VITELLIO (Aulus Vitellius)
Imperatore romano. Figlio di Lucio. Eletto dalle truppe di Germania agli inizî del gennaio del 69, fu riconosciuto imperatore dal Senato il 19 aprile, ma soltanto dopo il suo ingresso a Roma (18 luglio) assunse il titolo di Augusto. Fu deposto e ucciso il 20 dicembre dello stesso anno, tra i cinquantasette e i cinquantotto anni di età. Subì la damnatio memoriae.
Le fonti letterarie lo descrivono irresoluto e pavido. Era di statura gigantesca, rosso il volto e gonfio il ventre per l'incontinenza nel bere e nel mangiare. Il profilo, che appare sulle monete, mostra un uomo grasso dalle guance cascanti e un accentuato doppio mento sul collo taurino; un gran naso pende su piccole spesse labbra. A Roma furono coniate tre emissioni monetali; la prima, in argento, dopo il 19 aprile; la seconda, in oro e argento, forse all'inizio di maggio; la terza, anche in bronzo, dopo il 18 luglio. Altri due gruppi, nei tre metalli, furono coniati in provincia nella prima parte del suo breve regno, l'uno a Lugdunum e l'altro, quasi certamente, a Tarraco. Un preciso programma politico sta alla base di queste emissioni, che hanno prodotto un numero di monete sproporzionato con la brevità del regno di V.: diffondere e rendere popolare l'immagine imperiale e insieme sottolineare, con la simbologia espressa sul rovescio, lo stretto rapporto tra l'imperatore e l'esercito. Nonostante la inconfondibile caratterizzazione della immagine imperiale sulle monete e la certezza dell'esistenza di statue di V., anche equestri, suffragata dalle fonti letterarie (ma non sfuggite alla distruzione dopo la damnatio), il riconoscimento dell'imperatore in ritratti a tutto tondo è conquista recentissima, mentre sue immagini spurie ricevevano ampia divulgazione corrispondendo a una immagine diffusa della romanità crapulona. Gli si attribuivano, a volte, interpretazioni rinascimentali o moderne, e lo si vedeva in ritratti cronologicamente più recenti, come nella Testa Grimani, della quale si hanno due repliche, a Vienna e a Venezia, che ha proliferato infinite repliche moderne (e che è databile a età adrianèa), o nel piccolo busto in cristallo di rocca da Cesarea. Anche un busto colossale del Museo Capitolino (Borda, p. 27) era stato proposto per un'identificazione che non ha trovato seguito.
Una bella testa marmorea, rinvenuta ad Althiburus e conservata nel Museo del Bardo a Tunisi, dà una immagine di V., vicinissima al profilo su un aureo tarraconense, datato forse tra il marzo e l'aprile. Secondo il suo editore il ritratto sarebbe riferibile al periodo del proconsolato di V. in Africa. Lo straordinario colorismo del volto, farebbe pensare, in tutta la pienezza, al nuovo indirizzo artistico che sta per affermarsi sotto i Flavî. In una testa colossale, conservata nella Gliptoteca Ny Carlsberg di Copenaghen, lo stesso personaggio appare, invece, in uno stile fortemente linearistico, che rende legittimo il confronto con il profilo coniato dopo il 18 luglio su alcuni sesterzi.
Bibl.: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., I, 2, pp. 12-20; J. Sieveking, Zum Bildnis des Kaisers Vitellius, in Festschrift für G. Habich, 1928, p. 43 ss.; I. H. I., A Portrait of Vitellius (?), in Rock Crystal, in The Quarterly of the Dep. of Antiquities in Palestine, I, 1932, pp. 153-154; R. West, Römische Porträt-Plastik, Monaco 1933, pp. 244-246; M. Borda, Le famiglie imperiali da Galba a Commodo, Roma 1943, pp. 24-27; M. Gjödesen, De tre Kejsere litteraere og Plastike Portraetter, in Medelelser fra Ny Carlsberg Glyptotek, XVI, 1959, pp. 28-44; H. Jucker, Vitellius, in Jahrb. d. Bernischen hist. Mus. in Bern, XLI-XLII, 1961-1962, pp. 331-357. Monete: H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the Brit. Mus., I, Londra 1923, pp. CCXXII-CCXXXI; 368-393, tavv. 60-64. Storia: A. Momigliano, Vitellio, in Studi ital. di Filologia classica, IX, 1931, pp. 117-187; T. Mayer-Maly, in Pauly-Wissowa, Suppl. IX, 1962, cc. 1706-1733, s. v. Vitellius, n. 7b.