SELLA, Vittorio
– Nacque a Biella il 28 agosto 1859, terzogenito di Giuseppe Venanzio (v. la voce in questo Dizionario), industriale laniero e pioniere della fotografia in Italia, e di Clementina Mosca Riatel (1835-1920).
Trascorse l’infanzia nel complesso del lanificio Sella diretto dal padre, sulla sponda del torrente Cervo, in un appartamento adiacente a quello della famiglia dello zio Quintino (v. la voce in questo Dizionario). Nel 1870 la sua famiglia si stabilì nella vicina tenuta di San Gerolamo acquistata nel 1864.
Cominciò ad appassionarsi delle montagne nelle escursioni estive con fratelli e cugini dirette dallo zio, fondatore del Club alpino italiano (CAI) a Torino nel 1863. Disorientato dalla morte del padre (avvenuta il 31 maggio 1876), non terminò il liceo e si arruolò per un anno in cavalleria a Torino. Rientrato a Biella, nel novembre del 1878 si iscrisse a corsi di chimica, meccanica e tessitura per assumere un’occupazione utile nella fabbrica. I nuovi studi lo indussero a riscoprire il laboratorio fotografico e il denso manuale del padre, Plico del fotografo (Torino 1856, nuova edizione ampliata 1863), il primo in Italia. Benché apparecchiature e materiali fossero ormai antiquati, il giovane Vittorio, sotto la guida dell’esperto fotografo biellese Vittorio Besso (1828-1895) che gli prestò una grande fotocamera, sperimentò nei suoi esordi le vecchie e laboriose tecniche del collodio. Nell’estate del 1879 realizzò così il Panorama circolare di Biella dal campanile di San Gerolamo e il ben più impegnativo Panorama dalla cima del Monte Mars, 2600 m., la più alta dei monti di Oropa. Il 20 marzo 1880 eseguì il panorama invernale dal Grauhaupt (Testa Grigia, 3375 m), sopra Gressoney St. Jean, e, nell’estate, varie vedute del Gran Combin (4317 m) e del Velan (3765 m).
Adottate infine le nuove e più pratiche lastre alla gelatina-bromuro di argento, nell’estate del 1881 realizzò vedute nel gruppo del Monte Bianco e sul Cervino. Il 18 marzo 1882 compì la prima ascensione invernale del Cervino (4478 m) con traversata da Breuil a Zermatt, alternandosi in testa con la nota guida Jean Antoine Carrel (1827-1890). Dopo essersi sposato il 5 giugno con la cugina Linda Mosca Riatel (1862-1942), il 29 luglio tornò sul Cervino per eseguire il panorama completo dalla vetta con undici lastre di 24×30 cm. La spettacolare veduta lo impose all’attenzione internazionale.
Propostosi fin dal 1880 di documentare con fotografie di grande formato solo la parte più alta di ogni gruppo delle Alpi, allora ben poco fotografate, si fece realizzare dalla ditta Dallmeyer di Londra una fotocamera per lastre di 30×40 cm. Con essa andò arricchendo ogni anno la sua raccolta di vedute dei vari massicci alpini, mentre pubblicava cataloghi aggiornati. Presi accordi con l’agenzia Spooner di Londra fin dal settembre del 1882, la sua rete di vendita si diffuse nelle maggiori città europee e raggiunse anche gli Stati Uniti.
La sua fama di fotografo delle alte Alpi era avvalorata da quella di alpinista senza rivali nelle scalate invernali sui quattromila più ambiti: al Cervino (1882), seguirono la punta Dufour al Monte Rosa (1884), il Gran Paradiso (con Samuel Aitken) e il Lyskamm (1885) e il Monte Bianco da Courmayeur a Chamonix (1888).
