ASHKENAZY, Vladimir
Pianista sovietico naturalizzato islandese, nato a Gorky il 6 luglio 1937. Ha iniziato lo studio del pianoforte a 6 anni, debuttando in pubblico nel 1945. Per dieci anni frequenta la classe di A. Sumbatyan nella Scuola centrale di musica di Mosca, poi (1955) entra al Conservatorio di Mosca dove segue le lezioni di L. Oborin diplomandosi in cinque anni. Consegue (1955) il secondo premio al V concorso internazionale Frédéric Chopin di Varsavia, alle spalle di A. Harasiewicz, e vince poi il prestigioso premio Queen Elizabeth di Bruxelles (1956), nonché, ex aequo con J. Ogdon, il concorso Čajkovskij di Mosca (1962). Nel 1963 si stabilisce a Londra, dove fa il suo debutto con l'orchestra della Festival Hall, e dove rimane per cinque anni. Nel 1968 si trasferisce in Islanda, nazione di cui prende la cittadinanza nel 1972.
Considerato uno dei più grandi pianisti contemporanei, A. fonde nelle sue interpretazioni una fine sensibilità con una lucida visione formale. Il suo repertorio si è progressivamente allargato a dismisura e comprende oggi l'opera pianistica integrale di Beethoven (Sonate, Concerti) e di Chopin, autore a lui assai congeniale. Con eguale sistematicità ha affrontato, anche come direttore, tutti i Concerti di Mozart, le Sonate di Schubert, quelle di Skriabin, molti lavori di Rachmaninov, i Concerti di Prokof'ev e gran parte della letteratura pianistica di Bartók, cui vanno aggiunte più sporadiche frequentazioni di Liszt, Schumann, Brahms, Musorgskij, Ravel e Debussy. Ha inciso numerosi dischi sia come pianista che come direttore, per es. l'intero corpus delle sinfonie di Sibelius.
Tratti distintivi di A. sono la minuziosa cura del fraseggio, la pastosa morbidezza del tocco, la febbrile ricerca delle motivazioni storiche e culturali dei pezzi eseguiti nonché della loro strutturazione musicale: un'analisi che invece di rendere aride le sue esecuzioni, le esalta per la cura del cesello e l'esatta valorizzazione di ogni dettaglio. In Chopin, per es., l'abbandono non gli impedisce mai una visione d'assieme dell'architettura formale. Forma e contenuti trovano nelle sue interpretazioni un singolare equilibrio.