Mathieu, Vittorio
Filosofo e storico italiano della filosofia (n. Varazze, Savona, 1923). Allievo di Guzzo all’univ. di Torino, insegnò dal 1958 filosofia teoretica nell’univ. di Trieste, divenne poi (1961) prof. di storia della filosofia prima a Trieste e poi (1967) a Torino, dove dal 1973 ricoprì la cattedra di filosofia morale. Agli interessi storici M. ha affiancato ricerche originali soprattutto sul problema della conoscenza. Ha tradotto opere di Bergson e a lui ha dedicato una monografia (Bergson, il profondo e la sua espressione, 1954, 2a ed. 1971) in cui indaga le altre forme della conoscenza e della espressività su cui verteva la riflessione bergsoniana. Importanti i suoi studi sulla tarda filosofia di Kant, in partic. sul problema del ‘vivente’ non inteso come mero meccanismo; allo studio La filosofia trascendentale e l’Opus postumum di Kant (1958) si è aggiunta la trad. dell’Opus (1963). Ha curato traduzioni di opere di Leibniz precedute dallo studio su Leibniz e Des Bosses (1960). Di rilievo i lavori dedicati al problema della conoscenza e dell’oggettività scientifica (L’oggettività nella scienza e nella filosofia moderna e contemporanea, 1960; Il problema dell’esperienza, 1963) sino a L’uomo animale ermeneutico (2001), saggi in cui l’uomo è visto come ‘scienziato della natura’ ed ‘ermeneuta della cultura’, attivo con la sua opera interpretativa in ogni campo del reale. Alle esigenze didattiche ha offerto la Storia della filosofia e del pensiero scientifico (1966, 9a ed. 1981-83), le Questioni di storiografia filosofica (1974), La filosofia del Novecento (2 voll., 1971, 1978); ha coltivato inoltre interessi di estetica, di filosofia morale, etico-politici relativi alle ‘ombre’ della società occidentale (La speranza nella rivoluzione, 1972; Filosofia del denaro, 1985; Privacy e dignità dell’uomo, 2004); va ricordato infine Perché punire? (1978), in cui M. riporta la pena, in chiave kantiana, alla stretta responsabilizzazione dell’individuo.