Sull’esempio dei più noti alpinisti inglesi, nel 1889 organizzò una spedizione nel Caucaso centrale, selvaggio e ben poco esplorato, dov’era appena scomparso William Donkin (1845-1888), il fotografo-alpinista suo maggior concorrente. Da metà luglio a metà settembre Sella esplorò grandiosi ghiacciai, salì l’eccelso Elbruz (5633 m, 5ª ascensione), alcune cime inviolate tra cui l’Ullu-Aus-Bashi di 4690 m, e soprattutto raccolse un ricco bottino fotografico di centododici lastre, questa volta anche etnografiche. Esposte a Londra, le sue vedute strapparono gli elogi di Douglas William Freshfield (1845-1934), il maggior esploratore del Caucaso, e gli valsero il prestigioso e cospicuo premio Murchison della Royal Geographical Society. Incoraggiato dal successo, nel 1890 allestì una seconda spedizione al Caucaso da cui riportò altre centoventuno lastre e due prime, cima Est del Zicvarga (4115 m) e nuova via sul Burdjula (4358 m).
Fattosi più attento agli aspetti etnografici, pubblicò con Domenico Vallino Monte Rosa - Gressoney (Biella 1890), omaggio alla valle prediletta. Alla fine del 1892, viaggiando in treno da Folkenstone a Londra, subì un serio trauma cranico. Guarito dopo molti mesi di cure, lasciò il suo impiego nel lanificio di famiglia. Dal 1891 al 1893 documentò ogni fase della costruzione della capanna Regina Margherita sulla punta Gnifetti (4559 m), progettata per il CAI dal fratello Gaudenzio. Famose restarono le foto dell’ascensione della Regina d’Italia, intrapresa il 18 agosto 1893. Nel 1896 tornò nel Caucaso per la terza volta spinto dal successo londinese dell’opera di Freshfield, The exploration of the Caucasus (I-II, London-New York 1896) che annunciava in frontespizio «With illustrations by Vittorio Sella». Pur senza guide, con il collega Emilio Gallo e l’aiuto fotografo Erminio Botta, compì nuove prime ascensioni, tra cui il Tepli-Tau (4423 m) e il Sugan-Tau Ovest (4475 m).
Nella sua fase più matura, Sella partecipò come fotografo a tre spedizioni del principe Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi (1873-1933), intercalate da una con Freshfield, imprese rese celebri dai rispettivi libri illustrati da sue fotografie e diffusi in tutto il mondo. Il primo viaggio con il principe Savoia all’inviolato Monte S. Elia (5489 m) in Alaska fu coronato dalla conquista dell’ardua vetta il 31 luglio 1897 con il decisivo contributo di Sella. Egli però ne ricavò la più dolorosa delusione della sua carriera perché molti negativi 20×25 cm rimasero rovinati dall’umidità appena impressionati per un errore di conservazione.
Nel 1899 accompagnò Freshfield in una spedizione in Sikkim che compì il giro del Kangchenjunga (8597 m), terza cima dell’Himalaya. Coadiuvato dal fratello Erminio (1865-1948), Sella documentò ogni versante del massiccio e svelò stupende cime semisconosciute come il Siniolchun (6888 m) e il Jannu (7710 m).
Nel 1906 tornò con il duca degli Abruzzi per una spedizione all’inviolato Ruwenzori, nell’Africa equatoriale. Gli alpinisti italiani conquistarono le due sommità del Monte Stanley, battezzandole punta Margherita (5125 m) e punta Alessandra (5105 m), e le principali cime del gruppo. Sella ne ricavò circa ottocento fotografie, documentando sia il viaggio, le ascensioni e i paesaggi incontrati, sia la botanica e i costumi africani.
Nel 1909 coronò la sua carriera con la spedizione Abruzzi nel Karakorum che esplorò il bacino del ghiacciaio Baltoro e tentò il K2 (8611 m) per lo Sperone Abruzzi, la futura via di salita. Oltre alla gran mole di vedute riprese a un’altezza record, il fotografo cinquantenne ne riportò una pellicola di 700 m, primo film del genere, diffuso nelle sale dalla Ambrosio di Torino con il titolo Sul tetto del mondo.
Negli anni successivi, considerato un maestro insuperato, continuò a lavorare nel suo laboratorio e a pubblicare le sue fotografie in libri di tutto il mondo, dedicandosi inoltre alle tenute vitivinicole di famiglia e alla banca fondata con fratelli e cugini nel 1886, attuale Banca Sella.
