LATERZA, Vito
Nacque a Bari l'11 dic. 1926, figlio di Giuseppe, che dirigeva la tipografia della Gius. Laterza & figli, e di Maria Lembo.
Avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria e seguire le orme del padre, mentre la direzione della casa editrice era stata assunta dal cugino Franco, figlio del fondatore, Giovanni (Franco mantenne tale incarico fino al 1975, quando divenne consigliere di amministrazione, restando tale fino alla morte, nel 1981). Invece, ancora ragazzo, poco dopo la scomparsa di Giovanni (1943), ebbe, insieme con il cugino, un incontro a Sorrento con B. Croce che avrebbe significativamente condizionato le sue scelte.
Di fronte alla raccomandazione di Croce di non fare "nulla, assolutamente nulla senza consultarmi, perché vostro padre, che pure era bravo, ogni volta che faceva qualcosa senza consultarmi, sbagliava", il L. si pose il problema di cosa sarebbe successo "quando Croce fosse finito". Di qui la decisione di non fare il tipografo, ma l'editore, per progettare "i libri da fare quando Croce non potrà più essere d'aiuto, di soccorso e di ispirazione".
Di conseguenza, volendo dirigere una casa editrice che puntava soprattutto sulla storia e sulla filosofia, scelse di studiare filosofia (intervista di S. Catucci, 1996, in V. Laterza, Quale editore…, pp. 116 ss.). Dopo i primi due anni di università a Bari, non appena possibile, fra il 1945 e il 1946, il L. si trasferì a Firenze, dove si laureò in filosofia con E. Garin.
Si occupò di J.-J. Rousseau e I. Kant, su cui pubblicò un saggio nel Giornale critico della filosofia italiana (XXIX [1950], 3, pp. 289-316).
Tornato nella città natale, nel 1950 cominciò a lavorare presso la casa editrice, di cui divenne direttore editoriale l'anno successivo, quindi direttore generale nel 1975 e presidente onorario nel 2000.
La Laterza aveva potuto riprendere regolarmente la propria attività solo nel 1946, poiché la tipografia era stata requisita dalle truppe britanniche; ma già aveva riavviato le vecchie collane e inaugurato nuove iniziative quali "I quaderni della Critica" e le pubblicazioni dell'Istituto italiano per gli studi storici, fondato da Croce a Napoli. Il L. e gli altri membri della famiglia si mossero, comunque, lungo la strada su cui si era incamminato all'inizio del secolo Giovanni Laterza, quella di essere "non industriali del libro ma editori-industriali", ritenendo "più importante e utile per la cultura del nostro paese stampare quei libri che avevano una vera validità" (V. Laterza, discorso, 1963, in Quale editore…, pp. 38 s.). Scegliere "la strada della piccola editoria", anche se con un impianto più moderno rispetto al passato, d'altro canto, voleva dire "scegliere la libertà", poiché inevitabilmente la grande industria, dovendo fare i conti con il mercato dei consumatori e dei lettori, "schiaccia la libertà della cultura". Per questo il L., con un "lavoro lento di formica pugliese", come ebbe a definirlo egli stesso, si pose l'obiettivo di rimanere "sempre indipendenti e autonomi e non aver mai bisogno dei quattrini di altri", anche a costo di rinunciare a fare certi libri, nella convinzione che la meta non dovesse essere "diventare grandi", ma "svolgere una funzione culturale" (intervista di S. Givone, 1983, ibid., pp. 91 s., 95).
Fu quindi il L. a dover gestire il difficile passaggio per la casa editrice all'indomani della scomparsa di Croce, alla fine del 1952, e a dover affrontare il problema dell'affrancamento dalla sua personalità e direzione culturale, cercando al tempo stesso di mantenere la propria identità in una fase di generale sviluppo delle imprese editoriali e di rafforzamento di alcuni grandi editori del Nord.
Nel rispetto della tradizione e della storia della casa editrice, ma su una linea di rinnovamento, furono riprese alcune collane, come i "Classici della filosofia moderna", affidata alla direzione di Garin, e la "Collezione storica", diretta da A. Saitta, alla quale nel '64 venne affiancata "Storia e società". Per impulso del L. nacque una rassegna periodica delle iniziative e dei progetti editoriali, "Cultura moderna" (1952-58). Oltre ai temi che erano stati ricorrenti nel catalogo della casa editrice pugliese, si manifestarono nuovi interessi, quali quelli per l'urbanistica, per la linguistica e per la sociologia; si fece più significativa la presenza della tematica meridionale (con autori quali L. Sciascia e R. Scotellaro, introdotto da M. Rossi Doria); e cominciò a imporsi anche l'attenzione per l'attualità. Con l'idea che le opere di cultura potessero divenire anche uno strumento di intervento politico, era nata infatti nel 1951, voluta dal L., la nuova collezione "Libri del tempo", che presentò volumi di ricostruzione storica e di denuncia dei problemi e dei mali della società italiana, pubblicando, tra gli altri, lavori di G. Salvemini, P. Calamandrei, E. Rossi, E. Scalfari, A. Cederna, P. Sylos Labini e gli atti dei convegni degli Amici del Mondo di M. Pannunzio.
Al gruppo dei collaboratori della rivista (molti dei quali sarebbero stati presenti nel catalogo della Laterza) il L. fu vicino anche politicamente, avendo fatta propria "una cultura di matrice liberaldemocratica che, uscendo dallo schematismo delle contrapposizioni ideologiche, propugna l'ideale (l'utopia, forse) riformista di una grande modernizzazione economica, sociale e politica del Paese" (A. Laterza - G. Laterza, Introduzione a Le edizioni Laterza. Catalogo storico 1901-2000, p. XVI).
