Regista tedesco (Georgenthal 1945 - Kassel 2010). Dopo studi di psicologia e di cinema a Monaco di Baviera, ha realizzato i suoi primi cortometraggi sperimentali in superotto (Callas portrait, 1968; Mona Lisa, 1968; Argila, 1969; Neurasia, 1969), talvolta in collaborazione con il regista e attivista omosessuale Rosa von Praunheim (nome d'arte di Holger Mischwitzky, n. 1942). Propugnatore dell'estetica camp (esageratamente artificiale e teatrale), S. si è rivelato con il lungometraggio Eika Katappa (1969), ispirato a Lautréamont; tra i suoi film successivi, irriverenti riflessioni sulla decadenza artistica europea e sofferte indagini sulla diversità e sull'emarginazione, ricordiamo Salome (1971), Macbeth (1971), Der Tod der Maria Malibran (1971), Der schwarze Engel (1974), Neapolitanische Geschwister (Nel regno di Napoli, 1978), Palermo oder Wolfsburg (1980), Liebeskonzil (1982), Malina (1991), Die Königin-Marianne Hoppe (2000), Deux (2002). Attivo fin dagli anni Settanta nei principali teatri tedeschi, vi introdusse il suo gusto dell'eccesso e la sua esuberanza iconoclasta; moltiplicando le sollecitazioni sonore e visuali rivolte allo spettatore, provocandolo con il gioco sconvolgente dei corpi e la recitazione degli attori, S. ha allestito classici come Shakespeare, H. von Kleist, A. Strindberg, e testi di autori discussi come R. W. Fassbinder e Y. Mishima, sempre fedele a uno stile barocco e manierista, tra il simbolismo analogico e il più sfrenato melodramma. Fra le sue regie teatrali: Medea di C. Alvaro (1983) e Medea di H. H. Jahnn (1989); Le roi Lear (1990); Sangue di L. Norén (1998); Zoo di vetro di T. Williams (1999).