Termine derivato dall’unione delle parole inglesi voice e coder «codificatore di suoni vocali». Nelle telecomunicazioni indica un sistema per ridurre la banda occupata da un segnale vocale, basato sull’analisi e sulla codifica dei suoni fondamentali del linguaggio (fonemi). Pur essendo stati realizzati vari tipi di v. basati su differenti principi, sono tutti essenzialmente costituiti da un dispositivo analizzatore che ha il compito di estrarre e di codificare i parametri caratteristici di segmenti del segnale vocale, in modo da ottenere un nuovo segnale a banda compressa. Il segnale vocale, elaborato utilizzando complessi algoritmi, viene posto in forma digitale. Se un canale vocale numerico è originariamente caratterizzato da una velocità di trasmissione di 64 kbit/s, dopo opportuna codifica per mezzo di un v. può essere compresso fino a 100 bit/s. In fase di ricezione, un opportuno sintetizzatore sonoro provvede a ricostruire il segnale vocale a partire dal segnale a banda compressa. Per fattori di compressione estremi è garantita l’intelligibilità del segnale vocale ricostruito, ma non la riconoscibilità del parlatore. Tale ultima caratteristica è invece conservata ricorrendo a minori tassi di compressione.