Vishwa hindu parishad
(Società universale indù, VHP) Organizzazione fondata nel 1964 a Bombay (India) per iniziativa del Rastriya swayamsevak sangh, al fine di assicurare al movimento Hindutva l’appoggio di carismatiche personalità religiose. Asceti (sadhu), grandi devoti (sant), sacerdoti officianti presso grandi templi (pujari) e i gestori dei quattro principali monasteri shankariani (➔ ) furono coinvolti in un’articolata azione propagandistica atta a consolidare la comunità indù in funzione antimusulmana e anticristiana, sulla base di un induismo generico in cui si riassorbivano (e scomparivano) le tradizioni regionali legate a sette, correnti devozionali e discendenze di maestri locali. Tutto ciò era poi funzionale alla creazione di uno «Stato indù»: di qui il crescente ruolo politico del VHP come alleato del Bharatiya janata party, culminato nella campagna per la ricostruzione dell’ipotetico tempio di Rama ad Ayodhya al posto di una moschea, la Babri Masjid (demolita nel dicembre 1992). Le negative ripercussioni di quegli eventi indussero poi il BJP a prendere gradualmente le distanze dall’agenda radicale del VHP; tale agenda continuò tuttavia a rappresentare un’opzione alternativa al laicismo politico indiano.