VISCONTE
. L'ufficio di vicecomes fa la sua apparizione nella costituzione franca: i conti sentivano il bisogno, in virtù delle complessità delle funzioni loro attribuite, di affidarne l'esecuzione, talora, a un rappresentante da loro nominato con ufficio revocabile e strettamente subordinato all'autorità del conte che l'aveva delegato, sì che doveva cessare con la morte di questo. La facoltà di eleggere dei vicecomites, nei territorî occidentali dell'impero franco, fu usata sempre più largamente e assunse, con l'ultima età carolingia, carattere stabile; l'ufficio poté servire alle svariate esigenze dell'ordinamento franco, agevolando la riserva delle cause maggiori all'esclusiva competenza del conte, la vastità dei comitati, la riunione di più comitati nelle mani di un solo conte; in questi ultimi casi poteva il vicecomes assumere il governo di un distretto o di un singolo comitato, ma una limitazione siffatta non era strettamente connessa con l'ufficio.
Esso, del resto, non aveva limiti precisati nemmeno nel contenuto, poiché l'estensione maggiore o minore dipendeva dalla delegazione del conte e dalle esigenze locali.
La monarchia franca estese, con la conquista, l'ufficio dei vicecomites all'Italia; qui anzi il terreno era adatto, perché nell'ordinamento locale esistevano, accanto ai duchi, i gastaldi longobardi, preposti alle città per l'amministrazione dei beni regi e spesso per l'esercizio della potestà giudiziaria, e questi gastaldi, mentre l'ordinamento franco sostituiva i conti ai duchi, erano tramutati in funzionarî di nomina comitale, assumendo il nome, appunto, di visconti, nell'Italia settentrionale e centrale, mentre in altri luoghi il nome era dato a ufficiali già dipendenti dai duchi.
L'ufficio passò nelle signorie laiche ed ecclesiastiche dell'età successiva; la costituzione delle Marche (secoli IX e X) favorì la istituzione dei visconti nelle città che erano in esse comprese, con vaste attribuzioni giudiziarie, militari, amministrative; il governo vescovile nelle città la favorì parimenti, poiché il visconte rappresentò di fronte al vescovo il potere militare che non era, giuridicamente, cessato.
L'ufficio, in virtù del processo generale di feudalizzazione, divenne a mano a mano vitalizio e poi ereditario e i visconti nell'età feudale costituirono una classe notevole, attraverso le ramificazioni famigliari, non soltanto in Italia, ma in Francia, dove la dignità fu largamente diffusa e prese posto tra i maggiori feudatarî accanto ai conti, marchesi, baroni; i visconti tuttavia conservarono, in parte, la loro qualità di funzionarî e questa fu anzi, in qualche raro luogo, prevalente, ad es. in Normandia. Nel diritto pubblico germanico dell'età medievale, il visconte rappresenta ancora un ufficio investito di potestà giudiziaria, che tuttavia può esercitare soltanto quando abbia ottenuto il banno regio e prestato un particolare giuramento nelle mani del re; è un ufficio, insieme con la contea, della circoscrizione provinciale.
Bibl.: A. Luchaire, Manuel des institutions françaises, Parigi 1892, p. 282 seg.; Th. Sickel, Der fränkische Vicecomitat, Strasburgo 1907 (Ergänzungen, 1908); S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario ad Arduino, Torino 1908, cap. 6°, par. 2; E. Mayer, Italienische Verfassungsgeschichte, Lipsia 1909, II, par. 44; H. Brunner, Deutsche Rechtsgeschichte, ivi 1928, II, par. 82.