vita sulla Terra, origine della
vita sulla Tèrra, orìgine della. – Tra le numerose teorie relative alla comparsa della vita sulla Terra, sta conoscendo un nuovo vigore quella della panspermia (elaborata nel 1903 dal chimico e fisico Svante Arrhenius), che ipotizza il trasferimento della vita da un pianeta a un altro, anche tramite meteoriti (litopanspermia). Sulla Terra, i primi microrganismi si sono evoluti in condizioni di radiazioni proibitive e temperature estreme. Alcuni organismi hanno mantenuto un’altissima resistenza alle radiazioni e sono quindi in grado di sopravvivere in ambiente spaziale o su Marte. Negli ultimi anni sono stati effettuati numerosi esperimenti per verificare la capacità degli organismi terrestri di sopravvivere in ambiente spaziale, reale o simulato, o in condizioni marziane simulate (v. Biopan; ), questo perché Marte, nel sistema solare, è il pianeta più simile alla Terra e, sebbene le sue condizioni allo stato attuale sembrino incompatibili con la vita come la conosciamo, si può ipotizzare l’esistenza di microrganismi (fossili o viventi) nel permafrost, ipotesi che le nostre attuali conoscenze non ci permettono di escludere. Nel 2012 un gruppo di astrofisici della Princeton University of Arizona e del Centro spagnolo di astrobiologia è arrivato alla conclusione che meteoriti proiettati esternamente a un sistema planetario possono viaggiare con velocità diverse, anche piuttosto basse. In questo caso, sarebbe stato possibile, per un altro sistema planetario in formazione, attrarre e catturare il meteorite. Studiando gli spostamenti delle rocce nello spazio, il gruppo di ricercatori ha effettuato nuovi calcoli fondati sulla teoria del caos e sulla teoria matematica dei bordi di debole stabilità (WSB, Weak stability boundary), ipotizzando che frammenti di pianeti potrebbero essere lentamente migrati ai confini del campo gravitazionale generato dal corpo che li ospitava, fino a sfuggirgli e proiettarsi alla deriva nello spazio, per essere poi attratti in un altro sistema planetario. Questi nuovi dati hanno stabilito che una roccia che viaggia a bassa velocità (circa 100 m/s) ha una probabilità di essere catturata quasi un miliardo di volte più elevata rispetto a una roccia che si muove a media o alta velocità. In precedenza, l’astrofisica aveva escluso questa possibilità perché fondava i propri calcoli sulla velocità media delle rocce, che è abbastanza elevata, e questo impedisce a un pianeta di attirare e catturare, con la sua sola forza gravitazionale, frammenti di grandi dimensioni proiettati nello spazio da un altro sistema planetario. Ai fini della teoria della litopanspermia, questo passaggio di materiale roccioso da un sistema planetario a un altro potrebbe aver permesso il trasferimento anche di microrganismi, che successivamente, nelle condizioni terrestri, avrebbero garantito l’instaurarsi della vita sul pianeta. D’altra parte, nel 2005 è stata scoperta la prima super Terra (attualmente se ne conoscono circa trenta). Si tratta di esopianeti rocciosi poco più grandi del nostro (fino a 10 masse terrestri) che orbitano a una distanza tale dalla propria stella da permettere la formazione di acqua allo stato liquido, processo che rappresenta il fondamento della vita così come noi la conosciamo. Pur non trovandosi nel sistema solare, le super Terre possono considerarsi comuni e, grazie alla loro massa, potrebbero avere un’atmosfera stabile e movimenti tettonici, ossia altre caratteristiche che le rendono adatte allo sviluppo della vita. Infine, la biologia sintetica, settore scientifico nato piuttosto recentemente e dedicato alla sintesi di sistemi biologici non esistenti in natura, sembra indicare la possibilità di una biochimica alternativa, che potrebbe essersi sviluppata su altri pianeti ma avere caratteristiche differenti da quelle a noi note.