volentieri (volontieri)
È vocabolo presente in tutte le opere, compreso il Fiore; manca nel Detto.
Nella maggior parte degli esempi vale " di buon grado ", " con piacere ", ed esprime quindi il gradimento provato dal soggetto nel compiere un'azione: Vn XXXI 9 9 io parlai / de la mia donna, mentre che vivia, / donne gentili, volentier con vui; Cv II XII 6 sì volontieri lo senso... la mirava, che appena lo potea volgere di quella; If XXIII 127 perché tu più volontier mi rade / le 'nvetrïate lagrime dal volto, / sappie che...; Pg XVI 90 l'anima semplicetta... sa nulla, / salvo che, mossa da lieto fattore, / volontier torna a ciò che la trastulla; Fiore XL 7 Natura... / vuol ch'uon si diletti... / per volontier tornar a quelle assise, / che 'n dilettando sua semenza grana. E così in Vn XII 7, XXII 7, Rime CIII 62, Cv IV XI 14, Pd VI 48, Fiore CXVII 7 e 11, CLVII 13, CXCIV 3 (molto volontier).
In qualche caso, più che l'idea di gradimento, esprime quella del desiderio di potersi comportare in un dato modo; questa sfumatura semantica è resa più evidente dal fatto che il verbo determinato da v. si trova al condizionale in funzione di ottativo: If V 73 Poeta, volontieri / parlerei a quei due; Pg IV 85 volontier saprei quanto averno ad andar; Fiore LI 11 l'altre guardie... / starian volontier da l'un canto (qui, anzi, Amico vuol dire che Castità e Gelosia sarebbero ben liete di non fare la guardia a Bellaccoglienza, ma ne sono impedite da Malabocca).
Può anche diventare prevalente l'idea della volontà, dell'impegno posto nel conseguire uno scopo che appare come desiderabile; naturalmente si tratta di sfumature difficilmente definibili, ma per le quali più che " con piacere " v. viene a significare " di buona voglia ", " con lena e impegno ": If I 55 quei che volontieri acquista, / e giugne 'l tempo che perder lo face / ... 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; Pg XII 10 seguia volontieri del mio maestro i passi; Fiore CLXXXIII 7. L'elezione della volontà è anche più evidentemente esaltata in Cv I VIII 14 Atto libero è quando una persona va volentieri ad alcuna parte e, sia pure in misura meno esplicita, in IV XXVII 16 Conviensi... a questa etade essere affabile, ragionare lo bene, e quello udire volontieri; dal contesto, infatti, sembra potersi dedurre che in questo ultimo esempio l'avverbio vuol suggerire che, giunto alla senettute, l'uomo non deve limitarsi a prestare " con piacere " orecchio ai suggerimenti del bene, ma deve ascoltarli con tutto l'impegno della sua volontà.
Un'amplissima latitudine semantica è assunta da v. nelle parole di Manfredi: Pg III 120 io mi rendei, / piangendo, a quei che volontier perdona; qui l'avverbio, nella sua semplicità, racchiude il senso dell'infinita misericordia di Dio, nutrita di amore e di comprensione per quanti si volgono a lui.
In If VIII 52 Mal volontier lo dico, la forma negativa esprime il disagio provato da Venedico Caccianemico nel dover confessare di aver indotto sua sorella Ghisolabella a prostituirsi a Obizzo d'Este; invece in XXIX 78 colui che mal volontier vegghia, la stessa locuzione esprime lo sforzo sostenuto da chi, pur essendo preso dal sonno, è costretto alla veglia.