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vizioso

di Alessandro Niccoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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vizioso

Alessandro Niccoli

Compare solo in prosa, con il significato fondamentale di " dominato dal vizio " (v.), cioè da un ‛ abito ' (v.) conseguito con atti non conformi a retta ragione.

In Cv II X 10 Meglio sarebbe a li miseri grandi, matti, stolti e viziosi, essere in basso stato, ché né in mondo né dopo la vita sarebbero tanto infamati, si afferma che i grandi, cioè i " potenti " che non adornano la loro grandezza con le virtù della saggezza e della cortesia, o onestà, che convengono ad essa in sommo grado, conseguono somma infamia in vita e dopo morte perché rivelano meglio i loro difetti (matteria si oppone a savere, e vizii a abito virtuoso al § 9; v. LUME).

È sostantivato in III I 6 non volere che alcuno vizioso si mostri amico, perché in ciò si prende oppinione non buona di colui che amico si fa. E così in I IV 6 paritade ne li viziosi è cagione d'invidia (per il concetto, cfr. Arist. Rhet. II 10, 1387b 22 " Illi autem invidia moventur, quibus aliqui pares sunt aut videntur ").

Vale " da persona viziosa ", in Vn XIX 20 vizioso pensiero, e in Cv I I 3 viziose delettazioni; in entrambi gli esempi l'aggettivo allude a eccessiva compiacenza per il piacere dei sensi.

Vocabolario
vizióso
vizioso vizióso agg. [dal lat. vitiosus]. – 1. Pieno di vizî, dominato dal vizio: giovani v.; un vecchio v.; spesso come sost.: sta’ lontano da quell’uomo, è un v.; da persona viziosa: una vita v.; prov., ogni eccesso è vizioso. 2. estens....
viziosità
viziosita viziosità s. f. [dal lat. vitiosĭtas -atis]. – L’essere vizioso o difettoso: la v. di una persona; la v. di un ragionamento.
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