VIRGINIA (A. T., 130-131)
Uno degli Stati Uniti d'America, così chiamato in omaggio alla regina Elisabetta d'Inghilterra, "la regina vergine". Il territorio dello stato si estende dall'Oceano Atlantico (75° longitudine O.) fino all'altipiano di Cumberland (84° longitudine) e dal fiume Potomac (39° 40′ latitudine N.) fino al parallelo corrispondente a 36° 30′, che la divide dalla Carolina Settentrionale e dal Tennessee. Ha una superficie di 110.399 kmq. ed è divisa in 100 contee, a loro volta, suddivise in numerosi distretti, oltre a 24 città indipendenti che hanno lo stesso regime amministrativo delle contee.
Una larga fascia, che si estende attraverso lo stato da N. a S., il Piedmont, è occupata da rocce metamorfiche precambriche, in gran parte gneiss, con poche e ristrette aree di arenaria del Triassico. A O. del Piedmont si trovano rocce di tutti i periodi del Paleozoico e a E. di esso s'incontrano gli strati terziarî (argille, sabbie e marne) della pianura costiera. Le risorse minerarie di questa zona sono molto variate. Le rocce precambriche forniscono granito e altre pietre da costruzione, ardesia e piccole quantità di ferro, manganese, rame, oro, grafite, barite, pirite, talco e mica. Le rocce del Triassico sono usate localmente come materiale da costruzione e contengono pochi filoni di carbone. Le rocce paleozoiche vanno dal calcare all'arenaria e forniscono pietre da costruzione, rocce da cemento, carbone, ferro, calce, sale, barite, gesso, zinco, ecc. Gli strati terziarî della pianura costiera solo in pochi punti sono abbastanza duri da fornire pietra da costruzione. Sono anche importanti per la fornitura d'acqua mediante pozzi artesiani.
Nel 1930 le miniere e le cave occupavano nella Virginia 17.332 persone, ossia poco più del 2% di tutti gli operai salariati impiegati nello stato. Delle suddette persone, circa 4/5 lavoravano nelle miniere di carbone, la maggior parte delle quali si trovano nella regione dell'altipiano all'estremità sud-occidentale del territorio.
Il Blue Ridge, rilievo di rocce metamorfiche dure, si estende attraverso lo stato da NE. a SO., lungo l'orlo occidentale della regione del Piedmont. Nella metà settentrionale, questo sistema montuoso consiste principalmente di una singola catena, alta solo circa 100 m.; ma la metà meridionale è più elevata e più complessa: presso il confine meridionale dello stato essa giunge all'altezza massima di quasi 1740 m. s. m. Immediatamente a O. di essa si trova un'ampia valle calcarea, la Valle di Shenandoah. La parte occidentale di essa presenta numerose creste di arenaria e d'altre rocce dure, parallele al Blue Ridge, e all'estremità sud-occidentale si trova l'altipiano di Cumberland, incappellato d'arenaria. Nella valle s'incontrano numerose belle caverne e un ponte naturale, molto visitati dai turisti.
La regione del Piedmont è collinosa, con pochi picchi e catene isolati nella parte occidentale, in vicinanza del Blue Ridge. La pianura costiera, che si trova a oriente d'una linea diretta da N. a S. e passante per Richmond, è più bassa e pianeggiante, specie in prossimità della costa. Nella parte più bassa e piatta, a SO. di Norfolk, si trova il Dismal Swamp, palude che ha una superficie di circa 1900 kmq. e si estende in parte nel territorio della Carolina Settentrionale.
I fiumi scorrono generalmente in direzione E. verso la costa dell'Atlantico, eccettuati alcuni che percorrono la Valle di Shenandoah nel senso della lunghezza, cioè verso NE. o verso SO., e alcuni altri che si dirigono a NO. verso il fiume Ohio. Quelli che attraversano lo scalino il quale segna il limite interno della pianura costiera verso il retroterra, raggiungono in quel punto il livello del mare o quasi, e da lì fino alla foce sono estuarî che risentono le maree. La navigazione è limitata soprattutto a questi estuarî, e l'utilizzazione dell'energia idrica alla regione del Piedmont.
Il suolo della Virginia presenta gradazioni da una moderata a un'alta fertilità. I terreni migliori sono quelli derivati dal calcare nella Valle di Shenandoah, ma anche nella pianura costiera la presenza, in molti punti, delle marne presso la superficie rende il suolo fertile. I terreni più poveri sono quelli derivati dall'arenaria sull'altipiano di Cumberland e quelli sabbiosi lungo la costa.