Più avanti, nel 1968, un'altra collana caratterizzata sul presente e su temi politici fu "Tempi nuovi".
Per avere un luogo di riferimento culturale da dove potere stabilire nuovi contatti con studiosi e scrittori, nel 1960 fu aperta la filiale romana della casa editrice (nel 1972 divenne anche sede legale), mentre a Bari rimasero l'impianto tipografico, l'amministrazione e il reparto commerciale. Il L., che aveva sposato Maria Antonietta Chiarini, figlia del critico cinematografico Luigi, si trasferì nella capitale nel 1965.
Nel 1963 la società familiare in nome collettivo fu trasformata in società per azioni; fu inoltre migliorata l'organizzazione di distribuzione e di vendita attraverso l'appoggio alle Messaggerie italiane, costituita una rete di ispettori per la promozione in libreria e nelle scuole, rinnovata la produzione sul piano tecnologico. Nello stesso tempo veniva aperta una nuova sede della libreria a Bari.
Nel 1964 la Laterza intraprese la strada del libro tascabile con la collana "Universale" (inaugurata dalla Storia d'Italia di D. Mack Smith), in cui furono riversate a prezzi economici opere di altre collezioni, o edite opere nuove.
La Laterza - senza perdere le caratteristiche di editrice "artigianale" - passava così, da una saggistica riservata a pochi, a una produzione rivolta a un pubblico più largo, raggiungendo in media tirature tra le dieci e le quindicimila copie, rispetto alle precedenti due-tremila. Nel 1965 anche le opere di Croce apparvero in edizione economica.
Un altro significativo intervento, finalizzato ad ampliare il proprio pubblico, fu realizzato, all'indomani della riforma della scuola media, con il rinnovato impegno nel settore della scolastica, con manuali - soprattutto nel campo della storia, della filosofia e della letteratura italiana - che avrebbero avuto notevole fortuna. La casa editrice, che aveva nel frattempo considerevolmente aumentato il numero dei collaboratori e particolarmente degli studiosi stranieri, conobbe così un periodo di forte ascesa, segnato da successi quali, per esempio, i libri-intervista inventati dal L. e apparsi nei "Saggi tascabili" a metà degli anni Settanta, a partire dall'Intervista politico-filosofica di L. Colletti e dall'Intervista sul fascismo di R. De Felice.
Tuttavia, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, in un contesto di forte crisi per l'editoria piccola e medio-grande, di sempre maggiore concentrazione editoriale e di riflusso dei temi e dell'impegno che avevano caratterizzato il decennio precedente, il L. fu costretto a chiudere alcune collane, ridimensionare quelle economiche e ridurre le tirature. Questo non impedì il varo di nuove iniziative come "I Robinson" e la nuova collana economica "Biblioteca universale Laterza", né che si manifestasse l'attenzione verso nuovi settori, quali l'archeologia, l'antichistica e la storia delle donne. Furono poi avviate opere e collezioni in collaborazione con istituti di credito e aziende, e progetti comuni con altri editori europei, come la collana "Fare l'Europa", iniziata nel 1993 e diretta da J. Le Goff.
Nell'autunno del 1989, il L., insieme con il fratello Paolo (presidente della società per azioni dal 1970), si oppose all'intenzione di una parte dei soci, appartenenti alla famiglia, di cedere le proprie quote a un grande gruppo editoriale.
Avvalendosi del diritto di prelazione previsto dallo statuto e potendo contare sul finanziamento della Cassa di risparmio delle province lombarde, il L. riuscì a bloccare l'operazione. Le quote vennero quindi prelevate da una pluralità di nuovi soci, a partire dalle Messaggerie italiane e da un gruppo barese di "amici della Casa", cessando così la Laterza di essere una casa editrice tutta familiare, ma riuscendo a rimanere indipendente.
Il L. morì a Roma il 28 maggio 2001.
Fonti e Bibl.: Necr., nei maggiori quotidiani nazionali (Corriere della sera, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Mattino, ecc.) in data 30 maggio 2001. Vedi inoltre: Un popolo di formiche, intervista al L., a cura di G. Carrara, in P. Merisio, Puglia, Bologna 1977, pp. 13-41; V. Laterza, Quale editore. Note di lavoro, prefaz. di T. De Mauro, Roma-Bari 2002.
C. Patuzzi, Laterza, Napoli 1982, passim; Cento anni Laterza 1885-1985. Testimonianze degli autori, Roma-Bari 1985, passim; Laterza un secolo di libri 1885-1985, Roma-Bari 1989; G. Laterza, Laterza: da Benedetto Croce al "novembre nero", Bari 1990, passim; E. Garin, Il mestiere di editore in anni difficili. Laterza 1945-1977, in Id., Editori italiani tra '800 e '900, Roma-Bari 1991, pp. 141-160; G. Ragone, Un secolo di libri. Storia dell'editoria in Italia dall'Unità al post-moderno, Torino 1999, ad ind.; N. Tranfaglia - A. Vittoria, Storia degli editori italiani. Dall'Unità alla fine degli anni Sessanta, Roma-Bari 2000, ad ind.; Le edizioni Laterza. Catalogo storico 1901-2000, a cura di R. Mauro - M. Menna - M. Sampaolo, introduzione di A. Laterza - G. Laterza, Roma-Bari 2001, passim.