Pittore (Venezia tra il 1455 e il 1465 - ivi o Capodistria 1525 o 1526). Nella sua prima opera datata, l'Arrivo di s. Orsola a Colonia (1490), per la Scuola di S. Orsola a Venezia, i modi di Antonello da Messina, filtrati attraverso Alvise Vivarini, si traducono in una narrazione distesa. Nelle tele successive del ciclo di s. Orsola (1493, 1495; come la prima conservate alla Gall. dell'Accademia), il C. libera sempre più il proprio sentimento della luce e del colore prezioso, misurati dalla prospettiva, secondo un percorso proprio che ha analogie con Gentile Bellini e mostra agganci con le esperienze ferraresi e umbro-toscane, pur dominandovi un atteggiamento meditativo e altrimenti lirico. Nel 1496 dipingeva il Sangue di Cristo (Udine, Museo civico) e, con Gentile Bellini, lavorava alle Storie della Croce per la Scuola di S. Giovanni Evangelista. Al 1502-07 si data la serie per S. Giorgio degli Schiavoni, che narra i trionfi del santo e le storie di s. Girolamo. Circa gli stessi anni C. attende, con molti aiuti, alla serie della vita di Maria per la Scuola degli Albanesi, ora dispersa tra Venezia, Bergamo e Milano (al 1504 è datata l'Annunciazione, Venezia, Ca' d'Oro, forse anteriore alla rimanente serie). Ma si avverte un grave scadimento nelle opere successive, in cui il C. sembra sopraffatto dal profondo rinnovamento avvenuto nella pittura veneziana (Giorgione, Tiziano). Tra le opere migliori: la Morte di Maria di Ferrara (1508), la Presentazione al Tempio (Venezia, Gallerie, 1510) che sembra segnare un momento di ripresa, insieme al frammento delle due Cortigiane nel Museo Correr; le storie di s. Stefano (1511-20), oggi divise fra Berlino, Stoccarda, Milano e il Louvre. Al 1514 appartiene la pala di S. Vitale a Venezia; al 1516 il S. Giorgio nella chiesa omonima; al 1517 l'Ingresso del podestà veneto (museo di Capodistria); al 1519 la pala di S. Francesco a Pirano; al 1523 le portelle d'organo del duomo di Capodistria. Notevoli anche i disegni del C., ove lo stile sciolto e arioso della sua pittura trova il corrispettivo nel segno spezzato e rapido. Ebbe due figli, Pietro (vissuto a Udine) e Benedetto, pittore, ricordato in notizie dal 1530 al 1560; di questo si hanno varie opere che riflettono la maniera del padre: la Madonna in S. Giorgio degli Schiavoni a Venezia, la Madonna con santi del museo di Capodistria (1538), del duomo di Trieste (1540), ecc.