VIRTUS
. Divinità astratta dei Romani che personifica il valore militare e appartiene perciò, insieme con Honos, con cui assai spesso è associata, al ciclo di Marte. Un celebre tempio doppio dedicato a questa divinità e all'Onore stava fuori della Porta Capena, presso il tempio di Marte (v. onore). Esistevano anche dedicati a questa divinità un santuario, ἀρετῆς ἱερόν, ricordato da Plutarco (De fortuna Rom., 5) e un simulacro (ἄγαλμα) fuori della Porta Collina, in luogo non precisabile, attestato da Dione Cassio (XLVIII, 43, 4).
Virtus è rappresentata in monete dell'epoca repubblicana con la sola testa, su monete dell'epoca imperiale, in piedi con elmo, lancia e spada, tunica corta a guisa delle amazzoni; sola o associata a Honos. Essa è intesa e proclamata, su iscrizioni e monete, come Virtus Augusti, Romanorum, exercitus, militum. Dato questo suo significato di valore militare, Virtus fu assimilata a Bellona dea della guerra; e quando, all'epoca di Silla, entrò in Roma la dea Mā - forma locale, propria delle due Comane (di Cappadocia e del Ponto) della Magna Mater con accentuato aspetto guerriero - e venne assimilata a Bellona (Mā-Bellona), anche Virtus venne assimilata a questa Bellona orientalizzata ed ebbe il suo corteggio di hastiferi e di cistophori.