VIZÎ
. Iconografia. - Come per la prima iconografia medievale delle Virtù, per quella dei Vizî la fonte principale fu la Psychomachia di Prudenzio. I vizî sono abbattuti dalle virtù; e la fantasia medievale, che vede nel mondo una lotta perenne tra le forze del bene e quelle del male, in cui l'uomo è coinvolto, si compiace di calcare nei vizî gli aspetti più demoniaci. La lotta è secondo i termini di Prudenzio nel manoscritto di Herrade de Landsberg, del sec. XII, a Borgo S. Donnino, ad Aulnay. Altrove i vizî sono semplicemente affrontati alle virtù: e l'opposizione è solo morale. Una azione, invece che una personificazione, definisce a volte, con vivacità rappresentativa, il vizio corrispondente: ad Amiens, per esempio, la Disperazione si uccide, l'Idolatria s'inginocchia dinnanzi agli Idoli, l'Orgoglio cade da un cavallo impennato, la Codardia fugge davanti ad una lepre abbandonando la spada, la Durezza accoglie malamente un servo, l'Incostanza fugge dal convento, la Discordia separa marito e moglie, la Ribellione si ribella al vescovo e l'Impazienza minaccia un monaco a mano armata. Spesso alle tre virtù teologali e alle quattro cardinali si coordinano tre e quattro vizî contrapposti, sette come le sette teste della bestia apocalittica: Infedeltà, Disperazione, Avarizia, Follia, Ingiustizia, Codardia, Intemperanza (a Chartres e nella cappella degli Scrovegni a Padova). In Germania i vizî molte volte furono riassunti con una unica felice personificazione: Frau Welt, una donna ridente e lusingatrice - che per esempio a Strasburgo porta alla perdizione le vergini folli - simbolo degli allettamenti terreni del male. Un simile concetto ispira la nota leggenda di Ercole al bivio, raffigurata con frequenza nel Rinascimento: Ercole è incerto fra la strada della virtù, piana e bella, e quella del vizio, irta di sassi, di sterpi e d'inciampi. Al contrario delle figurazioni delle virtù, poste fino a tempi recenti sulle tombe, quelle dei vizî divennero sempre meno frequenti a partire dal Rinascimento, cessando la funzione d'ammaestramento morale che avevano avuto nel Medioevo.
Bibl.: L. Bréhier, L'art chrétien, Parigi 1928; H. von der Gabelentz, Die kirchliche Kunst im italienischen Mittelalter, Strasburgo 1907; F. Kraus, Geschichte der christlichen Kunst, Friburgo in B. 1908; K. Künstle, Ikonographie der christlichen Kunst, ivi 1928; É. Mâle, L'art religieux du XIIIe siècle en France, 4ª ed., Parigi 1919; id., L'art religieux de la fin du moyen âge en France, 2ª ed., ivi 1922.