voi (vo'; vui; voialtri)
1. Il pronome personale v. ricorre 35 volte nella Vita Nuova, 65 nelle Rime (17 nelle Rime dubbie), 34 nel Convivio e 116 nella Commedia. Al sicilianismo ‛ vui ', accolto dagli editori nella rima di 6 luoghi della Vita Nuova, 3 delle Rime e 1 del Convivio (II Voi che 'ntendendo 8, ripreso in VI 5), il Petrocchi preferisce la rima imperfetta ‛ voi ' nell'unico luogo della Commedia (If V 95) in cui ‛ vui ' è in altre edizioni, compresa la '21. La forma scorciata vo' è in Rime dubbie XVIII 3 e 4 (v. 2. e 3.2.), oltre che nel Fiore (v. 5.).
1.1. Le attestazioni di v. sono addensate in alcune poesie della Vita Nuova (cfr. XXXVI 5 10, 12 e 14; XII 12 24, 13 27 e 12 18, ove compare vui; XXXV 6 5 e 7 9), delle Rime (cfr. L 9, 10, 16, 23, 31, 40 e 44; Rime dubbie XIII 1, 3 e 13) e in alcuni canti della Commedia (If XV, nelle parole di D. a Brunetto Latini; XIX, nelle invettive contro i ‛ pastori '; XXVI, nell'allocuzione di Virgilio a Ulisse e Diomede; Pg II 59, 61, 63, 64 e 123; XVI 67, 70, 81, 83 [due volte] e 105: v. 3.1.; XVIII 23, 27, 58, 65, 71, 72 e 108; Pd XVI 16 e 18, e si confronti anche il v. 10: cfr. 3.).
2. V. è preceduto da preposizione, tranne quando o è soggetto o, in numero ridotto di casi, complemento oggetto o di termine, non sempre facilmente distinguibili (Vn XV 4 2 a veder voi; XXXI 10 17 e voi, donne, ha lassate; XXXVI 5 10; XXXVII 2 [v. 3.5.]; Rime CXIII 1 [v. 3.5.]; Rime dubbie XIII 3; Cv IV XXVIII 7 perdete voi medesimi, unica attestazione di questo sintagma; III XV 17 per voi dirizzare: cfr. Pg XXIII 126 la montagna / che drizza voi; Vn XII 13 27, Rime L 43 e Rime dubbie XVIII 4 voglio... vo' servire [v. 3.2.]; XXIV 12, If XIII 56 e voi non gravi; Pd IV 122 basti a render voi grazia per grazia); e vocativo (v. 3.3.).
3. Con v. si rivolge D. a persona singola nella Vita Nuova - alla ‛ donna ', secondo la tradizione siciliana e stilnovistica -, nelle Rime (in 15 luoghi alla ‛ donna ', altrove ai corrispondenti Dante da Maiano [XL, XLII e XLIV], Brunetto Brunelleschi [XCIX], Cino da Pistoia [XCVI, CXIII e CXIV]; e cfr. Rime dubbie XIX 9 voi, cortese e saggio con XXIV 1 voi, nobile e saggio) e 11 volte nella Commedia: If XV 30, 35, 80 e 84 (v.1.1.), XVI 59 (a Iacopo Rusticucci), Pg XXXIII 30, 81 e 92 (a Beatrice. Per v. rivolto a Gesù Cristo in Pd XXXI 107, cfr. VOSTRO).
Nell'accorato saluto di Pd XVI 16-18 Voi siete il padre mio; / voi mi date... / voi mi levate sì, ch'i' son più ch'io, scandito dai v. iniziali di proposizione e di terzina e preceduto dalla riflessione sull'uso di v. - sostantivato al v. 10 Dal ‛ voi ' che prima a Roma s'offerie -, il v. contrasta con il ‛ tu ' con il quale D. si era rivolto a Cacciaguida, quando ancora non sapeva chi fosse (Pd XV 85-87), al culmine della giustificazione del ‛ gloriarsi ' della propria nobiltà di sangue, con cui si apre il canto: come D. osserva, implica rispetto e distanza gerarchica il v. che non era usato nella Roma di allora, ove (cfr. v. 11) si dava sempre del ‛ tu ', secondo la tradizione della Roma libera di un tempo (v. TU).
3.1. In alcune attestazioni della Commedia e del Convivio v. è riferito a un pubblico immaginario, che s'identifica, spesso polemicamente, con l'umanità in genere. Oltre che in If IX 61 e anche in VI 52 e XXXIII 153, è uso frequente del Purgatorio (X 124 non v'accorgete voi che noi siam vermi; XIV 145, XVI 67, 70, 81, 83 e 105, nella trattazione di Marco Lombardo; XVIII 23, 27, 58, 65, 71 e 72, nella trattazione di Virgilio sull'amore e il libero arbitrio) e del Paradiso (V 81 'l Giudeo di voi tra voi non rida; VIII 145, IX 61, XIII 72, XV 75 e 80, XVI 80, XIX 83 e 99, XX 133 E voi, mortali, tenetevi stretti / a giudicar, XXVI 132, XXIX 85).
