Whitman, Walt
Il cantore dell’America
Considerato da molti il massimo poeta americano, Walt Whitman ha celebrato con i suoi versi liberi e audaci la grandezza della democrazia del suo paese e lo spirito di fratellanza che dovrebbe unire tutti gli esseri umani. Le novità di linguaggio e di contenuto hanno reso il suo capolavoro, Foglie d’erba, il titolo più importante della lirica statunitense
Walter Whitman nasce nel 1819 a Long Island, vicino a New York, da genitori di fede quacchera (una setta protestante inglese). Secondo di nove figli, a undici anni Walt deve lasciare la scuola per aiutare la famiglia. La sua prima occupazione è quella di stampatore, che gli consente di accostarsi alla letteratura grazie alla lettura dei classici di cui si trova a pubblicare le opere.
Nel 1836 inizia la carriera di insegnante, adottando un rivoluzionario metodo didattico fondato sul coinvolgimento e sul rispetto delle esigenze dei bambini. Nel 1841 diventa giornalista a tempo pieno, e nel 1848 fonda a New York il Brooklyn Freeman, giornale dalle posizioni democratiche e antischiaviste.
Dopo un romanzo in cui denuncia la piaga sociale dell’alcolismo (Franklin Evans, 1842), la carriera letteraria di Whitman si orienta verso la poesia, culminando nel 1855 con la pubblicazione, a spese dell’autore, di Foglie d’erba. Questa raccolta, che Whitman ripubblicherà in altre otto edizioni, aggiungendo continuamente nuove composizioni e modificandone profondamente altre, è uno dei momenti più alti del cosiddetto Rinascimento americano, la stagione che segna, per la letteratura statunitense, il definitivo raggiungimento della maturità. Come introduzione e premessa alla raccolta, Whitman fa inserire una lettera elogiativa di Ralph Waldo Emerson, il più importante filosofo del movimento trascendentalista.
Nella prefazione Whitman propone il suo programma poetico per la giovane America, una dichiarazione d’amore sintetizzata nella frase «l’America è il poema più grande», e definisce il ruolo del poeta quale cantore dei valori della libertà e della democrazia incarnati nella nazione americana. Le poesie della raccolta sono la prima dimostrazione pratica delle sue teorie: l’audacia con cui egli afferma il diritto della gente comune, delle donne, degli Indiani d’America e degli Afroamericani a essere protagonisti del grande poema americano trova un diretto riscontro in coraggiose innovazioni stilistiche come il rifiuto della rima, l’impiego di versi lunghi anche tre o quattro righe, il ricorso a interminabili elenchi che ‘democraticamente’ mettono l’uno accanto all’altro, su un piano di assoluta eguaglianza, tutti i protagonisti e gli aspetti della società americana.
Un elemento fondamentale della poetica whitmaniana è che a questa generosa apertura alla dimensione collettiva si accompagna un’esaltazione continua dell’io del poeta, che in Canto di me stesso assurge a dimensioni cosmiche, capaci di contenere l’America intera con tutte le sue speranze e le sue contraddizioni. Il poeta abbraccia con il suo corpo-nazione ogni individuo che ne fa parte, in un rapporto di amore totale e disinteressato che non di rado assume, quando l’oggetto della passione è un uomo, toni omosessuali. Il linguaggio è al tempo stesso concreto e visionario, teso a riprodurre la ricchezza e la vitalità di quella nuova lingua che è l’inglese d’America.
Nelle edizioni successive di Foglie d’erba Whitman è sempre attento a inserire riferimenti a ciò che accade: dal progressivo avvento dell’industrializzazione alla crisi generata dallo schiavismo, dalla tragedia della guerra di Secessione – che lo vede impegnato in prima persona come infermiere – all’assassinio di Abraham Lincoln.
Nel 1871 Whitman pubblica la raccolta di scritti in prosa Prospettive democratiche, in cui espone con chiarezza le proprie idee sulla democrazia, in parte anche in reazione alle accuse di oscenità che gli costano il posto di lavoro presso il Dipartimento degli Interni. Queste accuse continuano a inseguirlo fino agli ultimi anni di vita, quando prepara l’edizione definitiva di Foglie d’erba, pubblicata nel 1891-92 e nota come edizione del letto di morte. Walt Whitman si spegne nel 1892 a Camden. La sua è un’eredità inestimabile di coraggio politico e spericolatezza linguistica, e soprattutto una testimonianza di amore sconfinato per l’America e la sua umanità.