MEYERHOLD (Mejerchol′d, secondo la grafia russa), Vsevolod Emilevič
Attore, regista e teorico del teatro russo. Nacque il 28 gennaio 1874 a Penza; il padre era un industriale tedesco, la madre era originaria d'una famiglia tedesca di Riga. Recatosi a Mosca per studiarvi giurisprudenza, decise invece di dedicarsi alla carriera di attore. Fatti i primi passi a Penza nel Teatro nazionale nel 1897, seguì a Mosca i corsi di arte drammatica della Società Filarmonica. La creazione del "Teatro artistico" di V. I. Nemirovič-Dančenko e K. S. Stanislavskij segnò l'inizio del lavoro professionale di M. Dal 1898 al 1902 egli fu infatti attore e regista del "teatro artistico", interpretando tra l'altro Treplev nel Gabbiano di A. Cechov, Ivan il Terribile in La morte di Ivan il Terribile di A. Tolstoj e contribuendo all'allestimento scenico di Shylok, di Antigone e del Gabbiano. Nella primavera del 1902, M. lasciò il Teatro artistico e dopo un viaggio in Italia fondò una propria "Compagnia del nuovo dramma", con la quale dal 1902 al 1905 passò dall'una all'altra città di provincia. Nel 1906 M. fu invitato a occupare il posto di principale regista nel teatro drammatico fondato da V. F. Kommissarževskaja, la quale, lasciato il teatro artistico, s'era stabilita a Pietroburgo. La nuova regìa, se fu decisiva per la trasformazione del teatro della Kommissarževskaja, nel senso della decorazione, non fu nello stesso tempo priva di vantaggi per lo stesso regista, che poté mettervi in scena Sorella Beatrice di M. Maeterlinck (1906), Favola eterna di St. Przybyszewski, La vita dell'uomo di L. Andreev, La vittoria della morte di V. Sollogub. Per quanto strani, gli apparati scenici, fondati soprattutto sul valore simbolico della decorazione, richiamarono su M. anche l'attenzione della direzione dei tradizionali teatri imperiali, la quale, quando nei rapporti tra la Kommissarževskaja e M. subentrò un raffreddamento, chiamò quest'ultimo come regista. Il nuovo periodo di attività di M. cominciò nell'autunno del 1908 e durò fino al febbraio del 1917. Nel suo giornale L'amore delle tre melarance, egli espose i principî e i risultati del lavoro, condotto, parallelamente a quello nei teatri imperiali, nel suo laboratorio in cerca di nuove forme dell'espressione scenica. Tra i principali allestimenti scenici di M. in questi anni sono da ricordare: Tristano e Isotta di Wagner, La devozione della croce di Calderón, Don Giovanni di Molière, L'Orfeo di Gluck, Balagančik (Baraccone da fiera) di A. A. Blok, La tempesta di A. N. Ostrovskij e finalmente La mascherata di M. Lermontov.
A questo stesso periodo si riferisce l'attività di Meyerhold nel cinematografo, la realizzazione cioè sullo schermo del Ritratto di Doriano Gray di Wilde e di Un uomo forte di St. Przybyszewski. È il periodo più importante dell'attività di M., quello in cui il regista cerca il legame tra il teatro "convenzionale" e le concezioni tradizionali delle grandi epoche teatrali, secondo i principî da lui stesso esposti nell'opera Il teatro. Questi principî trovarono applicazione anche nell'apparato scenico che M. realizzò a Parigi, nel 1912, su invito della Rubinstein, per La Pisanelle ou la mort parfumée di G. D'Annunzio, in collaborazione con L. Bakst.
La rivoluzione sorprese M. in pieno fervore di attività e la sua evoluzione dal teatro statico simbolico al teatro dinamico si trovò a essere accelerata dalle possibilità che gli offriva la proclamazione del teatro come strumento di propaganda. Se anche gli elementi caratteristici del suo teatro (abolizione del sipario, ritmo di danza dei personaggi, predominio del movimento sulla parola, convenzionalità della scena, improvvisazione tipo commedia dell'arte), avevano trovato applicazione nei precedenti periodi, mai avevano trionfato in pieno come nel nuovo teatro, in cui il principio che il fine del teatro non è di mostrare un'opera d'arte compiuta, come un quadro o una scultura, ma quello di trascinare lo spettatore con la creazione svolgentesi sotto i suoi occhi, attirandolo addirittura nel processo stesso della creazione scenica, coincide col principio del teatro a servizio della rivoluzione politica e sociale. Tra le creazioni sceniche effettuate in questo periodo da M. a Mosca, notevoli soprattutto per la loro definitiva rottura con ogni tradizione, sono da ricordare quelle dell'Ispettore generale di Gogol′ e di Che disgrazia l'ingegno di S. A. Griboedov.
Bibl.: N. Volkov, M., voll. 3, Mosca-Leningrado 1929, V. Vsevolodskij (Gerngross), Istorija russkogo teatra (Storia del teatro russo), voll. 2, Mosca 1929; Istorija sovetskogo teatra (St. del teatro sovietico), vol. I (1917-1921), Leningrado 1933; E. A. Znosko-Borovskij, Russkij teatr načala XX veka (Il teatro russo del principio del sec. XX), Praga 1925; G. Fülöp-Miller, Das russ. Theater, Lipsia 1927; N. Gourfinkel, Théatre russe contemp., Parigi 1931.