JANKÈLÉVITCH, Vladimir
Filosofo, moralista, musicologo francese di origine russa, nato a Bourges il 31 agosto 1903. Studiò all'École Normale Supérieure di Parigi e conseguì l'aggregazione in filosofia (1926) e il diploma in lingue orientali moderne, quindi (1933) il dottorato in lettere con la tesi L'odyssée de la conscience dans la dernière philosophie de Schelling; fu (1927-35) prof. nell'Institut français di Praga e nei licei di Caen e di Lione, indi all'univ. di Tolosa (1936-37) e di Lilla; venne revocato dal governo di Vichy per il suo atteggiamento politico antipétainista. Reintegrato subito dopo la fine della guerra, dal 1952 insegna filosofia morale alla Sorbona.
La sua riflessione, che si muove fondamentalmente nell'atmosfera dell'odierno esistenzialismo, esplora ciò che si può chiamare la regione negativa del reale (Le mal, Grenoble 1947) e cerca di cogliere essenze fuggitive e insieme eterne dello spirito: " C'è qualcosa di inevidente e di indimostrabile a cui si collega il lato inesauribile, atmosferico delle totalità spirituali, qualcosa la cui invisibile presenza ci riempie, la cui assenza inesplicabile ci lascia curiosamente inquieti, qualcosa che non esiste e che è tuttavia la cosa più importante tra tutte le cose importanti, la sola che valga la pena di essere detta".
Sue opere: La mauvaise conscience, Parigi 1933; L'ironie ou la bonne conscience, ivi 1936; L'alternative, ivi 1938; Du mensonge, ivi 1942; Le nocturne, Lione 1942; Traité des vertus, Parigi 1949; Philosophie première; introduction à une philosophie du "presque", ivi 1954; Le Je-ne-sais-quoi et le presque-rien, ivi 1957. Notevoli anche i suoi studî storico-flosofici (Bergson, ivi 1931; L'odyssée de la conscience dans la dernière philosophie de Schelling, ivi 1933) e di critica musicale (Gabriel Fauré, ses mélodies, son esthétique, ivi 1938; Maurice Ravel, ivi 1939; Chopin et la nuit, Satie et le matin, Debussy et le mystère, Neuchâtel 1949).
Bibl.: M. Barthélemy, Le "Traité des vertus" de V. J., in Revue de Métaphysique et de morale, ott.-dic. 1951; E. Riverso, V. J. o alle soglie dell'ineffabile, in Giornale di metafisica, 1959, n. 4.