DEL VECCHIO, Vittorio
Nacque 9 marzo 1914 a Caserta, da Giovanni e da Rosa Cardassi. Compì gli studi superiori nella sua città natale e quindi, sull'esempio del fratello maggiore Gaetano, s'iscrisse alla facoltà di medicina dell'università di Napoli, dove studiò sotto la guida di V. Diamare e di L. Califano. Si laureò, poi, a Roma, dove nel frattempo si era trasferito, nel 1939, con una tesi elaborata presso l'istituto di igiene, allora diretto da D. De Blasi, che fu suo maestro. Sempre nel 1939 vinse il concorso per assistente di ruolo e svolse tale incarico presso l'istituto di igiene di Roma, succedendo ad A. Cimmino, con il quale ebbe una proficua e lunga collaborazione didattico-scientifica.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, pur potendo godere delle prerogative spettanti ai medici, partì volontario. Fu inviato come sottotenente medico in Africa settentrionale e prese parte, quale dirigente del servizio sanitario di battaglione, alle battaglie di Ain-el-Gazala, Tobruk, Narsa-Matruk, El-Alamein. Fatto prigioniero dopo la sconfitta di ElAlamein, si offri volontario per accompagnare un gruppo di prigionieri che doveva essere trasferito in Europa. La nave sulla quale si trovava venne silurata dal sommergibile italiano "Leonardo da Vinci"; tratto in salvo -unico superstite -, continuò a partecipare al gonflitto, prestando la sua opera come sommergibilista prima sullo stesso "Leonardo da Vinci" e poi su un altro sommergibile. Sbarcato, finalmente, nel 1943 a Bordeaux, fece ritorno in patria e si stabilì a Salerno, dove collaborò con il fratello, il quale esercitava l'attività di medico provinciale.
Per il suo encomiabile comportamento in guerra ricevette due proposte per il conferimento di medaglia d'argento.
Nel 1944 fu nominato dagli Alleati ispettore medico igienista della provincia di Latina, incarico nel quale ebbe modo di mettere in luce le sue capacità di organizzatore; in breve tempo, nonostante i limitati mezzi a sua disposizione, riorganizzò con successo il dissestato servizio sanitario di quella provincia.
Dopo la liberazione di Roma, riprese il suo posto di assistente ordinario all'istituto di igiene, dedicandosi in particolare alla ricerca e all'insegnamento. Nel 1948 conseguì la libera docenza in igiene.
L'importanza delle sue ricerche e la sua personalità scientifica gli valsero non pochi incarichi e riconoscimenti, non solo in Italia, ma anche all'estero. Gli fu, infatti, proposta la direzione dell'istituto di igiene dell'università di Tucuman, in Argentina; fu membro della Air Pollution Control Association, componente della giunta dell'International Medical Association for the study of living conditions and health, membro corrispondente dell'Académie national de medicine. Nel 1952 gli fu conferito l'incarico per l'insegnamento di igiene edilizia nella facoltà di architettura di Roma. Nel 1959, poi, vinto il concorso per la cattedra di igiene, fu chiamato nell'università di Roma come successore del suo maestro V. Puntoni. Gli venne inoltre affidato l'incarico di direttore delle scuole di specializzazione in igiene e in igiene e tecnica ospedaliera, nonché di direttore della scuola speciale per dirigenti dell'assistenza infermieristica.
Convinto assertore della funzione preventiva della medicina, fondò il centro di medicina preventiva dell'università di Roma, di cui fu anche presidente. Fu pure presidente dell'Associazione nazionale per la lotta contro le microcitemie. Inoltre apportò un fattivo contributo nell'attività del Consiglio superiore di sanità per i trienni 1964-1966, 1967-1969, 1970-1972. Fu componente del Consiglio nazionale delle ricerche e socio di varie accademie, partecipando attivamente a congressi nazionali e internazionali.
La produzione scientifica del D. investe numerosi campi della medicina, con un preminente interesse, evidente già dai lavori iniziali, per il settore della microbiologia e dell'immunologia.
