Benjamin, Walter
Filosofo, saggista e critico letterario tedesco di famiglia ebraica, nato a Berlino il 15 luglio 1892, morto suicida a Port Bou (Catalogna) il 26 settembre 1940. Studiò nelle università di Friburgo, Berlino, Monaco e Berna, e in quest'ultima si laureò in filosofia (1919) con una tesi sul concetto di critica d'arte nel romanticismo tedesco (Der Begriff der Kunstkritik in der deutschen Romantik, pubblicata nel 1920; trad. it. Torino 1982). Incominciò quindi una variegata attività saggistica su temi letterari, politici e di storia della cultura, e cercò invano di dare vita a una rivista che avrebbe dovuto chiamarsi Angelus novus. Attraverso lo storico dell'ebraismo G. Scholem, al quale fu legato da profonda amicizia, si avvicinò alla teologia e alla mistica ebraiche, che avrebbero rivestito un ruolo di rilievo nella sua riflessione filosofica. Nel 1925 sottopose all'università di Francoforte un lavoro sul dramma barocco tedesco (Ursprung des deutschen Trauerspiels, pubblicato nel 1928; trad. it. Torino 1971), con l'obiettivo di conseguirvi la libera docenza; ma il lavoro fu rifiutato e B. rinunciò alle ambizioni accademiche, mantenendosi con l'attività saggistica (scrisse su Goethe, Proust, Baudelaire, Kafka, Brecht). Amico di E. Bloch, del quale assimilò la concezione messianica della storia, nel 1929 conobbe B. Brecht, che lo influenzò notevolmente sul piano politico. Fu inoltre in stretto contatto con M. Horkheimer e Th.W. Adorno, collaborando alla Zeitschrift für Sozialforschung. Membro dell'Institut für Sozialforschung, ne seguì le sorti emigrando in un primo tempo a Parigi; dopo l'occupazione tedesca della Francia cercò di raggiungere gli Stati Uniti, dove era stato trasferito l'Institut, ma, temendo di essere catturato dalla Gestapo, si suicidò al confine tra Francia e Spagna.
Difficilmente riconducibile a un nucleo unitario, la produzione di B. si caratterizza innanzitutto per una sorta di frammentarietà, dovuta in larga misura alla particolare vocazione critico-letteraria benjaminiana a esercitarsi su temi spesso eterogenei. La sua riflessione filosofica, segnata da una forte antisistematicità e orientata da temi teologici attinti alla tradizione cabbalistica, fu inizialmente rivolta al linguaggio, anche per via dell'attività di traduzione svolta da Benjamin. In Über die Sprache überhaupt und über die Sprache des Menschen (1916; trad. it. in Angelus Novus. Saggi e frammenti, Torino 1962) viene elaborata l'idea di una pura lingua di nomi, divina, contrapposta alla molteplicità dei linguaggi umani, e se da un lato in questi linguaggi si danno tracce dell'essenza spirituale dell'uomo, partecipe del verbo divino soprattutto per la sua caratteristica attività di conferire i nomi alle cose e alle persone, dall'altro l'anelito al ripristino della pura lingua originaria della verità - secondo le tesi esposte in Die Aufgabe des Übersetzen (1921; trad. it. in Angelus Novus. Saggi e frammenti, cit.) - è ciò che rende possibile il compito del traduttore, volto a connettere i diversi linguaggi sulla base di una comunanza che deriva loro dalla medesima origine trascendente.
Pur continuando nella sua attività saggistica letteraria, B. si dedicò poi con maggiore attenzione a questioni estetiche e di sociologia dell'arte; il suo contributo di maggior rilievo in questo ambito è il celebre saggio Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit (1936; trad. it., con altri saggi, Torino 1966), nel quale analizza le condizioni di produzione e fruizione artistica mutate particolarmente con l'avvento della fotografia e del cinema: la "riproducibilità tecnica" intrinsecamente connaturata a queste forme di espressione artistica implicherebbe la perdita di quella che B. chiamava "aura", ossia quel carattere di unicità, autenticità e irripetibilità tipico dell'opera d'arte tradizionale - il suo "hic et nunc" -, assimilando gli esemplari delle nuove forme d'arte a veri e propri prodotti di consumo. Un ulteriore nucleo tematico della riflessione di B. è costituito dalla filosofia politica, a cui fu particolarmente sensibile negli ultimi anni, soprattutto per via dell'avvicinamento al marxismo. Quello di B. è tuttavia un marxismo atipico, volto da un lato a contrastare lo storicismo e in genere le concezioni continuiste del tempo e del progresso, dall'altro a coniugarsi con la teologia, sfociando - come si evince soprattutto dalle Geschichtsphilosophische Thesen (1940; trad. it., con altri saggi, in Angelus Novus. Saggi e frammenti, cit.) - nell'affermazione di un messianismo per il quale la rottura rivoluzionaria è inscritta in una finalità redentiva.
Suggestiva quanto irrisolta, la riflessione di B. ha suscitato grande attenzione nella seconda metà del sec. 20°, anche grazie all'opera di diffusione di Adorno, esercitando la maggiore influenza negli anni Settanta, ed è tuttora al centro di disamina critica, sia in ambito critico-letterario sia in ambito estetico e filosofico-politico.
Fra le altre opere: gran parte delle opere di B. sono state pubblicate postume. Una prima collezione di saggi è costituita dagli Schriften, hrsg. Th.W. Adorno, G. Adorno, 1955, 2 voll. (trad. it. del 2° vol.: Angelus Novus. Saggi e frammenti, Torino 1962). Molte sono inoltre le opere pubblicate singolarmente; oltre quelle già citate nella voce si ricordano: Städtebilder, hrsg. P. Szondi, 1963 (trad. it. Torino 1971); Briefe, hrsg. G. Scholem, Th.W. Adorno, 1966 (trad. it. parziale Torino 1978); Charles Baudelaire: ein Lyriker im Zeitalter des Hochkapitalismus, hrsg. R. Tiedemann, 1969; W. Benjamin, G. Scholem, Briefwechsel 1933-1940, hrsg. G. Scholem, 1980 (trad. it. Teologia e utopia. Carteggio 1933-1940, Torino 1987). Numerose le raccolte di scritti apparse in lingua italiana, tra le quali: Avanguardia e rivoluzione. Saggi sulla letteratura, Torino 1973; Sul concetto di storia, Torino 1997. I Gesammelte Schriften di B., in 7 voll., sono stati pubblicati dall'editore Suhrkamp, a cura di R. Tiedemann e H. Schweppenhäuser, Frankfurt a. M. 1972-89. Dal 1982 è in corso la pubblicazione in italiano delle opere complete di B. a cura di G. Agamben presso Einaudi; tra quelle apparse ricordiamo: Metafisica della gioventù. Scritti 1910-1918 (Torino 1982); Strada a senso unico. Scritti 1926-1927 (Torino 1983); Parigi, capitale del XIX secolo. I "Passages" di Parigi (Torino 1986, trad. it. del celebre Das Passagen-Werk, pubbl. nel 1982); Ombre corte. Scritti 1928-1929 (Torino 1993).
bibliografia
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Per ulteriori indicazioni si rinvia a R. Gavagna, Benjamin in Italia. Bibliografia italiana, Firenze 1982; M. Brodersen, Walter Benjamin. Bibliografia critica generale (1913-1983), Palermo 1984.