MAZZONI, Vittorio
– Nacque il 17 sett. 1864 ad Ancona. Concluso il primo ciclo di studi, si iscrisse alla scuola provinciale di bassa veterinaria, all’epoca aggregata alla scuola per geometri. Successivamente nell’anno accademico 1883-84 si trasferì all’Università di Bologna, dove conseguì la laurea in zooiatria. In questo ateneo divenne assistente presso le cattedre di patologia generale e anatomia patologica veterinaria, poi di anatomia e fisiologia generale e il 21 genn. 1891 pervenne alla libera docenza in anatomia microscopica ed embriologia. Nel 1889 era stato nominato socio corrispondente della Società medica chirurgica di Bologna.
Appassionato cultore dell’istologia e dell’embriologia, nel breve tempo che dedicò alla ricerca il M. recò contributi di non secondaria importanza alla conoscenza di queste discipline. Nel 1890, ripresa in esame la descrizione degli speciali corpuscoli sensitivi che dodici anni prima aveva fornito G. Golgi e approfonditane l’osservazione, poté dimostrare gli esatti rapporti esistenti tra fibre nervose e corpi terminali dei piccoli organi, che il grande cattedratico di Pavia non era riuscito a individuare; nel contesto di questo studio illustrò anche l’intima relazione che particolari terminazioni nervose stabiliscono, sotto forma di piastre nervose terminali o intrecci plessiformi, con i vasi decorrenti nel connettivo perimuscolare e peritendineo (Osservazioni microscopiche sopra i così detti corpuscoli terminali dei tendini dell’uomo e sopra alcune particolari piastre nervose superficiali che si trovano nei medesimi tendini, in Memorie della R. Accademia delle scienze dell’Ist. di Bologna, s. 5, I [1890], pp. 401-408). Il valore scientifico di questa ricerca fu universalmente riconosciuto e ai corpuscoli in questione fu assegnato il nome di «corpuscoli di Golgi - Mazzoni».
Tra gli altri lavori del M. meritevoli di menzione sono gli studi morfologici e sperimentali con i quali dimostrò che le cellule giganti polinucleate descritte da R. Remak nel fegato embrionale dell’uomo e dei mammiferi non danno origine alle cellule rosse dei primi giorni di vita, come sostenuto nel 1879 da P. Foà e G. Salvioli, bensì a elementi epatici, concorrendo così all’aumento di volume del fegato nei primi tempi della vita extrauterina, e vanno incontro a evidenti alterazioni nell’avvelenamento acuto da arsenico (Sull’ufficio delle cellule giganti nel fegato dei neonati e sulle loro alterazioni nell’avvelenamento per arsenico, ibid., s. 4, X [1889-90], pp. 739-744); le fini ricerche embriologiche sull’origine e la formazione delle fibre nervose (Ricerche embriologiche sull’origine e formazione delle fibre nervee del genere nervoso della vita animale, in Bull. delle scienze mediche, Rendiconto delle sessioni della R. Acc. delle scienze dell’Ist. di Bologna, VI sessione, s. 7, II [1891], pp. 389 s.); l’osservazione sperimentale degli effetti esercitati dalla pirodina sul sangue, consistenti nella marcata, ma limitata alla sua somministrazione, diminuzione dei soli globuli rossi (Processi di sanguificazione studiati mediante la pirodina, ibid., pp. 395-410).
Il M. fece poi ritorno ad Ancona, dove fu nominato ispettore veterinario. Trasferitosi nel 1893 a Ostra, nei pressi del capoluogo marchigiano, chiamato a reggere la locale condotta medico-veterinaria, vi morì l’11 febbr. 1897.
Fonti e Bibl.: Necr., in Bull. delle scienze mediche, s. 7, VIII (1897), p. 407; G. Lambertini, Diz. anatomico (Anatomici e morfologi e loro trovati), Napoli 1949, pp. 291, 464; Università degli studi di Bologna, Archivi degli studenti. Scuola e facoltà di medicina veterinaria, a cura di M. Ascoli, Bologna 2004, p. 54 n. 716.