Landor, Walter Savage
Poeta e letterato inglese (Warwick 1775 - Firenze 1864); carattere estroso e stravagante, visse molti anni in Italia della quale conobbe bene la lingua e la letteratura. Dimorò prima a Como (1815-1818), poi a Pisa (1818-1821) indi a Firenze (1821-1835). Dopo il lungo soggiorno italiano tornò in Inghilterra, ma all'età di 84 anni (1858) fu ancora una volta a Firenze dove morì sei anni dopo. Fra le sue opere più note sono Imaginary Conversations, pubblicate in cinque volumi fra il 1824 e il 1829, e The Pentameron (1837).
Il L. era grande ammiratore di Boccaccio, ma pare che non capisse bene D.; per lo più condivise l'opinione contemporanea inglese che D. fosse in primo luogo il poeta severo e lugubre del peccato e delle pene. Riconobbe però l'evidente grandezza di D., e ammirò il lirismo di quei ben noti brani ed episodi sempre citati dagl'Inglesi: Francesca, Ugolino, ecc. Il Pentameron consiste in un dialogo fra Petrarca e Boccaccio principalmente sull'argomento dei meriti e difetti di D.: Petrarca non trova niente da ammirare nell'Inferno, eccetto gli episodi di Francesca e Ugolino, e anche Boccaccio confessa l'inferiorità di D. in confronto a Omero e Virgilio, e rileva le debolezze del Purgatorio e del Paradiso.
Bibl. - I. Foster, W.S.L., a biography, Londra 1869; E.N.S. Thompson, D. and L., in " Modern Language Notes " XX (1905); L. Whiting, The Florence of L., Londra 1905; R. Browning, Some Records of L., ibid. 1919; S. Wheeler, L., the Man and the Poet, in " The Nineteenth Century " LXXXIV (1922); V. Lee, The Retoric of L., in The Handling of Words, Londra 1926; G. Fornelli, W.S.L. e l'Italia, Forlì 1930; W.P. Friederich, Dante's Fame Abroad 1350-1850, Roma 1950, 291-295.