VOGULI
. Popolazione di allevatori di renne, di pescatori e di cacciatori, stanziata sulle pendici orientali degli Urali Settentrionali e Centrali, nella Siberia occidentale; conta circa 5500 individui. Con gli Ostiachi costituisce il gruppo degli Ugri dell'Ob′ o popoli Jugro, linguisticamente molto affini agli attuali Ungheresi. Culla dei popoli ugrofinnici è la media Russia settentrionale, la regione dell'alto Volga e dell'Oka, da cui emigrarono ben presto gli Ugri. I Voguli sono nomadi, d'estate vivono in tende coniche, ricoperte di corteccia o di pelli o in capanne a pianta quadrata; nell'inverno si rifugiano in capanne seminterrate, costruite con travi, assi e corteccia. Gli abiti sono per lo più di pelle e di tessuto di ortica. La lavorazione della locale fibra di ortica è solo recente. I varî utensili sono ricavati dal legnp, dall'osso e dalla corteccia d'albero; come tutte le popolazioni iperboree, sono maestri nella concia delle pelli. La vita sociale si basa essenzialmente sull'autorità paterna, anche se si possono rilevare tracce di matriarcato presso i Voguli come presso gli affini Ostiachi. La vita religiosa si riduce alla fede nell'esistenza di diversi spiriti della natura, abitanti le montagne, i boschi, i fiumi e i laghi; fra gli altri è venerato il vecchio dell'Ob′ il "re acquatico", dio dei pesci, capace di spingere lungo l'Ob′ grandi quantità di pesce di mare. Tra gli animali l'orso passa per un essere divino, signore di tutti gli spiriti; in suo onore vengono celebrate numerose feste e cerimonie. Assai diffuso tra i Voguli lo sciamanismo.
Bibl.: E. A. Ahlquist, Unter Wogulen und Ostjaken, Helsingfors 1883; id., Wogulisches Wörterverzeichnis, in Mémoires de la Société Finno-Ougrienne, II, ivi 1891; id., Wogulische Sprachtexte nebst Entwurf einer wogulischen Grammatik, ibid., VII (1894); U. T. Sirelius, Die Handarbeiten der Ostjaken und Wogulen, in Journal de la Société Finno-Ougrienne, XXII, i (1903); id., Über die primitiven Wohnungen der finnischen und obugrischen Völker, in Finnisch-ugrische Forschungen, VI-IX (1906-09); id., Ornamente aus Birkenrinde und FEll bei den Ostjaken und Wogulen, Helsingfors 1904; K. F. Karjalainen, Die Religion der Jugra- Völker, volumi 3 (Folklore Fellow Communications, LXIII [1927]); L. Manninen, Die finnisch-ugrischen Völker, Lipsia 1932.
Lingua. - Il vogulo è una lingua in via di estinzione. Strettamente affine all'ostiaco forma con esso il sottogruppo ugrico dell'Ob′ del gruppo ugrico (vogulo-ostiaco-ungherese) della famiglia ugrofinnica.
Si distinguono quattro gruppi di dialetti principali: 1. settentrionale (regione della Loz′va superiore e della Sosva); 2. orientale (regione del fiume Konda e dei suoi affluenti); 3. occidentale (regione di Pelymka e Vagilsk e del corso inferiore e medio della Loz′va); 4. meridionale (regione di Tavda). Fra le caratteristiche fonetiche ricorderemo un eccellente sviluppo dell'armonia vocalica (v. armonia, IV, 527 segg.) in quasi tutti i dialetti; poi il passaggio dell'ugrof. *s > t (come in parte dell'ostiaco), per es., vog. tān "tendine" cfr. finn. suone, ungh. ín; ugrof. *š > vog. t, per es., vog. tənGər "topo"; cfr. mordv. śejər, ung. egér. La declinazione è ricca di posposizioni. Il vogulo conosce anche il duale. Il verbo, al pari di quello ostiaco e ungherese, ha una coniugazione soggettiva e una oggettiva. Anche qui la concordanza delle uscite della coniugazione oggettiva con i suffissi possessivi è evidente, per es., da rati "battere" avremo rātilem "io lo batto" (cfr. kwolem "la mia casa").
Bibl.: M. Szilasi, Vogul Szójegyzék (Glossario v.), Budapest 1896 (Nyelvt. Közlemények, XXV); D. Szabó, A vogul szóképzés (La formazione delle parole in v.), ivi 1904 (Nyelvt. Közl. XXXIV); A. Kannisto, Zur Geschichte des Vokalismus der ersten Silbe im Wogulischen vom qualitativen Standpunkt, Helsingfors 1919; M. Kövesi, Igemódok a vogulban (Modi verbali nel vogulo), Budapest 1933; B. Munkácsi, Vogul népköltési gyüjtemény (Collezione di lett. popolare vogula), ivi 1892-1921 in 4 volumi; Z. Gombocz, A vogul nyelv idegen elemei (Gli elementi stranieri nella lingua vogula), ivi 1898 (Nyelvt. Közl. XXVIII).