PUNTONI, Vittorio
PUNTONI, Vittorio. − Figlio dell’omonimo grecista, rettore dell’Università di Bologna e senatore del Regno, e di Emma Ida Giacomelli, nacque a Pisa il 2 gennaio 1887.
Si trasferì in giovane età a Bologna. Qui, dopo aver frequentato il liceo Galvani, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia, manifestando una decisa passione per le ricerche di laboratorio. Mentre era ancora laureando in clinica chirurgica, sotto la guida del professor Giuseppe Ruggi, avviò una serie di ricerche sulla reazione anafilattica per la diagnosi biologica della cisti da echinococco, confluite poi nella tesi discussa il 1° luglio 1910 (La diagnosi biologica delle Cisti da Echinococco, 1910).
Ottenuto sia il premio Concato per la miglior votazione nelle materie cliniche, sia il premio Vittorio Emanuele per la miglior tesi, esercitò inizialmente la professione medica presso la prima sezione di medicina dell’ospedale Maggiore di Bologna. Tuttavia, la passione per il laboratorio lo spinse ben presto a rientrare all’Università, dove per due anni divenne assistente e aiuto del professor Guido Tizzoni, presso l’Istituto di patologia generale.
Quando nell’estate del 1911 una vasta epidemia di colera investì il Polesine, Puntoni fu incaricato di dirigere il laboratorio batteriologico istituito dal ministero degli Interni a Rovigo e di monitorare l’andamento epidemiologico della malattia nel delta del Po. Sorpreso dall’andamento imprevedibile del contagio, che non sembrava dovuto né al contatto tra ammalati, né al consumo di cibi infetti, né all’inquinamento delle acque, egli suppose e verificò sperimentalmente che il vibrione colerico, sotto l’influenza dell’aria o dell’acqua, poteva trasformarsi in vibrioni di tipo colerasimile, variando così la sua virulenza (Osservazioni sull’epidemia colerica..., 1912; Ciaranfi, 1972, p. 4).
Anche grazie a quest’esperienza Puntoni decise di abbandonare l’Istituto di patologia generale per trasferirsi all’Istituto di igiene dell’Università di Bologna, diretto dal celebre medico e politico Giuseppe Sanarelli, che divenne presto una figura determinante nel suo percorso scientifico e culturale.
Capitano medico sul fronte della Grande Guerra, Puntoni non interruppe l’attività di ricerca e, durante il conflitto, produsse uno studio sulla flora microbica responsabile delle peritoniti acute da ferita (Ciaranfi, 1972, p. 5). Al termine delle ostilità seguì Sanarelli, chiamato a ricoprire la cattedra di igiene a Roma e nel 1925 divenne professore di batteriologia presso la facoltà di medicina, ruolo che ricoprì fino al 1943.
I risultati di maggior rilievo scientifico furono ottenuti da Puntoni nel campo della vaccinazione antirabica e dell’utilizzo dei vaccini fenicati: partendo dagli studi dell’igienista Claudio Fermi (con il quale non mancarono accesi dibattiti sull’argomento), grazie a una sperimentazione condotta con tessuti cerebrali putrefatti di cani malati trattati con acido fenico, egli dimostrò che l’inoculazione di emulsioni fenicate di virus fisso a virulenza crescente risultava più sicura di quella prevista dal metodo classico di Louis Pasteur. Le ricerche investirono anche lo sviluppo di vaccini preventivi sui cani, per i quali egli dimostrò la maggior sicurezza degli ‘autovaccini’, ricavati da virus di strada (La rabbia, 1927; I vaccini antirabici fenicali..., 1927).
Già nel 1919 la rilevanza di tali studi gli valse la nomina a direttore dell’Istituto antirabico di Roma: in questa veste ideò e fondò i dispensari antirabici in molte città italiane, decentrando così le vaccinazioni, e trasformò l’Istituto in un centro di ricerca e di insegnamento pratico (Moderna organizzazione di un istituto antirabico..., 1924; Roma, Archivio storico dell’Università La Sapienza, Fascicoli personale docente, AS4505, Vittorio Puntoni).
