VOLUTA
Motivo ornamentale costituito da un avvolgimento a spirale di elementi geometrici o naturalistici.
Data la sua semplicissima origine geometrica la voluta fu un motivo comune più o meno alle arti di tutti i popoli, ma ebbe forme ben definite e usi numerosi nella decorazione classica, sia pittorica, che ci è documentata dall'ornamentazione della ceramica, sia plastica, applicata all'architettura (capitelli, sarcofagi, cippi).
In quest'ultimo campo la formazione della voluta caratteristica del capitello ionico non è certo quella tradizionale raccolta da Vitruvio e da alcuni suoi commentatori cinquecenteschi che vedono in essa, considerata dal punto di vista dell'origine antropomorfica dell'ordine, l'equivalente della capigliatura nella figura umana; né quella immaginata dall'Alberti che ritiene la voluta il risultato della stilizzazione di cartocci di scorza d'albero; né quella di più recenti divulgatori che immaginano un'origine rituale identificabile con l'uso antichissimo di appendere coppie di corna di ariete al sommo delle colonne.
Si tratta piuttosto della stilizzazione di motivi decorativi ispirati a una lontana imitazione naturalistica. Ancora memori di questa lontana origine sono le volute dei capitelli persiani del palazzo di Persepoli (sec. VI a. C.) e dei templi greci di Neandria e di Megara Iblea in Sicilia (sec. VI), nei quali si è riconosciuto il prototipo comune dei capitelli di ordine ionico e corinzio.
Analogamente a quanto avveniva negli stessi periodi per l'echino del capitello dorico, la Voluta ionica subì dal sec. VI alla metà del V a. C. un processo di contrazione tendente a ridurne le dimensioni e le forme in uno schema più rigido e geometrico. Tale processo, del quale alcune tappe ci appaiono nei capitelli ionici ritrovati sull'Acropoli di Atene, nella colonna dei Nassî a Delfi e nei monumenti arcaici dell'Anatolia non impedì la sopravvivenza di tipi che si potrebbero considerare arcaistici, come i capitelli interni del tempio di Basse, opera probabilmente dello stesso Ictino autore del Partenone, le cui volute sono caratterizzate dal sapore arcaicizzante delle proporzioni e degli elementi che la compongono. In pari tempo, essendo con l'adozione del tipo periptero del tempio sorta la necessità di ripetere sui quattro lati dello stesso edificio lo stesso tipo di capitello, la voluta si adattò alla speciale funzione della colonna angolare con una forma nuova di spirale obliqua, contenuta fra due piani verticali paralleli alla diagonale del capitello stesso.
Negli aspetti formatisi durante il sec. V la voluta rimase di regola anche nell'arte ellenistica, che si limitò ad arricchirla di ornati naturalistici e talora anche figurati, e in quella romana, quando tuttavia, sulle tracce di più antiche applicazioni italiche (tomba dei Capitelli a Cerveteri, tempio italico di Paestum, oltre a varî sarcofagi etruschi e romani) ebbe anche aspetti e usi originali, fra cui notevolissimo quello del capitello composito, formato da un capitello corinzio a foglia di acanto avente al posto dei quattro caulicoli terminali d'angolo altrettante volute e fra esse l'ovolo caratteristico anch'esso del capitello ionico.
Quest'ultimo sopravvisse nell'arte del Medioevo, in forme talora incerte e irregolarmente schematiche; risorse secondo i modelli antichi del Rinascimento quanto i trattatisti fissarono fra le regole degli ordini architettonici anche una norma per il proporzionamento e il tracciamento della voluta ionica. Secondo tale regola questa risulta di un certo numero di archi di cerchio opportunamente raccordati in modo da sostituire la curia continua della spirale.
Con l'arte barocca la voluta ionica si arricchì spesso, specialmente nella sua forma angolare, di nuovi motivi decorativi, in genere festoni e fogliami; talora si atrofizzò in forme schematiche ridotte, e come elemento decorativo ebbe largo uso anche fuori del capitello ionico, nei movimentati aspetti delle membrature architettoniche innestate liberamente l'una sull'altra.
L'arte neoclassica, che predilesse l'ordine ionico per la lineare eleganza decorativa delle sue proporzioni, riesumò di preferenza gli aspetti proprî dell'arte greca, stilizzandone talora gli elementi e specie la voluta che fu mantenuta entro la rigida norma dei canoni geometrici classici. (V. tavv. CXXIII e CXXIV).
Bibl.: V. capitello e i varî periodi artistici sopra citati.