visual studies
<vìʃiuël stḁ'dis> locuz. sost. pl. ingl., usata in it. al masch. – Disciplina nata all’interno dei cultural studies di matrice anglossasone nella seconda metà del secolo scorso. I v. s. si fondano sul concetto di visual culture, vale a dire sull’idea che l’analisi dell’immagine non possa fare riferimento solo a criteri di tipo diacronico (influenze, filiazioni), ma debba partire dalla cultura che appartiene alle immagini, che determina la loro origine e le modalità attraverso le quali un’immagine può essere prodotta e fruita. In questa prospettiva, debitrice degli studi di filosofi e studiosi come M. Foucault e R. Barthes, un’immagine deve essere letta a partire da una struttura di riferimento complessa che deve mettere in gioco da parte dello studioso competenze multidisciplinari (storiche, antropologiche, sociologiche, filosofico-estetiche). A partire dagli anni Novanta del 20° secolo, i v. s. hanno assunto una crescente importanza all’interno del sistema accademico anglosassone, differenziandosi sempre più sia dai cultural studies (di cui costituiscono una branca sempre più autonoma) sia dagli image studies. Rispetto a questi ultimi infatti, i v. s. pongono l’accento sul rapporto tra l’immagine e il suo consumatore, indagato in funzione della sua capacità di individuare le culture che danno senso e significato all’immagine stessa. A partire dagli inizi del 21° secolo, i v. s. – grazie anche all’influenza di teorici provenienti da altre discipline, come L. Manovich, S. Žižek e G. Didi-Hubermann e la riscoperta del pensiero di A. Warburg – si caratterizzano ulteriormente per il loro interesse nei confronti delle forme contemporanee dell’immagine e nei confronti delle modalità di lettura, di fruizione e di costruzione di un immaginario contemporaneo delle immagini stesse. In questo senso, la pubblicazione di un testo come An introduction to visual culture (1999; trad. it. 2005) di N. Mirzoeff costituisce un vero e proprio spartiacque nello sviluppo dei v. s., ponendo l’attenzione sulla centralità attuale dell’immagine nella vita quotidiana degli individui. Più che ripercorrere la storia dell’arte e delle immagini, i v. s. si concentrano sulla storia delle immagini del 20° e 21° secolo, nella consapevolezza che l’attuale cultura visuale si forma e si sviluppa proprio in questo periodo. Le ricerche di G. Bruno negli Stati Uniti, sulla possibilità di costruire un atlante delle immagini secondo la prospettiva warburghiana, e in Italia i lavori di F. Faeta sulla fotografia italiana del Novecento o gli studi di V. Trione sugli intrecci tra pittura, cinema e architettura sono alcuni degli esempi delle linee di sviluppo di una disciplina relativamente giovane ma sicuramente legata in maniera profonda alla contemporaneità.