Mezzogiorno, Vittorio
Attore cinematografico e teatrale, nato a Cercola (Napoli) il 16 dicembre 1941 e morto a Milano il 7 gennaio 1994. Spirito anticonformista, sempre alla ricerca di nuove avventure professionali, fu interprete di grande vigore espressivo, caro a un pubblico non solo nazionale. Lavorò con meticolosità e passione in teatro, cinema e televisione, imprimendo in tutti i suoi personaggi il segno di una marcata e vibrante fisicità.
Debuttò sul palcoscenico quando era studente di giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli, e nel 1966 entrò nella compagnia di Eduardo De Filippo, continuando poi a recitare con i fratelli Aldo e Carlo Giuffrè, con Gianni Santuccio e altri. Esordì nel cinema con una piccola parte in Il caso Pisciotta (1972) di Eriprando Visconti. Gli furono poi spesso affidati i ruoli del duro come in Milano violenta (1976) di Mario Caiano e Café express (1980) di Nanni Loy. Più complessi i personaggi successivi, come il terrorista in crisi in La caduta degli angeli ribelli (1981) di Marco Tullio Giordana e il 'moralizzatore' Rocco in Tre fratelli (1981) di Francesco Rosi, ruolo per il quale vinse il Nastro d'argento.
Nonostante i consensi ottenuti, fu in Francia che trovò un ambiente artistico più congeniale alla sua inesauribile curiosità. Jean-Jacques Beineix gli affidò infatti un ruolo di rilievo nel suo La Lune dans le caniveau (1983; Lo specchio del desiderio), e per Patrice Chéreau interpretò in L'homme blessé (1983) il bisessuale Jean, offrendo una delle sue prove più complesse eriuscite. Parallelamente continuò a recitare per il teatro con vari registi tra i quali Peter Brook, che nel 1985 lo scelse per interpretare il guerriero Arjuna nello spettacolo teatrale tratto dal poema epico indiano Mahabharata, ruolo che M. mantenne nel film girato da Brook nel 1989, The Mahabharata (Il Mahabharata). Fu quindi coinvolto nell'ennesima avventura della sua non lunga carriera, Schrei aus Stein (1991; Grido di pietra) di Werner Herzog, girato tra le montagne della Patagonia; si misurò con le mistificazioni dell'inconscio in La condanna (1991) di Marco Bellocchio, e, infine, con la rivisitazione del mito ebraico in Golem ‒ L'esprit de l'exil (1992; Golem ‒ Lo spirito dell'esilio) di Amos Gitai. Nell'ambito della sua attività televisiva, iniziata negli anni Sessanta, si ricordano la sua interpretazione in Martin Eden (1979) di Giacomo Battiato e quella di grande successo in La piovra 5 (1990) e La piovra 6 (1992) di Luigi Perelli. La figlia Giovanna, nata nel 1974 dal matrimonio di M. con l'attrice Cecilia Sacchi, è a sua volta un'attrice di successo.