CAVINA, Virgilio
Nacque a Faenza il 13 nov. 1731, da famiglia nobile originaria del castello di Fognano di Brisighella, trasferitasi a Faenza nel 1690; il padre, conte G. Battista e la madre, Maria Troncossi, ebbero almeno un altro figlio, Giovanni, anch'egli gesuita.
Dal 1743 fu alunno dei gesuiti a Bologna, dove subì l'influsso del matematico Vincenzo Riccati. Entrò nella provincia veneta della Compagnia di Gesù il 21 ottobre dell'anno 1747, professando poi i quattro voti il 2 febbraio del 1765. Dalla preparazione culturale e dagli interessi che egli mostrò successivamente, risulta chiaramente che si orientò subito verso gli studi scientifici, anche se, secondo le consuetudini della Compagnia, non fu privo d'una salda prepgazione umanistica. Questa gli consentì, dal 1755 al 1758, di insegnare letteratura nel convitto nobiliare di S. Antonio a Brescia. Già in questi anni era però nota la sua preparazione matematica, anche per i contatti da lui tenuti con gli ambienti colti lombardi e veneti: il confratello Francesco Antonio Zaccaria gli chiese di comporre una dissertazione sul calendario giuliano, utile come metro cronologico per una sua opera sulle letterature non italiane (Dissertazione del P.V.C.G. intorno al Periodo Giuliano, in F. A. Zaccaria, Saggio critico della corrente letteratura straniera, II, 3, Modena 1758, pp. 542-556); già dal 1755, inoltre, fu in corrispondenza con il già citato nobile gesuita e cultore di scienze esatte, Vincenzo Riccati, e con altri membri della famiglia di quello, come Giordano e Francesco.
Alcune lettere del C. a costoro, conservate nell'epistolario dei Riccati nella Biblioteca di Udine (1115. 276, vol. 2, 5, 15), furono segnalate dal Sommervogel; 19 lettere di V. Riccati al C., concernenti i concetti fondamentali della fisica, saranno pubblicate da quest'ultimo come Lettere sui principi della meccanica (Venezia 1772).
Dopo la parentesi bresciana, per un periodo imprecisato il C. insegnò matematica nel convento parmense di S. Rocco; trasferitosi a Bologna, nel 1766 vi pubblicò la sua opera principale, i tre volumi degli Elementi di matematica, che davano una trattazione estesa a tutti i settori della ricerca sui numeri. Uno scritto minore, contenente l'esposizione e la soluzione di Tre problemi matematici, segnalato dal Sommervogel e dal Poggendorff, fu pubblicato a Bologna senza indicazione di data. Nel 1770 il C. era ancora a Bologna, ed insegnava matematica nel collegio di S. Lucia. Nello stesso periodo, però, egli ricevette da Carlo Emanuele III l'offerta della cattedra di matematica nell'università di Cagliari, come testimonia una lettera del Riccati, del 24 dic. 1770, scritta quando il C. era già partito per la Sardegna. Secondo il Caballero l'insegnamento cagliaritano sarebbe durato due anni poiché, al momento di pubblicare nel 1772 le lettere del Riccati, il C. si trovava nel convitto bolognese di S. Luigi; il Montanari ritenne invece che la cattedra gli venisse affidata dopo il 1771, quando, sciolta la Compagnia di Gesù, il C. poté dedicarsi completamente all'attività didattica.
Comunque, dopo aver ottenuto la cattedra sarda, il C. non sembra aver più prodotto alcunché di scientificamente notevole. Una prova di questo va vista anche nel silenzio che nelle fonti circonda la sua attività a partire dal ritorno nella penisola, all'incirca nel 1775, per tutto l'ultimo venticinquennio del sec. XVIII, ove si escludano indicazioni generiche su un suo insegnamento a Parma.
Ricostituita la Compagnia di Gesù nel Regno di Napoli con il breve di Pio VII Per alias (30 luglio 1804), il C. vi rientrò sollecitamente e venne assegnato alla sede di Palermo. In questa città morì il 2 febbr. 1808.
Fonti e Bibl.: G. B. Mittarelli, De Literatura Faventinorum, Venetiis 1765, col. 56; R. D. Caballero, Bibliothecae Script. Societatis Iesu supplementum II, Romae 1816, p. 25; A. Montanari, Gli uomini ill. di Faenza, II, Faenza 1883, pp. 132-134; P. Riccardi, Biblioteca matematica ital., I, 1, Modena 1893, col. 333; G. Guzzoni Ancarani, Append. all'Annuario della R. Univ. di Cagliari, Cagliari 1928, p. 75; G. P. Brizzi, La formazione della classe dirigente nel Sei-Settecento, Bologna 1976, pp. 180, 185, 256; J. C. Poggendorff, Biographisch-literar. Handwörterbuch zur Gesch. der exakten Wissenschaften, I,col. 407; C.Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, II, col. 930; IX, col. 16.