BENZONE (Benzon, Benzoni), Vittore
Nacque a Venezia l'11 dic. 1779. Ad antica aristocrazia veneziana appartenevano tanto il padre, il conte Pietro, quanto la madre Marina Quirini, la notissima "biondina in gondoleta" della barcarola di A. Lamberti, celebre per la sua bellezza, la vita spregiudicata e il salotto letterario, dove, in concorrenza con Isabella Teotochi Albrizzi e Giustina Michiel, riuniva famosi artisti italiani e stranieri.
Non privo di doti intellettuali e artistiche, attraverso la consuetudine dei salotti letterari, poté avvicinare i principali personaggi della cultura del suo tempo. Già nel 1798 pubblicò nell'Annopoetico - una raccolta di poesie inedite di autori contemporanei, che si stampava annualmente a Venezia - tre sonetti, dedicati alla tomba di Werther e alla casa del Petrarca, e due altri nell'Anno poetico del 1799. Già in questi primi componimenti si avvertono eleganza stilistica e ispirazione elegiaca; la sua attività letteraria fu però saltuaria a causa della malferma salute e dell'amore per la vita mondana, così che non offrì quelle maggiori prove dei suo talento che pareva promettere e restò un raffinato dilettante.
Per un certo periodo si diede al teatro, recitando con buon successo sia in italiano (fu Carlo nel Filippo dell'Alfieri) sia in francese. Nel luglio del 1810, per interessamento del padre, ottenne un lavoro di assistente presso il Consiglio di Stato del Regno d'Italia a Milano. Anche qui si fece presto numerosi amici nell'ambiente letterario, fra cui il Foscolo e il Monti, che lo incoraggiò a continuare a scrivere; infatti il B. pubblicò qualche componimento poetico sul Poligrafo, sia durante la permanenza a Milano, che durò meno di un anno, sia dopo il rientro in patria, dove si dedicò con maggiore applicazione allo scrivere e allo studio. Nel 1812 pubblicò a Venezia uno squisito componimento, l'Epistola a Ippolito Pindemonte, in cui al sentimento elegiaco e al gusto della forma si mescolano tuttavia, con qualche stonatura, elementi di fosca malinconia, tipici del romanticismo inglese, allora di moda. Un altro sonetto, Ignoro è ver, apparve sul Poligrafo nel 1819, mentre altri brevi componimenti scritti fra il 1813 e il 1820, come il sonetto che parafrasa il Salmo 120, Versi morali, ed altri pubblicati in opuscoli in date diverse, vennero raccolti soltanto dopo la sua morte (Crovato). Intraprese anche una traduzione di Tibullo, poeta congeniale al suo temperamento, e la stesura di un dramma storico: entrambe le opere rimasero incompiute.
Nel 1816 il B. conobbe Byron, ospite della madre, che non mancò di suscitare su di lui una grande impressione. Nel 1820, infatti, dopo un lungo le paziente lavoro di preparazione, usciva a Venezia il suo poemetto Nella, in tre canti e in versi nel quale appare sensibile l'ispirazione del Childe Harold.
Nel poemetto si celebra la gloria e la decadenza di Venezia, rievocate da un patrizio in esilio: mosso dall'amore per la patria e dal dolore per il suo declino, il B. raggiunge una certa efficacia espressiva e sincerità di sentimento in una forma elegante, ma in molti casi cade in una eccessiva ricercatezza, prediligendo l'erudizione come fine a se stessa, e usando un linguaggio tanto forbito da riuscire talvolta oscuro.
Il poemetto, che prelude a un indirizzo artistico che ebbe tànto favore nell'Italia del romanticismo, e di cui il miglior esempio è l'Edmengarda del Prati, fu entusiasticamente lodato dai contemporanei, specialmente dal Monti, che il B. si recò a visitare a Milano, ricevendone incoraggiamenti.
Il B. morì a Venezia il 3 giugno 1822.
Bibl.: E. De Tipaldo, Biografie di italiani illustri, V, Venezia 1837, pp. 122-127; E. A. Cicogna, Saggio di bibliogr. venez., Venezia 1847, p. 264; U. Cegani, Di V. B. e degli ultimi tempi della Repubbl. di Venezia, in Ateneo veneto, I (1881), pp. 443-456; II (1882), pp. 48-57, 98-111; G. Soranzo, Bibliogr. venez., Venezia 1885, p. 327; G. B. Crovato, Nella, le Epistole e varie rime di V. B..., Ascoli Piceno 1893; P. Molmenti, Galanterie e salotti veneziani, in Nuova Antol., 16 genn. 1904, pp. 193-216; G. Brognoligo, Studi di storia letter., Milano-Roma 1904, pp. 223 W. M. Simhart, Lord Byrons Einfluss auf die italienische Literatur, Leipzig 1909, pp. 40 s.; V. Monti, Epistolario, a cura di A. Bertoldi, III (1806-1811), Firenze 1928, pp. 102, 124;V (1818-1823), ibid.1929, pp. 238 (con nota biogr.), 239;G. Natali, Il Settecento, Milano 1936, p. 136; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, pp. 719-720;U. Foscolo, Epistolario, IV (1812-1813),a cura di P. Carli, Firenze 1954, pp. 7-0 (con nota biogr.); Enc. Ital., VI, p. 676.