato dai maestri, poiché dipingeva gli uomini in tutta la loro forma, come se fossero stati vivi.A questa notizia documentaria è da ricondurre l'attribuzione a W. di numerose opere di pittura coloniense su tavola e murale, senza riguardo al fatto che la data della sua morte contraddiceva alcune attribuzioni. Fu in particolare Aldenhoven (1902) a ordinare la sistemazione della scuola di pittura di Colonia intorno al maestro Wilhelm. Così, accanto alle parti più antiche del Klarenaltar, oggi nel duomo di Colonia, e alle pitture murali della sala della Hansa nel Rathaus di Colonia (Colonia, Wallraf-Richartz-Mus.), sono state attribuite a W. anche opere che ora sono ascritte al Maestro della S. Veronica. Del resto già Schlegel (1803-1805) ritenne di riconoscere la sua mano persino nella raffigurazione del duomo di Stefan Lochner.A partire da Passavant (1833) le parti più antiche del Klarenaltar, ridipinto pochi decenni dopo la sua realizzazione, vennero strettamente collegate al maestro Wilhelm. Altrettanto avvenne con le pitture murali del Rathaus di Colonia: secondo una notizia del 27 novembre 1370 (FirmenichRichartz, 1895) in quel giorno vennero pagati 220 marchi, "item pictori pro pictura domus civium 220 mr", per una grande e significativa pittura. Poiché da un lato non si è conservata alcuna grande e significativa opera di pittura per il periodo che va dal 1360 al 1370 e, d'altro canto, la grandezza e l'importanza della committenza costituiscono un presupposto per l'assegnazione dell'opera al miglior maestro, apparve ovvio attribuire tale pagamento al maestro Wilhelm. Vi sono sempre state anche voci dissonanti. Già Firmenich-Richartz (1895) mise in dubbio la veridicità dello scrittore della Limburger Chronik riguardo all'affermazione che maestro W. fosse il miglior pittore tedesco. Reiners (1925) ha posto in discussione le attribuzioni a W. in modo più fondato e Stange (1936), per mancanza di prove documentarie, ha respinto infine l'attribuzione a tale maestro di qualsiasi opera coloniense conservata. Questa è la valutazione ora sostenuta dalla critica (Zehnder, 1990). Tuttavia ancora oggi nei cataloghi d'asta (soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna) vengono attribuite a W. opere che potrebbero essere state realizzate soltanto molto tempo dopo la sua morte.
Bibl.: F. Schlegel, Dritter Nachtrag alter Gemälde, Europa 4, 1803-1805, p. 136ss; J.D. Passavant, Nachrichten über die alte Kölner Malerschule, Kunst-Blatt, 1833, 10-13, pp. 37-48, 51-52; E. Ennen, Der Maler Meister Wilhelm, Annalen des Historischen Vereins für den Niederrhein 7, 1859, pp. 212-215; E. Firmenich-Richartz, Kölner Künstler in alter und neuer Zeit, J.J. Merlos neu bearbeitete und erweiterte Nachrichten von dem Leben und den Werken Kölnischer Künstler, Düsseldorf 1895, p. 948ss.; id., Wilhelm von Herle und Meister Wynrich von Wesel, ZChK 8, 1895, coll. 234-338; C. Aldenhoven, Die Geschichte der Kölner Malerschule, Lübeck 1902; K. Schäfer, Geschichte der Kölner Malerschule, Lübeck 1923, p. 7ss.; H. Reiners, Die Kölner Malerschule, Mönchengladbach 1925, p. 25ss.; A. Stange, Deutsche Malerei der Gotik, II, Die Zeit von 1350 bis 1400, Berlin 1936, p. 103ss.; K. vom Rath, s.v. Wilhelm von Köln, in Thieme-Becker, XXXV, 1941, pp. 575-576; F.G. Zehnder, Katalog der Altkölner Malerei (Kataloge des Wallraf-Richartz-Museums, 11), Köln 1990, p. 112ss.D.R. Täube