Africano (m. 199). La sua elezione (189) a vescovo di Roma, dopo Eleuterio, dimostrò l'affermarsi in questa comunità dell'elemento latino-africano. Abile organizzatore, volle uniformare le pratiche religiose delle diverse chiese. Contro la consuetudine degli Asiatici di solennizzare la Pasqua nel 14º giorno dal plenilunio di marzo, impose la celebrazione della festa per la domenica successiva a quella data. Si oppose poi con energia al diffondersi delle dottrine gnostiche del prete Fiorino e all'eresia adozionista diffusa in Roma da Teodoto, e le condannò entrambe. Durante il suo pontificato non avvennero persecuzioni da parte dell'Impero, anzi V. I salì al Palatino dove fu ben accetto dal circolo di studiosi che si raccoglievano intorno all'imperatrice Giulia Domna. Festa, 28 luglio.