VIRGOLETTE
Le virgolette possono essere di tre tipi:
–
(“ ”)
–
(« »)
–
(‘ ’)
Si usano in diversi contesti e con diverse funzioni:
– per delimitare un discorso diretto
«Felice notte, venerabile Jorge,» disse. «Ci attendevi?» (U. Eco, Il nome della rosa)
– per delimitare una citazione
Per Schopenhauer l’invidia è «il segno sicuro del difetto»
– per introdurre in un testo il titolo di un giornale
L’ho letto nel “Corriere della Sera”
– per mettere in evidenza una parola con un significato particolare, spesso figurato o ironico; o anche per introdurre, a fianco di una parola, il suo significato
Una “grattata” da 5 milioni (www.altoadige.gelocal.it)
Mario ha risposto: «È un ambiente molto ‘cheap’».
Nelle citazioni e con il discorso diretto, le virgolette più adoperate nell’uso comune sono quelle basse. Le virgolette alte vengono utilizzate soprattutto per segnalare l’uso particolare di una parola, mentre gli apici sottolineano in genere una singola espressione, o racchiudono una definizione.