Il clima della Virginia è temperato. Il settore sud-orientale dello stato è abbastanza caldo da consentire la coltura del cotone e del pistacchio, mentre le regioni centrale e occidentale sono adatte al melo. La media annua della neve è di circa 600 mm. nelle montagne e 300 in vicinanza della costa. Le precipitazioni annue vanno da 1000 a 1100 mm. e sono ben distribuite durante l'anno, sebbene la costa abbia il suo massimo in estate e le montagne in inverno e in primavera.
In origine, la Virginia era quasi interamente coperta di foreste comprendenti più di 100 specie d'alberi. I pini, in tre specie, predominano a sud e a oriente; le querce e altri alberi decidui, nella grande vallata e intorno a essa. La maggior parte delle foreste è stata distrutta dall'agricoltura e dall'industria del legname, ma essa dà ancora lavoro a circa 4000 persone nelle foreste e a 15.000 nelle segherie, cioè a circa il 2% di tutti i lavoratori dello stato.
La pesca è importante nelle baie ed estuarî e notevole è anche l'ostreicoltura; ma entrambe le industrie hanno subito in tempi recenti una riduzione, perché fiumi e porti sono stati resi impuri da città e officine. Il censimento del 1930 trovò nella Virginia 7622 persone occupate nella pesca, il cui prodotto ha annualmente un valore di 7,5 milioni di dollari.
Gli aborigeni della Virginia, come di altri stati della confederazione, erano Indiani, dei quali però rimangono pochi, e anche questi hanno in maggioranza considerevole mescolanza di sangue bianco e nero.
Nel 1700 la sua popolazione era calcolata a 70.000 ab., sopra tutto di discendenza inglese. Nel 1790, quando fu effettuato il primo censimento degli Stati Uniti, la Virginia aveva 747.610 ab., che si riducevano a 691.737 entro i limiti attuali (esclusa cioè la Virginia Occidentale). Era lo stato più popoloso e si mantenne tale fin verso il 1812, quando fu superato dallo stato di New York. Vel 1870, dopo la separazione della Virginia Occidentale, gli abitanti erano 1.225.163 e nel 1930 quasi il doppio, cioè 2.421.851, pari a 22 abitanti per kmq.
Della popolazione del 1930, il 32,4% viveva in città con più di 2500 ab.; il 28,4% in suburbî, città minori, villaggi, ecc.; il 39,2% nelle campagne. Quanto alla composizione etnica, vi era il 72,1% di Bianchi indigeni, l'1% di Bianchi nati all'estero, il 26,8% di Negri e il 0,5% di altre razze (soprattutto Indiani). Dei 23.820 Bianchi nati all'estero, 3088 provenivano dall'Inghilterra, 2989 dalla Russia, 2505 dalla Germania, 1853 dall'Italia, 1617 dal Canada, 1285 dalla Grecia, 1239 dalla Scozia, 1221 dalla Polonia e meno di 1000 da varî altri paesi. Più dei 3/4 degl'Italiani e la maggior parte degli altri Bianchi nati all'estero vivevano in città. Vi erano anche 3643 Bianchi indigeni con uno o entrambi i. genitori italiani; anche questi per circa 3/4 viventi in città.
Le città principali, con le rispettive popolazioni nel 1930, sono: Richmond (capitale, 182.929 ab.), Norfolk (porto marittimo principale, 129.710 ab.), Roanoke (nella Grande Vallata, 69.206 ab.), Portsmouth (sobborgo di Norfolk, 45.704 ab.), Lynchburg (centro ferroviario, nel Piedmont, 40.661 ab.), Newport News (porto marittimo, 34.117 ab.), Petersburg (28.564 ab.).
L'attività economica più importante della Virginia è ancora l'agricoltura, sebbene essa non assorba più la maggioranza degli abitanti. Nel 1930 viveva in fattorie il 39,206 della popolazione, e il 39,8% dei lavoratori salariati era occupato nell'agricoltura. La proprietà agricola occupava il 64,9% della superficie dello stato e le terre erano divise circa in parti uguali tra colture, pascoli e bosco. I principali prodotti agricoli sono: mais, fieno, frumento, tabacco (in massima parte nella metà meridionale della regione del Piedmont), pistacchio (in massima parte nel settore sud-orientale), mele (soprattutto nella metà settentrionale del territorio), avena, patate, cotone (nel sud-est), ortaggi, segale, patate dolci.
Le industrie, comprese le costruzioni edilizie, le segherie, ecc., impiegavano nel 1930 il 23,2% dei lavoratori della Virginia. Le industrie principali erano, in ordine di numero degli operai impiegati, quelle del ferro e dell'acciaio, dei fertilizzanti e altri prodotti chimici, le segherie, quelle del tabacco, del mobilio e altre industrie del legno e le industrie alimentari e tessili.
