AMICO, Vito Maria
Di nobile famiglia, nacque a Catania il 15 febbr. 1697. Giovanissimo, nel 1713 entrò tra i benedettini, iniziando il noviziato nel convento di S. Nicolò l'Arena di Catania, dove dal 1730 cominciò a insegnare filosofia e teologia. Eletto priore nel 1733, resse successivamente i conventi dell'Ordine in Catania, Messina, Militello, Castelbuono e Monreale. Nel 1743 fu nominato professore di storia civile nell'università di Catania, e nel 1751, ormai notissimo per i suoi vari lavori di erudizione, regio storiografo siciliano. Attivissimo organizzatore culturale, costituì nel convento di S. Nicolò l'Arena, insieme con il p. Scammacca, un museo di antichità greco-romane, particolarmente ricco di materiale epigrafico e numismatico, e promosse l'istituzione della prima biblioteca pubblica catanese, annessa all'università, della quale fu dal 1755 bibliotecario. In costanti relazioni epistolari con vari letterati ed eruditi italiani e stranieri, fece parte di numerose accademie, anche estere. Fu intimo amico del viceré di Sicilia, marchese Fogliani, per iniziativa del quale fu nominato nel 1757 abbate. Morì a Catania il 5 dic. 1762.
Orientatosi, dopo un iniziale interesse per la teologia, verso gli studi eruditi, iniziò la sua attività curando assieme al Mongitore un'edizione (Panormi 1733) con nuove aggiunte della Sicilia Sacra del Pirro. L'edizione, assai infelicemente condotta, lasciò del tutto insoddisfatto l'A., che decise di rivedere e pubblicare a parte le sue aggiunte, concernenti i monasteri benedettini e cisterciensi di Sicilia, nel Siciliae Sacrae libri quarti integra pars secunda, tertia et quarta reliquas Abbatiarum Ordinis S. Benedicti, quae in Pirro desiderantur, notitias complectens... Accessu supplementum ad notitiam S. Martini de Scalis, S. Ioannis de Eremitis Panormi,ecc., Catanae 1733 et 1734. Nonostante l'ulteriore revisione, queste dissertazioni non escono però dall'ambito tradizionale dell'erudizione ecclesiastica siciliana, inquinata dal municipalismo e dal più angusto spirito controriformistico.
Ben altra maturità di giudizio e sicura padronanza degli strumenti della ricerca erudita rivela invece l'A. nella sua Catana illustrata, sive sacra et civilis urbis Catanae Historia,ecc. (tomi 4, 1740-43), 'una storia civile ed ecclesiastica della sua città, solidamente costruita e accuratamente documentata (particolarmente pregevole è il terzo tomo, che raccoglie una larga messe di materiale epigrafico e numismatico). A questa rinnovata consapevolezza di ricercatore l'A. arrivò sotto l'influenza della filosofia cartesiana e attraverso una diretta esperienza della cultura erudita europea tra il sec. XVII e il XVIII. Un interessante documento di questa evoluzione metodologica, che farà dell'A. uno dei maggiori esponenti del rinnovamento dell'erudizione siciliana nel sec. XVIII, sono due brevi scritti metodo-logici, De recta civilis Historiae comparandae ratione,Catanae 1744, che è la sua prolusione ai corsi di storia civile nell'università di Catania, e Dei limiti intorno ai quali deve con tenersi la sana e saggia critica,e della esorbiranza nello scrivere,discorso letto nell'Accademia degli Etnei il 6 luglio 1749 (Bibl. comunale di Catania, Civ. Mss. A. 22, ff. 115-123), in cui, polemizzando decisamente contro il pirronismo storico, riafferma la piena validità delle direttive metodiche cartesiane.
Alla luce di questa rinnovata coscienza metodologica, i suoi interessi eruditi si vennero sempre più precisando, indirizzandosi, ormai quasi esclusivamente, verso quelle ricerche geografiche, topografiche e toponomastiche che in Sicilia avevano avuto, particolarmente nel sec. XVI e sotto l'influenza della scuola umanisticoerudita del Biondo, una nobilissima schiera di cultori (basti pensare per tutti al Fazello). È così che, quasi a voler riaffermare la vitalità e la continuità di una tradizione di studi che rappresentava senza dubbio quanto di meglio l'umanesimo avesse prodotto in Sicilia, l'A. ristampò, aggiornandola e continuandola fino ai suoi tempi, l'opera del Fazello (Frat. Thomae Fazelli Siculi Ordinis Praedicatorum de Rebus Siculis.. criticis animadversionibus,ecc., I, Catanae 1749; II, ibid. 1751; III, ibid. 1753). Fece quindi un'altra rapida puntata nel campo dell'erudizione ecclesiastica, pubblicando anonima, nelle Novelle letterarie di Firenze (1750, coll. 570 ss.), una lettera sulla patria di s. Agata, in cui egli sosteneva sulla base di un'accurata ricerca geografica e toponomastica l'origine catanese della santa. Maturava intanto in lui l'idea di un ampio repertorio topografico che desse una visione precisa e dettagliata della realtà storico-geografica della Sicilia antica e moderna. Nacque così quel Lexicon Topographicum Siculum (I, Panormi 1757; II, Catanae 1759; III, ibid. 1760) che, per la vastità della concezione e l'accuratezza scientifica dell'elaborazione, rappresenta uno dei punti più alti toccati dall'erudizione siciliana nel sec. XVIII. Frutto di un decennio e più di intense e scrupolose ricerche, l'opera offre allo studioso un "minutissimo ragguaglio delle antiche e moderne città, di terre, castelli, casali, monti, fiumi, fonti, boschi, spiagge, isolette, porti, seni, e di ogni altro luogo notabile dell'isola" (Scinà, II, p. 200) e costituisce ancora, nella traduzione del Di Marzo (Dizionario topografico della Sicilia,Palermo 1855;2 ediz. ibid. 1858, 2 voll.), un prezioso strumento di lavoro.
L'A. s'interessò attivamente anche di storia naturale, conducendo direttamente varie ricerche. Una sua Lettera di Diomo Amenanio, o sia del p. V.M.A. all'eruditissimo signor prevosto Anton Francesco Gori intorno a' testacei, che in Sicilia, ed altrove si trovano,ecc., fu pubblicata postuma negli Opuscoli di Autori Siciliani (VIII, Palermo 1764, pp. 199-232) e un Discorso intorno alla materia de' fuochi di Mongibello,ecc., rimase inedito.
Bibl.: D. Scinà, Prospetto della storia letteraria di Sicilia nel sec. decimottavo,I, Palermo 1824, pp. 105, 161-162, 276-281; II, ibid. 1825, pp. 153,198-201, 223; A. Libertini, L'accademia degli Etnei e le scienze e lettere in Catania nella seconda metà del secolo Passato,Palermo 1900, pp. 39 s.; C. Naselli, Letteratura e scienza nel convento benedettino di S. Nicolò l'Arena di Catania,in Arch. stor. per la Sicilia orientale, a.2,V (1929), pp. 287-296; O. Viola, V. A., Catama 1930; O. Paladino, L'università di Catania nel sec. XVIII,in Storia dell'univ. di Catania,Catania 1934, pp. 230-232; B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica,I, Città di Castello 1935, pp. 23-25.