webtax
(web-tax), loc. s.le f. inv. Tassazione sui guadagni delle grandi aziende che operano nella rete telematica.
• [Matteo Renzi] chiede al Parlamento di cancellare la webtax e a [Enrico] Letta di porre il tema in sede europea, magari durante il prossimo semestre di presidenza italiana della Ue, perché affrontarlo a livello italiano «non serve a nulla, anzi sarebbe dannoso». (Vladimiro Frulletti, Unità, 18 dicembre 2013, p. 4, Politica) • Alcune importanti novità riguarderanno anche le imprese del Web, come Google o Facebook, che saranno chiamate a versare imposte più adeguate rispetto agli utili e ai fatturati che realizzano nel Paese. Non si tratterà di una web-tax sul modello di quelle fino ad oggi ipotizzate. Anche in questo caso l’intenzione del governo è di andare nel solco delle regole dell’Ocse, seguendo in particolare le indicazioni contenute nel piano Beps (Base erosion and profit shifting). In che modo? Rivedendo la definizione di «stabile organizzazione». (A. Bas., Messaggero, 14 febbraio 2015, p. 7, Primo Piano) • Dato che forse si vota a breve, è escluso qualsiasi aumento di tasse ‒ persino nella versione «web-tax» sui giganti della rete tipo Google, Amazon e soci ‒ e dunque restano poche opzioni: sul tavolo al momento ci sarebbero un anticipo di tagli ai ministeri già promessi per il 2018 e altre operazioni sul recupero di gettito. (Marco Franchi, Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2017, p. 7, Economia).
- Espressione inglese composta dai s. web e tax ‘tassa, imposta’.