Morì nella sua casa, a San Gerolamo di Biella, il 12 agosto 1943.
Ebbe quattro figli, oltre a due morti infanti: Clementina (1883-1949), Bianca (1887-1971), Giuseppe (1888-1939) e Cesare (1889-1971). A Vittorio Sella è dedicato il rifugio del CAI Biella che sorge sull’Alpe Lauson (2588 m) in Val di Cogne.
Opere. Ascensione invernale al Cervino, in Bollettino CAI, 1882, vol. 16, pp. 38-42; Ascensione iemale del Monte Rosa (Dufourspitze m. 4638), in Rivista alpina italiana, 1884, vol. 3, pp. 13 s.; Traversata invernale del Monte Bianco, in Bollettino CAI, 1887, vol. 21, pp. 1-11; Nel Caucaso Centrale. Note di escursioni colla camera oscura, ibid., 1889, vol. 23, n. 56, pp. 242-348; II viaggio, ibid., 1890, vol. 24, n. 57, pp. 261-317; III viaggio, ibid., 1897, vol. 30, n. 63, pp. 321-330; Hautes Alpes. Catalogue de photographies. Années 1880-1896, Biella 1897; Note biografiche personali, in Annuario CAI, sez. di Biella, 1977-78-79, pp. 7-11.
Fonti e Bibl.: L’imponente archivio di Vittorio Sella, completo di lastre, stampe originali, apparecchiature fotografiche, carte, diari, carteggi, diplomi, è conservato alla Fondazione Sella o.n.l.u.s. che ha sede nell’ex lanificio a Biella. Inoltre: F. De Filippi. La spedizione di S.A.R. il principe Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, al Monte Sant’Elia, Alaska 1897. Illustrato da V. S., Milano 1900; D.W. Freshfield, Round Kangchenjunga. A narrative of mountain travel and exploration, London 1903; F. De Filippi, Il Ruwenzori. Viaggio di esplorazione e prime ascensioni delle più alte vette nella catena nevosa situata fra i grandi laghi equatoriali dell’Africa centrale, illustrata da V. S., Milano 1908; Id., La spedizione nel Karakoram e nell’Imalaia Occidentale, 1909, illustrata da V. S., Bologna 1912; L.A. Mumm, The Alpine Club Register, 1877-1890, London 1928, pp. 263-269; C. Gos, In memoriam V. S., in Alpine Journal, 1944, vol. 54, 268, pp. 292 s.; C. Ramella, V. S., in Annuario CAI , sez. Biella, 1945, pp. 17-38; A. Adams, V. S. An intensity of seeing, majesty and mood, in Sierra Club Bulletin, 1946, vol. 31, 7, pp. 15-17; R. Clark, The splendid hills. The life and photographs of V. S. 1859-1943, London 1948; M.R. Fiory Ceccopieri, Dal Caucaso al Himalaya. V. S. fotografo alpinista esploratore, Milano 1981; A. Sella, V. S. Mountain photographs 1879-1909, Viareggio 2014. Cataloghi di mostre: V. S. Fotografie e montagna nell’Ottocento, Ivrea 1982; Karakoram 1909, Trento 1995; The Ruwenzori discovery, a cura di R. Mantovani, Torino 1996; Sant’Elia 1897, Luigi Amedeo duca degli Abruzzi, a cura di G. Garimoldi - R. Mantovani, Torino 1997; Summit. V. S. Mountaineer and photographer. The years 1879-1909, New York 1999; V. S. Ascensioni fotografiche. Viaggio nelle Alpi del Tirolo 1887, 1891, 1893, a cura di A. Golin, Bolzano 2002; V. S. nel Caucaso georgiano, 1889, 1890, 1896, Roma 2002; Paesaggi verticali. La fotografia di V. S. 1897-1943, Torino 2006, con dettagliata bibliografia; Cattedrali di ghiaccio. V. S. Himalaya 1909, a cura di D. Jorioz - P. Repetto, Aosta 2016.