VITOLDO (lituano: Vytautas)
Figlio di Keistutis e cugino di Jagellone, il sovrano che compì l'unione personale dei due stati lituano e polacco; nato nel 1350, morto a Vilna il 27 ottobre 1430. In gioventù dovette subire la violenza di suo cugino che lo catturò, insieme con il padre Keistutis, in un'imboscata e lo chiuse in prigione, da cui tuttavia riuscì a evadere, iniziando una politica personale di carattere eminentemente nazionale che ha fatto di lui l'eroe più rappresentativo del suo paese. Per tenere a bada il cugino si alleò con l'Ordine Teutonico inviso ai Polacchi per la sua prepotenza di conquistatore, ciò che persuase il cugino a nominarlo granduca di Lituania. Nella sua nuova posizione egli seppe allargare i confini del granducato combattendo Tatari e Russi, e giudicò anche essere giunto il momento di fiaccare la potenza dell'Ordine Teutonico sempre affamato di territorî lettoslavi e che in quel momento - per l'alleanza lituano-polacca e per le buone disposizioni verso la medesima sia del papa sia dell'imperatore Sigismondo - si trovava in condizione d'inferiorità morale e materiale. La guerra, provocata da una ribellione di Lituani della Samogizia contro il governo dell'Ordine, si chiuse con la battaglia di Tannenberg (15 luglio 1410) vinta da V. contro il gran maestro dell'Ordine e dopo un inutile assedio a Marienburg capitale dell'Ordine stesso si chiuse con la pace di Thorn (1411).
Dopo questa battaglia, che fu un colpo mortale per la potenza dell'Ordine, e dopo avere regolato i rapporti con la Polonia (Unione di Hrodlo, 1413), V. sperò di cingere la corona reale di Lituania e la sollecitò infatti dall'imperatore Sigismondo. Ma Jagellone, temendo che la dignità regia conferita al cugino avrebbe, con l'accentuare la separazione dei due stati, indebolito la posizione della Polonia, si oppose e V. non cinse mai, nonostante sue ulteriori insistenze, la corona reale.
Sotto V. la Lituania raggiunse l'apogeo della sua potenza e poté mantenere più a lungo la sua indipendenza di fronte alla Polonia. Bene istruito secondo la cultura occidentale, fu tollerante in religione: alla sua corte convennero Ebrei, maomettani ortodossi e latini; figlio di un principe pagano, volle che la conversione del paese procedesse per gradi: deplorò l'uccisione di Hus autorizzata dall'imperatore Sigismondo ed ebbe dagli ussiti l'offerta della corona di Boemia, che saggiamente rifiutò. La sua morte, senza discendenza diretta, riportò la Lituania sotto la dinastia jagellonica.