3.1.1. Con v. sono indicati i " lettori ", in Cv III V 22 E voi a cui utilitarie e diletto io scrivo, IV XXIX 1(v. 3.3.), If IX 61 (v. 3.3.), Pd II 1 O voi che siete in piccioletta barca e 10 (v. 4.).
3.1.2. Riferito a due persone, v. è solo nella Commedia: a D. e Virgilio in If V 95, XII 62, XIII 56, XXII 97, XXIII 78, XXV 37, Pg I 40, II 59, XVI 141, XIX 79; a Ulisse e Diomede in If XXVI 79, 80, 81 e 83; a Ugolino e l'arcivescovo in If XXXII 137; solo in Pd XVII 74 tra voi due. In Pg XXIV 133 e 139, e XXVIII 76, v. è riferito a D., Virgilio e Stazio.
3.2. Manca nella Commedia l'uso allocutivo di v. riferito alle ‛ donne ', che ricorre 13 volte nella Vita Nuova: in XIX 4 2 Donne ch'avete intelletto d'amore, / i' vo' con voi de la mia donna dire, oltre all'equivoco i' vo' con voi (cfr. XXXI 9 9 perché... io parlai / ... con vui, / non voi [" voglio "] parlare altrui; Rime CVI 60-61, Rime dubbie XVIII 4) e all'allitterazione (cfr. Vn XXXVI 4 7 sì che per voi mi ven cosa a la mente, e 5 12, Rime L 9-10 da voi non vene /... a voi convene), è la giustificazione di questo procedimento retorico; inoltre, Vn XXIII 20 28, 28 84. Altrettante ne sono le attestazioni nelle Rime (LXVII 85 e 90, LXX 1, 2 e 14, LXXX 1 Voi che savete ragionar d'Amore; LXXXVII 10, CVI 7, 10, 11, 13, 15, 59 e 61).
3.3. Non è privo di confronti con incipit stilnovistici (G. Guinizzelli Voi, ch'avete mutata la mainera; G. Cavalcanti Voi che per li occhi mi passaste il core; D. Frescobaldi Voi che piangete nello stato amaro; Cino da Pistoia Voi che per simiglianza amate' cani) l'uso di ‛ Voi che ', ‛ O voi che ' all'inizio di allocuzioni e in incipit di componimenti: Vn VII 3 1, XXII 9 1; Rime LXXX 1 (v. 3.2.; con vocativo inserito, LXXI 1 Voi, donne, che pietoso atto mostrate); Cv II Voi che 'ntendendo (citato come O voi che in II VI 1 e, in prosa, IV XXIX 1 O voi che udito m'avete, v. 3.1.1.); If IX 61, XXVI 79, XXX 58, Pd II 1 (v. 3.1.), III 64. L'allocuzione non apre il periodo in Cv IV VI 18 Amate lo lume di sapienza, voi che siete dinanzi a li populi (ov'è seguita la disposizione delle parole del testo latino), If III 9 (v. 3.1.), XXIII 78 e XXXII 43.
3.4. Con Voi, chi siete? di Pg VII 3, cfr. Pg I 40, XXVI 65 e If XXV 37, ove ricorre la domanda Chi siete voi? (v. 3.5.; strutture diverse in If XXXII 137 e 43).
3.5. Per la posizione di v. rispetto al verbo e per l'insistenza ritmica sul pronome, sempre in sede tonica del verso, cfr. Vn XII 12 24 pensatel voi, 13 27, XV 4 2, XXXI 10 17 (v. 2.); XXXVI 5 14, Rime LXVII 15 e 85, CVI 11-13 Io dico a voi... / che se vertute a noi / fu data, e beltà a voi (in rima); CXIII 1 Degno fa voi trovare ogni tesoro (" vi fa degno di trovare "); If XIX 3, 5 e 114. Per la prosa, cfr. Vn XXXVII 2 questa donna che vi mira; che non mira voi [occhi].
Per la posizione di v. in frase interrogativa, cfr. Vn XXII 9 5 Vedeste voi...?; XL 9 3 Venite voi...?; Rime LXX 1 Onde venite voi...?; If XII 62, Pd III 65.
4. Soltanto in Pd II 10 è il sintagma con ‛ altri ', Voialtri pochi, riferito ai lettori della Commedia (v. 3.1.1.).
5. Nel Fiore le attestazioni di v. sono 51, di cui 23 nella forma scorciata vo'. Soltanto in CXXXII 10 sia piaciuto al Salvatore / d'averci qui condotto per vo' dire, v. vale " a voi " (v. 2.) e non è in sede tonica del verso (v. 3.5.). In 38 attestazioni v. è riferito a persona singola, come pronome di rispetto: cfr. LX 13 i' v'amo a fede, / né d'amar voi già mai non mi ritorno; CLXXXV 8, CCXX 14. Manca nel Detto.