Vedi VIRUNUM dell'anno: 1966 - 1997
VIRUNUM
Centro antico a N di Klagenfurt, nell'odierna Carinzia (Austria), scoperto nel cosiddetto Zollfeld. Fu eretto municipio romano verso la metà del I sec. d. C., sotto Claudio.
La sua pianta corrisponde allo schema della città romana, diffusosi ampiamente nelle province, con un incrocio delle due strade principali che s'intersecano ad angolo retto e con il Foro all'incrocio. Colonnati circondavano il Foro su ambedue i lati lunghi, a S una basilica con abside lo chiudeva su ognuno dei lati corti, a N si innalzava il tempio della Triade Capitolina che, con colonnati a destra, a sinistra e nella parte posteriore, aveva un aspetto particolarmente monumentale. Nel lato occidentale del tempio, su un piedistallo ornato di nicchie, c'era un grande monumento. Anche le altre strade s'intersecavano ad angolo retto, per cui i blocchi di case (insulae) avevano forma rettangolare e uno di essi conteneva un grande impianto termale. Nella periferia settentrionale si trovavano un doppio tempio celtico-romano e un santuario dedicato a Dolicheno; dalle iscrizioni si ha notizia di un mitreo. V. aveva un anfiteatro e un teatro con scena, quest'ultimo unico di questo tipo finora scoperto in Austria. La scena dell'epoca di Adriano presentava la solita costruzione della facciata con colonne sporgenti, frontoni rotondi e triangolari e con statue. Testimoniano la vita ricca e culturalmente elevata della città di provincia soprattutto le costruzioni e i ritrovamenti del quartiere delle terme. Questo complesso esisteva già nel I sec. d. C., ma fu rinnovato, ricostruito ed ampliato alla fine del III sec. e all'inizio del IV. Nella metà meridionale si trova un cortile con un colonnato e con una vasca nel lato occidentale. Qui fu scoperta una serie di statue di marmo di grandezza di poco inferiore a quella naturale, che erano state intenzionalmente mutilate e sotterrate nel IV secolo. Dato che la maggiore parte delle sculture sono di marmo locale della Carinzia, è attestata l'attività di una scuola di scultura nella stessa V., che potrebbe essere esistita qui nell'ultimo periodo di Adriano ed essere stata diretta da un maestro istruitosi nella tradizione artistica romana classica. Sei figure, i Dioscuri, Ares, Hermes, Apollo e Dioniso ripetono in maniera arida e languida il tipo fisico e l'atteggiamento del Doriforo di Policleto, mentre una replica della cosiddetta Venere del Frejus, un Ermafrodito che distende dietro di sé il mantello e in particolare l'Iside Noreia, costituiscono i prodotti più riusciti. Nell'Iside l'artista ha inteso fondere un tipo di statua classica con le caratteristiche del costume indigeno-celtico (v. noreia). Tra le statue di marmo locale si trova un'Amazzone che cade morente, in stile arcaicizzante (ora a Vienna). Il marmo levigato del nudo si contrappone volutamente al panneggio ricco di elementi descrittivi e ai capelli. La decorazione interna delle Terme sembra essere stata nel II e III sec. d. C. ancora ricca e originale. Singolari sono le decorazioni pittoriche delle pareti che in rettangoli circondati da fasce addensano su fondo nero uno spesso fogliame composto di mirti, cotogni, ecc. Nastri variopinti s'intrecciano intorno ai rami, con flauti e maschere, uccelli cantano nella loro ombra; è una creazione dell'epoca degli Antonini. Risale alla fine del III o già al principio del IV sec. il magnifico mosaico (Klagenfurt, museo), che raffigura Dioniso al centro di un esagono, con intorno, entro una divisione stellare, danzatrici e danzatori bacchici, pavoni e uccelli. L'arte antica si è conservata a V. più a lungo e più pura che negli altri luoghi a N delle Alpi. Ancora al principio del V sec. d. C., V. era una città romana senza fortificazioni. Una parte dei rilievi scoperti proviene da monumenti sepolcrali. Per lo più si tratta di ritratti su stele funerarie con l'immagine del morto solo o di una coppia di coniugi, il marito di solito con un rotolo, la moglie nel costume locale con la cuffia norica. Come rilievi laterali sono sempre ripetuti la serva o il servo, in particolare lo scrivano, Un frammento di sarcofago con la figura del Buon Pastore della prima metà del IV sec., nonché fondazioni di due cappelle sul Grazer Kogel nella parte settentrionale dello Zollfeld, sono le uniche tracce della cristianità a Virunum.
Bibl.: R. Egger, Ausgrabungen in Kärnten, in Österr. Jahres., XIII, 1910, suppl., col. 129 ss.; XV, 1912, Suppl. col. 24 ss.; id., Ausgrabungen in Noricum 1912-13, ibid., XV, 1914. Suppl. col. 33 ss.; id., Führer Mus. Klagenfurt, Vienna 1921; F. Jantsch, Archäologischer Fundbericht, 1935, in Carinthia, CXXV, 1935, p. 271 ss.; R. Egger, Aus dem römischen Kärnten, ibid., CXXVIII, 1938, p. 3 ss.; C. Praschniker-H. Kenner, Bädebezirk von Virunum, Vienna 1947; H. Vetters, in Pauly-Wissowa, IX A, i, 1961, cc. 244-309, s. v.