Arets, Wiel
Architetto nederlandese, nato a Heerlen il 6 maggio 1955. Laureatosi alla Technische Universiteit di Eindhoven nel 1983, l'anno successivo ha fondato nella sua città natale lo studio Wiel Arets Architect & Associates, che nel 1997 ha trasferito a Maastricht, e del quale nel 2003 ha aperto una succursale ad Amsterdam. Dal 2000 ha lavorato in associazione con B. Kraus, n. a Norimberga (Germania) nel 1970. Ha insegnato presso varie scuole, tra cui la Academie van Bouwkunst di Amsterdam e Rotterdam (1986-1989), l'Architectural Association di Londra (1988-1992), la Columbia University (1991-92) e la Cooper Union (1992) di New York, la Kunstakademiets Arkitektskole di Copenhagen (1994), la Hochschule für Angewandte Kunst di Vienna (1994), la Fundació Mies van der Rohe di Barcellona (2000), la Universität der Künste di Berlino (2004); dal 1995 al 2003 è stato preside del Berlage Institute di Amsterdam. Ha vinto numerosi premi: Victor de Stuers 1987, Charlotte Köhler 1988, Rotterdam-Maaskant 1989, Edmund Hustinx 1991, Mies van der Rohe 1995, Concrete 1995.
A. è considerato il prosecutore della tradizione modernista olandese filtrata attraverso l'opera di H. van der Laan e F. Peutz. Le sue architetture, estranee a qualunque indugio storicista, solo apparentemente sono semplici e severe; attraverso la loro esplorazione si può cogliere una tensione e una continua mutevolezza nella percezione degli spazi, di gusto quasi cinematografico, qualità sensibili ottenute attraverso continue variazioni nell'uso dei materiali (cemento, legno, zinco e vetri variamente trattati), scelti in funzione delle loro qualità, non solo visive, ma anche tattili.
A. è divenuto noto con l'Academie voor Kunst en Architectuur (Accademia per l'arte e l'architettura) di Maastricht (1989-93), un edificio che con le sue pareti in vetrocemento richiama la parigina Maison de verre di P. Chareau (1928), e che nel 1998 la UIA (Union Internationale des Architects) ha inserito nella sua lista dei mille migliori edifici del 20° secolo. Ha continuato a esplorare le proprietà dei materiali vitrei con la stazione di polizia di Boxtel (1994-97), la fabbrica della Lensvelt a Breda (1994-1999), lo showroom e gli uffici della Kwakkel ad Apeldoorn (1999-2002), sino a trovare la massima enfasi nella biblioteca del campus universitario di Utrecht (1997-2004), la cui volumetria, solo apparentemente monolitica, sembra smaterializzata mediante l'uso di foglie serigrafate sui vetri che racchiudono le facciate. Il cemento, trattato con diverse valenze, caratterizza il volume modernista della sede dell'istituto pensionistico AZL a Heerlen (1991-1995), modella l'andamento tortuoso del percorso espositivo della galleria privata Hedge House, situata nel giardino del castello di Wijlre (1998-2001), mentre, sotto forma di scabre piastrelle nere prefabbricate, riveste il parallelepipedo verticale della torre residenziale Skydome nel quartiere KNSM ad Amsterdam (1990-1996) e quelli delle torri gemelle Hoge Heren nel quartiere Zalmhaven a Rotterdam (1993-2001). Lo zinco è stato usato come rivestimento per la sede della polizia regionale del Zuid-Limburg a Heerlen (1994-1999), mentre è stato accostato al legno e al cemento nella caratterizzazione dei tre volumi affiancati che compongono la sede del commissariato di polizia di Vaals (1993-95), sottolineando così le diverse funzioni ed evidenziando, al contempo, il carattere unitario e armonico dell'edificio, concepito in simbiosi con il paesaggio.
bibliografia
Wiel Arets, architect, a cura di A. Vidler, Rotterdam 1989.
B. Lootsma, M. Küng, Wiel Arets, Antwerpen 1996.
Wiel Arets: strange bodies = Fremdkörper, hrsg. J. Bosman, Basel-Boston 1996.
El croquis, 1997, 85, nr. monografico: Wiel Arets 1993-1997.
M. Bock, Wiel Arets, architect, Rotterdam 1998.
Wiel Arets, blending, hrsg. K. Feireiss, Berlin 2002.
Wiel Arets: works, projects, writings, ed. X. Costa, Barcelona 2002.
Wiel Arets: opere e progetti, a cura di M. Faiferri, Milano 2003.