VITORCHIANO
. Pittoresco paese dell'alto Lazio, in provincia di Viterbo, situato, alla confluenza di due incassati torrenti, su uno sprone tufaceo, a 285 m. s. m. Per la sua caratteristica posizione, comune a numerose località d'origine etrusca, è uno dei più suggestivi paesi dell'alto Lazio. Nel 1931 il comune, vasto 30,11 kmq., contava 2288 ab. Vitorchiano ha stazione sulla Roma-Civitacastellana-Viterbo a 3,5 km. dal paese.
Monumenti. - Si accede nella parte antica dell'abitato per la Porta Viterbese praticata in un torrione della cinta muraria. La chiesa parrocchiale di S. Maria conserva la struttura del sec. XIII, la chiesa della SS. Trinità (1476) ha una porta del Rinascimento, quella detta della Madonna di S. Nicola qualche buon affresco di scuola viterbese. Edifici privati e civili hanno grande affinità stilistica con quelli di Viterbo. Il Palazzo comunale, detto "palazzo dei Conservatori di Roma", di forme severe con torre e finestre guelfe, appare ora alquanto deturpato, ma contiene un archivio ricco di pergamene e di codici riflettenti la storia del paese dal sec. XII al XVI. Nella piazza si ammira una fontana eseguita tra il Duecento e 1l Trecento secondo il tipo comune a Viterbo.
Bibl.: V. E. Aleandri, Artisti ed artieri lombardi a Vitorchiano nei secoli XV-XVI, in Archivio storico lombardo, XXXVIII (1911), pp. 102-132.
Storia. - Le sue origini sono oscure (epoca longobarda?); ed il suo nome si riporta comunemente ad un centro etrusco di Orchia, nell'Agro Tarquiniense, di cui non abbiamo però esatte informazioni, nonostante che le sue tracce pare restassero fino al sec. XV (Vicus Orchianus onde Vitorchiano). Vitorchiano fu come il castello avanzato di Roma contro Viterbo, con cui ebbe lunghe contestazioni. Nel 1201, all'epoca della sistemazione territoriale del Patrimonio per opera di Innocenzo III, Vitorchiano fu rivendicato dalla Chiesa; e per le grandi prove di fedeltà venne elevato a feudo del Senato, ebbe il titolo di fedele ed ottenne il privilegio di inviare ogni anno 10 famigli al supremo magistrato di Roma (i "Fedeli del Campidoglio"; detto privilegio restò fino al 1847 quando venne, da Pio IX, trasformato con una lunga transazione).