La Virginia possiede 7160 km. di ferrovie; in anni recenti si è sviluppato un ottimo sistema di grandi strade rotabili. Notevole è inoltre la navigazione fluviale nella pianura costiera. I trasporti aerei crescono rapidamente d'importanza.
Storia. - Dell'infelice colonia fondata e nominata Virginia da sir W. Raleigh nel 1584 (v. carolina: Carolina del Nord) non restò altro che il nome. Il 1° aprile 1606 Giacomo I concesse il territorio fra il 34° e il 41° parallelo, per 100 miglia inglesi verso l'interno, alla London Company (v. massachusetts: Storia).
Lo statuto era semplice: tutto era sottomesso al re. Un Gran Consiglio di 13persone, residente a Londra e nominato dal re (Royal Council of Virginia), doveva governare; un consiglio minore, residente nella Virginia, nominato dal maggiore doveva eseguire gli ordini del re. Gli abitanti dovevano in teoria godere tutti i diritti che spettavano ai regnicoli; i loro prodotti invece erano tenuti in comunanza. Questa applicazione dell'idea comunista doveva portare tristi frutti.
Tre anni dopo, il confine fu allargato: andava 200 miglia al nord e 200 al sud di Old Point Comfort (la bocca del fiume James) e all'interno "fino all'altro mare". Questo statuto, così modificato, durò, con leggiere modifiche fino allo statuto federale nel 1788.
Partiti da Londra il 19 dicembre 1606, 120 emigranti si stabilirono a Jamestown (13 maggio 1607). John Smith, gradualmente eliminati i suoi colleghi del consiglio, divenne capo della colonia, ma poi fu deposto e tornò in patria. I coloni furono decimati dalla malaria e dalla fame, ma ricevettero continui rinforzi dalla madrepatria. Thomas West, lord Delaware, governatore nel 1610, e il suo successore, sir Thomas Dale (1611-1616) stabilirono l'ordine e crearono una catena di colonie da Varina all'Oceano.
Nel 1616 si cominciò a piantare il tabacco. Nel 1612 le Bermude furono annesse. Nel 1618 la direzione della Compagnia a Londra passò in altre mani, il regime divenne più liberale e, con la maggiore libertà, la colonia più fiorente. Nell'aprile 1619 arrivò il nuovo governatore sir George Yeardley, e il 30 luglio si radunò la prima assemblea rappresentativa americana, che consisteva di un consiglio nominato dalla Compagnia e di una camera eletta dai coloni; è significativo però che nello stesso anno, in agosto, furono introdotti i primi schiavi.
I rapporti con gl'Indiani furono ottimi sino al 1618. Ma nel 1622 gl'Indiani massacrarono 347 Bianchi. I Bianchi si vendicarono attirando gl'Indiani a una festa autunnale, e così poterono sorprenderli e farne strage. Ventidue anni dopo, lo stesso capo indiano Opechaucanough organizzò un nuovo massacro, ma fu preso prigioniero, e la lunga guerra terminò.
Nel 1624 Giacomo I revocò la carta e la Virginia fu nuovamente sottomessa alla corona.
Durante la guerra civile, la Virginia fu l'unica colonia che si mantenne, almeno per molti anni, fedele alla corona. Soltanto nel marzo del 1652 il governatore sir William Berkeley dovette abdicare a favore del commissario puritano Riccardo Bennett. A questi successero poi, Eduardo Digges e Samuele Mathews.
Gli storiografi americani amano raccontare che nel 1658, due anni cioè prima della caduta della Commonwealth, la Virginia riconobbe il re Carlo II, acquistando così il nome che le è restato di "Vecchio Dominio": ciò non è precisamente vero, e quel che veramente avvenne è avvolto in molta incertezza. Di sicuro v'è soltanto che durante l'interregno seguito all'abdicazione di Riccardo Cromwell nell'aprile del 1659, e dopo la morte del governatore puritano Mathews, l'assemblea, sempre prettamente monarchica, rielesse il vecchio governatore Berkeley prima del ritorno degli Stuardi in Inghilterra. Il nuovo governatore, costretto a riconoscere la vacanza di ogni potere costituito nella madrepatria, dichiarò di tenere il suo ufficio sotto la sovranità della Grande assemblea virginiana fino alla costituzione di un legale governo nell'Inghilterra.