Proseguiva nel frattempo le ricerche sul colera, nel tentativo di individuare una relazione tra gravità dell’infezione e condizioni ambientali; diversi studi sulla flora intestinale evidenziarono come i gas sprigionati dalla putrefazione fossero in grado, se inspirati, di irritare le pareti intestinali e di virulentare microbi tifici e paratifici già presenti in forma latente. Negli anni Trenta studiò inoltre la vaccinazione tubercolare, ottenendo risultati interessanti sul Bacillus tubercolophilus, batterio capace di attenuare la virulenza dell’infezione; avviò inoltre campagne sperimentali sulla sistematica dei miceti e in particolare degli actinomiceti, per i quali propose una nuova denominazione (Asteroides). Nel secondo dopoguerra prese parte all’ampio dibattito relativo alla natura dei virus: avviò una campagna sperimentale sulla presunta cristallizzazione del virus mosaico del tabacco, volta a dimostrarne la natura vitale, e studiò la clamidocreazione, azione immunitaria che immobilizza gli agenti patogeni inglobandoli in una sostanza eosinofila (Roma, Archivio storico dell’Università La Sapienza, Fascicoli personale docente, AS4505, Vittorio Puntoni).
Puntoni si impegnò costantemente affinché la microbiologia, materia pionieristica e ancora legata allo studio dell’igiene e della patologia generale, potesse acquisire una crescente autonomia disciplinare e, forte di un orientamento clinico, divenisse un elemento cardine della formazione medica nel primo triennio della facoltà di medicina. Il suo progetto scientifico fu animato da un costante impegno istituzionale e didattico: oltre a riorganizzare il laboratorio romano e le sue attività, puntando decisamente sull’epidemiologia, fu segretario accademico della facoltà di medicina di Roma dal 1925 al 1943. L’anno successivo ottenne la cattedra di igiene, succedendo a Dante De Blasi, e per diciotto anni consecutivi fu preside della facoltà stessa.
Alla fine degli anni Venti raccolse le ricerche e le lezioni svolte fino a quel momento nel Manuale di microbiologia medica, (1930), che divenne presto un testo di riferimento in tutta Italia, mentre nel secondo dopoguerra pubblicò il suo imponente Trattato d’igiene (1955).
Nel corso della carriera fu presidente del Consiglio direttivo della Scuola di dietetica, membro del Consiglio superiore di sanità, presidente della Società italiana di microbiologia e, come alto riconoscimento per i suoi studi sull’immunologia, fu nominato presidente onorario della Società internazionale di idatidologia. Fu inoltre membro del comitato di esperti per il risanamento ambientale e del comitato di esperti per la rabbia presso l’Organizzazione mondiale della sanità, presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto Eastman e consigliere del Consiglio nazionale delle ricerche. Nel 1953 presiedette a Roma il VI Congresso internazionale di microbiologia, al quale presero parte sessantatré Paesi e duemila congressisti. Nel 1954 fu insignito del diploma e della medaglia d’oro di prima classe ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, mentre dal 1956 divenne socio dell’Accademia nazionale dei Lincei. L’anno seguente venne nominato commendatore al merito della Repubblica (Roma, Archivio storico dell’Università La Sapienza, Fascicoli personale docente, AS4505, Vittorio Puntoni).
Collocato a riposo per raggiunti limiti di età nel novembre del 1962, si spense a Roma il 2 giugno 1970.
Opere. La diagnosi biologica delle Cisti da Echinococco, Bologna 1910; Osservazioni sull’epidemia colerica svoltasi nel basso Polesine nell’estate 1911, Bologna 1912; Moderna organizzazione di un istituto antirabico: l’Istituto antirabico di Roma durante il quinquennio, Roma 1924; La rabbia (malattie infettive endemiche dei nostri climi, fasc. V), Torino 1927; I vaccini antirabici fenicati e loro odierne applicazioni, Roma 1927; Manuale di microbiologia medica. Batteriologia, micologia, protozoologia, virus imperfettamente noti, Roma 1930; Trattato d’igiene, Roma 1955.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico dell’Accademia nazionale dei Lincei, Archivio corrente, posizione 4, b. 13, fascicolo personale prof. V. P.; Archivio storico dell’Università La Sapienza, Fascicoli personale docente, AS4505, P. V.; Bologna, Archivio storico dell’Università di Bologna, Fascicoli studenti di medicina, 5631 (P. V.); E. Ciaranfi, V. P. Discorso commemorativo pronunciato […] nella seduta ordinaria del 13 maggio 1972, Roma 1972.