GARSIN, Vsevolod Michajlovič
Scrittore russo, nato il 2 febbraio 1855 nel distretto di Bachmut, suicidatosi a Pietroburgo il 19 marzo 1888. Eccessivamente sensibile e d'intelligenza precoce, ebbe un'infanzia molto triste. Studente all'accademia mineraria di Pietroburgo, allo scoppio della guerra del 1877 si arruolò volontario e rimase ferito a una gamba. Promosso ufficiale lasciò il servizio e, incoraggiato dal successo del suo primo racconto, decise di dedicarsi alla letteratura. Ma già in questo periodo egli cominciò a dar segno di squilibrio mentale. Quasi guarito, si recò a vivere in un villaggio presso uno zio matemo, finché, nel 1882 tornò a Pietroburgo, dove si ammogliò e s'impiegò in una cartiera. Alla fine del 1887 i segni di pazzia ricominciarono. Pochi mesi dopo egli si uccideva.
L'opera letteraria del G., pur riflettendo l'animo sensibilissimo e malato dello scrittore, si distingue per rara chiarezza ed equilibrio di costruzione: tanto nei primi racconti di carattere soggettivo psicologico, quanto in quelli successivi, scritti alla maniera dei racconti popolari tolstoiani. Nei suoi ultimi anni il G. meditava grandi composizioni di carattere epico storico, e cercava nuove forme alle sue concezioni simboliche, che la malattia e la morte prematura gl'impedirono di realizzare. Tra le sue cose più riuscite sono il racconto Krasnyj cvetok (Il fiore rosso), il breve romanzo Nadežda Nikolaevna e Attalea princeps, espressione della sua filosofia pessimistica.
Opere: Ediz. completa, Pietroburgo 1910. Trad. in italiano: Il fiore rosso, a cura di S. Polledro con pref. di L. Ginzburg, Torino 1932.
Bibl.: Raccolta Pamjati Garèina (In memoria di G.), Pietroburgo 1889; V. Korolenko, V. M. G., in Opere, XXIV, Charkov 1927; K. Cukovskij, V. M. G., in Lica i maski (Volti e maschere), Pietroburgo 1914; S. N. Durylin, Repin i Garèin, Mosca 1926.