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Rutkiewicz, Wanda

di Linda Cottino - Enciclopedia dello Sport (2004)
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Rutkiewicz, Wanda

Linda Cottino

Lituania/Polonia • Plungiany, 4 febbraio 1943-Kangchenjunga (Nepal), 13 maggio 1992

È stata definita la più grande alpinista del mondo. Il suo sogno di diventare la prima donna a conquistare tutti gli 'ottomila' si infranse, quando ne aveva già scalati otto, a 300 m dalla vetta del Kangchenjunga, dove fu vista per l'ultima volta. La grande avventura alpinistica di Rutkiewicz, nata in Lituania, ma divenuta polacca dalla fine della guerra, ebbe inizio sulle rocce degli Skalki, poi di Jura e degli Alti Tatra (Mnich). Nel 1967, insieme a Halina Krüger, compì la traversata del Monte Bianco, salì la Est del Grépon e l'Aiguille des Grands Charmoz e l'anno seguente, ancora con Krüger, scalò il gigantesco Troll Wall in Norvegia. Poi le sue prime spedizioni, una al Pik Lenina (1970), l'altra al Noshaq, in Hindukush (1972). Quindi, con Danuta Wach e Stefania Egierszdorff, salì in seconda ripetizione assoluta (dopo Messner e Hiebeler) il Pilastro Nord dell'Eiger (1973). Guidò la prima spedizione di sole donne al Gasherbrum III (7952 m, 1975); in quella occasione Halina Krüger e Anna Okopinska salirono il Gasherbrum II senza ossigeno. Dopo una forte meningite che la costrinse a reimparare alcune semplici funzioni come mangiare e camminare, nel 1977 salì la Nord del Cervino in inverno (con Anna Czerwinska, Krysztyna Palmowska e Irena Kesa, che ebbe una crisi di ipotermia; solo Czerwinska mise piede sulla vetta, tutte le altre furono portate a valle dall'elisoccorso). Nel 1978 fu la terza donna e la prima europea sull'Everest. Dopo questa esperienza decise di organizzare spedizioni femminili: cominciò nel 1982 con quella al K2, arrivando al campo base con le stampelle per un incidente occorsole sull'Elbrus (Caucaso) l'anno precedente, ma l'impresa fu funestata dalla morte di Halina Krüger per un improvviso arresto cardiaco e la cima non venne raggiunta a causa del maltempo. Nel 1985 scalò la parete Sud dell'Aconcagua e il Nanga Parbat, nel 1986 fu al K2, per il suo terzo tentativo, con i francesi Liliane e Maurice Barrard e Michel Parmantier. Questa volta l'ascensione fu coronata dal successo, ma poi la polacca vagò nella tormenta più di 48 ore, segnata dalla scomparsa dei Barrard. Lo Shisha Pangma, nel 1987, fu il suo quarto 'ottomila'. Con l'amica Ewa Pankiewicz tentò invano il Cerro Torre, poi si unì a una spedizione femminile inglese al Gasherbrum II, e lo salì nel luglio 1989. Scalò in stile alpino il Gasherbrum I nel 1990, il Cho Oyu e l'Annapurna nel 1991, ma nel 1992, al terzo tentativo sul Kangchenjunga, scomparve.

Vedi anche
Urubko, Denis Alpinista kazako (n. Nevinnomyssk, Russia, 1973). Si è formato alpinisticamente sulle vette del Caucaso, ma nel 1993 è fuggito dalla Russia e si è rifugiato in Kazakistan. Qui ha vissuto momenti difficili (anche dal punto di vista economico), prima di essere ammesso nel reparto d’alpinismo dell’esercito ... Moro, Simone Alpinista italiano (n. Bergamo 1967). Ha iniziato ad arrampicare ancora adolescente e (dopo il servizio militare nel corpo degli Alpini) tra il 1992 e il 1996 ha allenato la Nazionale italiana di arrampicata sportiva. Nello stesso periodo ha scalato per la prima volta le vette dell’Himalaya: negli anni ... Shisha Pangma (sanscrito Gosainthan) Cima della catena assiale himalaiana (8018 m), nel Tibet meridionale, presso il confine con il Nepal. Lo Shisha Pangma è il 14° ottomila della Terra e, nonostante si tratti di uno dei più facili da scalare, è stato l’ultimo a essere conquistato. Nel 1964 fu scalato da una spedizione ... Annapurna Gruppo montuoso nella parte occidentale della catena dell’Himalaya, a NO di Katmandu (Nepal). Culmina con il monte A. I (8078 m), il primo ‘ottomila’ scalato dall’uomo. La vetta fu raggiunta il 3 maggio 1950 dalla spedizione francese diretta da M. Herzog e L. Lachenal. Procedendo verso E si distinguono ...
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