In particolare, condusse studi sugli agenti patogeni della tubercolosi e della brucellosi, evidenziandone le reazioni seriche crociate (Nuove ricerche sui rapporti tra sierodiagnosi di Wright e tubercolosi, in Consorzio antitubercolare, XIV [1936], 7; Ricerche sul fenomeno d'ostacolo del Donaggio, ibid., 8). In collaborazione con la clinica neurologica, egli approfondì i suoi studi sulla brucellosi, sostenendo la necessità di eseguire la reazione di Wright sul liquor per aver la certezza della diagnosi (Neurobrucellosi melitense sul reperto positivo della reazione di Wright e del virus sul liquor, in Rivista sperimentale di freniatria e med. legale d. alienazioni mentali, LXI [1937], 3, pp. 16-29; Sistema nervoso centrale ed immunità, ibid., LXII [1938], 3, pp. 11-23; Un caso di meningite brucellare con papilla da stasi, in Rassegna di neuropsichiatria, I [1947], pp. 3-15). Si occupò anche di parassitologia, con studi sulla malaria e sul suo insetto vettore (Ricerche microbiologiche sull'evoluzione metamorfosale degli anofeli, in Rivista di parassitologia, VI[1942], 2, pp. 23-41; Le norme dei principali anofelini italiani ed europei, in Igiene e sanità pubblica, II[1946], pp. 11-26; Ricerche sull'anofelismo in provincia di Littoria durante il periodo settembre 1939 settembre 1940, in Notiziario dell'Amministrazione sanitaria, III [1947], pp. 3-19).
Le sue spiccate doti di igienista pratico lo orientarono verso lo studio dell'igiene ambientale. Infatti, si occupò particolarmente dei problemi relativi alla colimetria delle acque, al soleggiamento atmosferico, alla salubrità biologica dei derivati del latte, alle microcitemie e al morbo di Cooley, alle ricerche tossicologiche dell'arsenio e del 3-4 benzopirene negli alimenti, all'inquinamento atmosferico, all'epidomiologia generale e speciale, all'inquinamento delle acque marine utilizzate per la balneazione, all'organizzazione della sanità. Al congresso internazionale di microbiologia del 1953 richiamò l'attenzione sul pericolo potenziale dell'impiego degli esteri fosforici come antiparassitari e illustrò le caratteristiche, di alcuni antibioticì (Un grido di allarme: l'uso indiscriminato degli esteri fosforici per la disinfestazione in campo agricolo, in Atti del VI Congresso internazionale di microbiologia, Roma, 6-12 sett. 1953, X, gennaio-febbraio 1954, pp. 21-36; Ricerche sul potere antibiotico dei più comuni antibiotici, ibid., pp. 153-158).
Capacità di intuizione e chiara visione delle problematiche che sarebbero divenute in seguito di grande attualità sul piano scientifico e sociale indussero il D. a occuparsi di vari argomenti di igiene ambientale, che illustrò in numerosi congressi nazionali e internazionali e in alcuni scritti. Si occupò di molti argomenti, tutti di estremo interesse: dal problema sociale delle frodi alimentari alla contaminazione radioattiva della biosfera, ai pericoli delle esplosioni nucleari e all'organizzazione del soccorso e delle difese, ai problemi medici e sociali connessi con l'accrescimento degli agglomerati urbani, al problema dell'inquinamento di fondo urbano dell'aria atmosferica (L'uomo e la sua città - Problemi sociali, Roma 1966; Inquinamento atmosferico urbano, in Centro studi di sociologia sanitaria, Convegno sull'inquinamento atmosferico, ibid. 1966, pp. 57-85).
Il D. morì a Roma il 25 ag. 1972.
Fonti e Bibl.: A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, II, Roma 1961; G. Del Vecchio, Ricordando V. D., in Igiene e sanità pubblica, XXVIII (1972), pp. I-X; A. Cimmino, V. D., in Atti dell'Accademia Lancisiana di Roma, n. s., XVII (1973), 1, pp. 63-67.