VOLPICELLA
. I tre fratelli V., figli di Vincenzo (1748-1833), avvocato e poi magistrato, furono letterati, eruditi, studiosi di scienze morali e politiche.
Filippo (Napoli, 9 settembre 1803-ivi, 18 luglio 1881) si consacrò primamente a traduzioni poetiche da Mosco e da Bione, a versificazioni di antiche leggende e di scene drammatiche (Il Romito di San Salvatore, ottave, Napoli 1827; un volume di Monodie, ecc.), a studî critici su classici greci (per es., Delle tragedie greche, libri quattro, Napoli 1833): genere di lavori che non intermise nemmeno nell'età matura, durante la quale diede, tra l'altro, una serie di articoli su Aristofane e la commedia antica; una Ceccarella Carafa (Torino 1854), sorta di romanzo storico ritraente la vita napoletana dei tempi aragonesi; una traduzione, rimasta inedita, d'una parimente inedita storia del re Carlo di Borbone scritta in latino dal cosentino Salvatore Spiriti; una traduzione poetica di Giovenale, e via enumerando. Sennonché il suo nome si lega particolarmente all'assidua collaborazione (1831 segg.) al Progresso, alla Rivista napoletana, al Museo di scienze e letteratura, all'Antologia contemporanea e segnatamente agli Annali civili del Regno delle Due Sicilie: nei quali periodici, così come negli Atti dell'Accademia Pontaniana, della quale fu socio residente, trattò con rara competenza d'ogni sorta di questioni d'interesse sociale: dei Monti frumentarî, delle Casse di risparmio, della sepoltura dei cadaveri, dell'ordinamento del lavoro e in modo più particolare del regime carcerario, che gli fornì argomento per un volume (Delle prigioni e del loro migliore ordinamento, Napoli 1837; 2a ed., ivi 1838), il quale ebbe risonanza anche fuori d'Italia e valse all'autore l'amicizia e la corrispondenza di quell'apostolo del miglioramento delle prigioni che fu il francese Charles Lucas.
Scipione (Napoli, 5 agosto 1810-ivi, 25 febbraio 1883), primo bibliotecario nella Biblioteca nazionale di Napoli, socio della Pontaniana e della R. Accademia di archeologia, letteratura e belle arti di Napoli, e grande amico di Alfredo von Reumont (v.), alla cui opera Die Carafa von Maddaloni fornì amplissimo materiale, fu fecondo autore di novelle, versi e altri componimenti affini, sparsi nelle strenne e riviste del tempo e raccolti soltanto in piccola parte nel volume Studi di storia, letteratura ed arti (Napoli 1876). Non tardò, peraltro, a specializzarsi nelle ricerche concernenti la storia segnatamente vicereale del Mezzogiorno d'Italia, specie da quando Carlo Troya, nel 1844, lo chiamò a far parte della "Società dei ricercatori e pubblicatori della napoletana storia", morta bensì nel 1848, ma risorta nel 1876 a nuova vita quale "Società (ora R. deputazione) napoletana di storia patria", di cui il V. appunto fu, dalla fondazione alla propria morte, presidente. Ventiquattro i testi di vario genere di cui diede edizioni sovente commentate: tra queste, l'edizione, con biografia dell'autore e note storiche, dei Capitoli di L. Tansillo (Napoli 1870), e sopra tutte il Regis Ferdinandi Instructionum liber (1846); pubblicazione, peraltro, di cui vicende varie fecero due volte interrompere la stampa, e che soltanto nel 1916 (Napoli), arricchita di più centinaia di nutrite biografie dei personaggi mentovati nel testo, è stata condotta a pieno compimento dal figlio di Scipione, Luigi iuniore, nato a Napoli il 30 gennaio 1864 e già soprintendente del R. Archivio di stato di Genova. Trentaquattro poi le memorie originali, tra le quali meritano speciale menzione gli studî su Francesco Capecelatro, Angelo di Costanzo e il cosiddetto Filonico Alicarnasseo (che il V. appunto provò essere stato Costantino Castriota); la Descrizione storica di alcuni principali monumenti della città di Napoli (Napoli 1850); nonché Giovan Battista del Tufo illustratore della città di Napoli del sec. XVI (ivi 1880).
Luigi seniore (Napoli, 21 giugno 1816-ivi, 14 maggio 1883), magistrato dal 1842, messo a riposo col grado onorifico di primo presidente di Corte d'appello, e anche lui "pontaniano", attese in modo peculiare a studî di storia del diritto. Tra le sue molteplici pubblicazioni sono da ricordare: Del diritto di albinaggio (3a ediz., Napoli 1848); Degli antichi ordinamenti marittimi della città di Trani (Potenza 1852; 2a ed., Napoli 1871); Dello studio delle consuetudini e degli statuti delle città di Terra di Bari (Napoli 1856); Di uno statuto inedito aquilano del 1833 (ivi 1861); Le consuetudini della città di Sorrento ora per la prima volta messe a stampa (ivi 1869); Della vita e delle opere di Andrea Bonello da Barletta, giureconsulto del sec. XVI (ivi 1872); Gli statuti de' secoli XV e XVI intorno al governo municipale della città di Molfetta (ivi 1875); Le consuetudini delle città di Capua e di Aversa (ivi 1878); Gli statuti per il governo municipale di Bitonto e Giovinazzo (ivi 1880). Legò la ricca biblioteca sua e già dei fratelli alla Società napoletana di storia patria, dove essa occupa una particolare sala intitolata al nome dei Volpicella.
Bibl.: C. Dalbono, Della vita e delle opere di F. V., Napoli 1882, estr. dagli Atti dell'Acc. Pontaniana; B. Capasso, S. V., ivi 1883, estr. dall'Arch. stor. p. le prov. nap.; Onoranze alla memoria di L. V., ivi 1883, contenenti scritti di G. Petroni, G. Minervini, G. de Blasiis e di altri; G. Petroni, Dei tre fratelli V., Trani 1884; F. Nicolini, Nic. Nicolini e gli studi giuridici nella prima metà del sec. XIX, ivi 1907, pp. 269, 296, 395.