Dopo il ritorno di Carlo II, il Berkeley fu riconfermato, e governò la Virginia per altri sedici anni, in guisa riconosciuta troppo reazionaria e autoritaria dal suo stesso sovrano. Il Berkeley fece esclusivamente l'interesse dei ricchi proprietarî terrieri della parte orientale della colonia, trascurando e opprimendo la popolazione più numerosa e meno abbiente che abitava lungo la frontiera occidentale e (si afferma) rifiutando soprattutto di difendere questa frontiera contro gl'Indiani. Ma vero odio egli si attirò soprattutto perché restrinse il suffragio, esteso dal regime puritano a tutti gli "uomini liberi" ai soli proprietarî di beni immobili, evidentemente a tutto vantaggio del partito aristocratico. Nataniel Bacon (nipote d'un cugino del grande Bacone) si mise alla testa della classe meno abbiente e sconfisse, senza autorizzazione del governatore, gl'Indiani nella battaglia di Bloody Run. Fu messo al bando, ma poté resistere con vario successo per diversi mesi, battendo anche le truppe del governo e incendiando persino Jamestown, la capitale, ma morì nell'ottobre, sembra di malaria e non di veleno; il Berkeley trionfò facendo impiccare 23 seguaci del suo avversario e salpò poi per Londra per difendere il suo operato nel liquidare questo "Masaniello", come lo definì in uno dei suoi rapporti. Carlo rifiutò di riceverlo, ed egli morì a Londra l'anno seguente. Gli aristocratici restarono però al potere anche dopo l'avvento della casa di Orange. Middle Plantation divenne capitale nel 1691, e in essa l'anno seguente il chierico Giacomo Blair, celebre per la sua lotta contro l'arbitrio dei governatori, fondò la seconda università americana (la prima fu Harvard), "William and Mary" (febbraio 1693), di cui fu il primo presidente.
Intanto una continua immigrazione dalla Pennsylvania e dall'Europa (Germania, Scozia e Irlanda) aveva enormemente aumentato la sobria e democratica popolazione delle montagne, in modo che dopo la guerra dei Sette anni essa poté finalmente vendicare il Bacon, e, sotto la guida di Riccardo Henry Lee e Patrizio Henry, por fine al secolare dominio degli aristocratici schiavisti nel 1765. A questi due capi si aggiunse, nel 1769, Tomaso Jefferson. I tre nel maggio del 1776 emisero una dichiarazione di indipendenza, e formularono un nuovo statuto, che non riuscirono però a imporre alla convenzione. Nonostante che il suffragio fosse abbastanza liberale, se non universale, i proprietarî di schiavi, che formavano un terzo dei votanti, erano sicuri dei due terzi dei seggi nell'assemblea. Richmond, che era diventata la capitale nel 1779, fu presa dagl'Inglesi comandati dal marchese Ch. Cornwallis nello stesso anno e incendiata; ma la guerra nello stato ebbe fine con la resa del Cornwallis a Yorktown. I diritti della Virginia ai territorî verso nord-ovest vennero ceduti nel 1783 all'Unione, nella quale per molti anni la Virginia continuò ad avere una parte preponderante; le diede molti funzionarî importanti (tra cui spicca il grande giudice John Marshall), e molti dei suoi primi presidenti: Washington, Jefferson, Madison (durante 32 dei primi 36 anni il presidente fu un virginiano). Diversi tentativi delle popolazioni occidentali dello stato per ottenere una rappresentanza parlamentare proporzionata abortirono, e nel 1850 esse riuscirono a ottenere il predoninio soltanto della camera bassa; e così allo scoppio della guerra civile lo stato si divise in due parti (v. virginia occidentale). Nell'aprile del 1861 la Virginia orientale optò per la secessione dall'Unione e Richmond divenne capitale della Confederazione schiavista. Nella Virginia ebbero luogo gran parte delle principali battaglie di questa guerra, che terminò con la resa di Lee ad Appomattox il 9 aprile 1865. Una settimana prima Richmond era caduta preda delle fiamme.
La Virginia fu riammessa nell'Unione il 26 gennaio 1870. Per quattro anni si era tentato di imporle un governo di "carpet-baggers" (immigrati dal nord in unione con i Negri), ma la popolazione bianca si ribellò contro questo malgoverno nel 1869. Lo statuto votato nel 1776 è stato cambiato 5 volte; l'ultimo è del 1902. Lo stato di Virginia ha sempre votato per il candidato democratico alla presidenza con la sola eccezione del 1860, quando esso votò per il candidato dell'Unione costituzionale, John Bell, e del 1872, quando preferì il repubblicano U. Grant al vecchio abolizionista H. Greeley.
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