Putin, Vladimir Vladimirovic
Putin, Vladimir Vladimirovič. – Uomo politico russo (n. Leningrado, od. San Pietroburgo, 1952). Nominato primo ministro (agosto 1999), dopo le dimissioni di El´cin (dicembre 1999) ha assunto ad interim il ruolo di capo dello Stato ed è stato confermato alla presidenza nelle elezioni del marzo 2000 con il 53% dei consensi. Obiettivo primario del suo mandato è stato restituire al Cremlino un ruolo centrale nella gestione politica, ponendo un freno alla decentralizzazione. L’inversione di tendenza, da alcuni vista come un ritorno al passato, si è espressa anche con una riabilitazione dell’epoca sovietica che P., interpretando i sentimenti di gran parte della popolazione, ha attuato recuperandone i simboli. Particolare rilievo ha assunto nei primi anni della sua presidenza il conflitto russo-ceceno riguardo al quale gli obiettivi principali sono stati: debellare il terrorismo ceceno, restituire alla Russia un territorio che storicamente le apparteneva, ripristinare l'autorità russa in area caucasica, scemata per l'influenza degli USA. Sul piano interno gli sforzi dell'amministrazione P. si sono concentrati sulla lotta alla corruzione e sul risanamento economico. È stata avviata la privatizzazione di importanti imprese statali e sono state attuate riforme negli ambiti pensionistico, bancario e fiscale. Sul piano diplomatico P. ha incrementato le relazioni con la Cina e con l'Unione Indiana, nel quadro di un generale rilancio del ruolo strategico del Paese e di riequilibrio delle relazioni con i paesi europei ma soprattutto con Washington. Dopo gli attentati alle Twin towers di New York e al pentagono dell'11 settembre 2001, P. ha sostenuto gli USA nella lotta al terrorismo internazionale. La ripresa del dialogo con gli Stati Uniti è culminata negli accordi del maggio 2002 con i quali i due paesi si sono impegnati alla riduzione degli arsenali nucleari ed è stata prefigurata una collaborazione tra Mosca e la NATO. Nel 2003, tuttavia, i rapporti con Washington si sono incrinati in seguito all'opposizione di P. al piano di intervento armato della coalizione angloamericana in Iraq contro il regime dittatoriale di Ṣ. Ḥusayn. Con la grande vittoria del suo partito, Edinaja Rossija («Russia unita»), alle elezioni legislative del 2003, P. ha consolidato la sua posizione ma le opposizioni hanno duramente criticato le ingerenze del governo sui mezzi di informazione. Analoghe critiche sono state avanzate per le elezioni presidenziali del marzo 2004, nelle quali P. è stato rieletto con il 71,2% dei voti. Il suo secondo mandato è stato caratterizzato da una forte ripresa economica del paese e da intensa attività diplomatica. Nel 2005 è stato il primo presidente russo a recarsi nello stato di Israele. P. si è dedicato inoltre con determinazione a rinsaldare i legami con gli stati riuniti nella CSI (Comunità degli stati indipendenti), soprattutto in seguito al progressivo allargarsi dell'Unione Europea e della NATO ai paesi ex socialisti. Dopo l'insediamento alla presidenza del suo stretto collaboratore D.A. Medvedev a seguito delle elezioni del marzo 2008, P. ha assunto nuovamente la carica di primo ministro, continuando a mantenere un ruolo politico di primo piano grazie anche al rafforzamento delle competenze del premier, in particolare nella politica estera. Alle consultazioni parlamentari tenutesi nel dicembre 2011 il partito di governo ha nuovamente raggiunto la maggioranza, seppure con un netto calo dei consensi: ha infatti ottenuto il 49,5% dei voti (il 15% in meno rispetto alle elezioni di quattro anni prima). Nei giorni successivi alla divulgazione dell'esito delle consultazioni hanno avuto luogo in varie località della Russia numerose proteste di piazza contro il governo, cui sono state mosse fondate accuse di brogli , culminate nella manifestazione che a Mosca ha contato centomila partecipanti (la più grande dimostrazione di forza dell'opposizione dall'ascesa di P.). Le elezioni presidenziali, svoltesi nel marzo 2012 in un perdurante clima di violente agitazioni sociali, hanno visto la riconferma di P. per un terzo mandato della durata di sei anni: egli ha ottenuto oltre il 60% delle preferenze, contro il 17,1% del candidato comunista G.A. Zyuganov; secondo quanto riportato dagli osservatori dell'OCSE, tuttavia, in un terzo dei seggi si sarebbero verificate irregolarità e violazioni delle norme elettorali.